L’obiettivo principale dell’iniziativa, promossa dal Consorzio ELIS, è cancellare le criticità emerse durante la prima fase dello smart working: quella legata all’emergenza sanitaria e alla necessità di limitare spostamenti e assembramenti. Una terza via tra distanza e presenza per rendere il lavoro agile più sostenibile nel tempo

Il 54% delle aziende, terminata la fase emergenziale della pandemia, continuerà ad utilizzare lo smart working. Ad affermarlo un recente studio Fondirigenti, secondo il quale quindi più della metà delle imprese italiane manterrà questa modalità per i suoi dipendenti, che avranno la possibilità di alternare la presenza in ufficio con il lavoro a distanza. Il lavoro agile, però, non è un’opzione che piace a tutti i lavoratori: una parte consistente di questi, infatti, tornerebbe volentieri alle “vecchie abitudini” in questo senso, preferendo raggiungere l’ufficio ogni mattina piuttosto che vivere i disagi del dover organizzare le proprie attività in casa: in tanti hanno lamentato, durante questo lungo e difficile periodo, di non riuscire più a separare lavoro e vita privata, staccare effettivamente dalle attività e una situazione di stress particolarmente acuto. Sono però anche tanti a pensarla diversamente e a ritenere che lo smart working sia una soluzione innovativa per svolgere le attività quotidiane e, soprattutto, molto più flessibile.

Ed è proprio al fine di individuare una soluzione di mezzo, una sorta di terza via tra presenza e distanza, che è nata la Smart Alliance. Si tratta di un progetto che unisce le aziende del Consorzio ELIS (per la formazione professionale superiore) intorno all’obiettivo di condividere spazi di lavoro diffusi, dotati di tecnologie e prenotabili con app. Per individuare la struttura-ufficio in condivisione più vicina e adatta alle proprie attività, basta un click: presentata lo scorso 13 aprile a Roma, l’iniziativa al momento coinvolgerà  Milano, Roma, Napoli, Trapani, Catania per un totale di 30 aziende dei settori telecomunicazioni, energia, trasporti, finanza e alimentazione.

“Dallo scoppio della pandemia da Covid-19 stiamo assistendo a una vera e propria trasformazione del mondo del lavoro. Da parte di imprese e lavoratori è aumentata la consapevolezza di trovare nuove modalità di lavoro e nuove forme di utilizzo degli spazi. Oltre ad un buon equilibrio tra vita privata e professionale, è necessario considerare gli uffici come luoghi di relazione in cui favorire lo scambio creativo alla base di qualsiasi innovazione”, ha spiegato Walter Ruffinoni, amministratore delegato di NTT DATA Emea e Italia, presidente del nuovo progetto di Semestre del Consorzio ELIS da cui parte l’iniziativa.

Leggi anche: Dallo smart working al near working: al via la sperimentazione dell’ufficio vicino a casa

Smart Alliance: gli obiettivi del progetto

“È necessario progettare luoghi di lavoro che mettano insieme le esigenze della variabile umana e del processo tecnico”, ha aggiunto Luca Solari, ordinario di Organizzazione aziendale presso l’Università degli Studi di Milano che ha il compito di analizzare l’evoluzione della sperimentazione e raccogliere dati utili a valutare l’efficacia del progetto. “Avevamo considerato il rapporto di lavoro determinato dalla quantità di tempo, ed aveva senso in una logica in cui il tempo aveva una connotazione lineare con quello che era il prodotto. Ora però la relazione è profondamente diversa, le persone esprimono esigenze in una differente configurazione di questo tempo, sia spazialmente che in termini di quantità. Siamo in prossimità di una nuova rivoluzione socio-tecnica che riguarda comunità, aree geografiche e distribuzione dell’organizzazione”.

L’obiettivo principale della Smart Alliance – che costituisce il suo valore aggiunto e la vera terza via – è cancellare le criticità emerse in quella che possiamo definire come la prima fase dello smart working, durante la quale ha prevalso la fretta legata all’emergenza e all’esigenza di tenere i lavoratori in casa per ridurre all’osso gli spostamenti e i luoghi in cui la condivisione degli spazi si sarebbe tradotta in aumento dei contagi da Covid-19. Oggi, però, con la campagna vaccinale in corso e la speranza che la situazione vada via via migliorando, riorganizzare il lavoro agile è doveroso al fine di rendere questa modalità sostenibile nel tempo. D’altronde l’ufficio, oltre mera struttura fisica dove si svolgono le attività lavorative, è anche e soprattutto un luogo di relazione e benessere, scambio e formazione continua del capitale umano.