Nel Pnnr sono confluiti fondi anche per le politiche attive del lavoro. Al nuovo programma Gol, in vigore dallo scorso anno, andranno 4,4 miliardi di euro, che serviranno a “garantire occupabilità” per le categorie di lavoratori più fragili

C’è un nuovo programma per il potenziamento delle politiche attive, si chiama Gol, acronimo di Garanzia occupabilità dei lavoratori ed è attivo dallo scorso anno (qui il decreto ministeriale del 5 novembre 2021). L’obiettivo è in buona sostanza aiutare a trovare lavoro chi è più in difficoltà, quindi lavoratori in cassa integrazione, percettori di Naspi e di reddito di cittadinanza, Neet, disabili, lavoratori over 55, donne in condizioni di svantaggio come per esempio madri single, lavoratori a basso reddito, disoccupati da almeno sei mesi.

 

Fondi senza precedenti per le politiche attive

Per il nuovo programma per le politiche attive Gol, le risorse sono pari a 4,4 miliardi, e al momento risulta erogato il 75% della prima tranche di 880 milioni, i cui beneficiari sono i centri per l’impiego. Lo stanziamento, che è nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, è “senza precedenti”, come lo definisce l’allegato al decreto ministeriale. Saranno i cpi stessi a dover attuare il programma, e per questi è anche previsto nella cosiddetta ‘Missione 5, componente 1’ un iter di potenziamento con l’obiettivo – è scritto nell’allegato alla norma – “di fornire servizi innovativi di politiche attive, anche finalizzati alla riqualificazione professionale aumentando la prossimità ai cittadini e favorendo la costruzione di reti tra diversi servizi territoriali”.

 

Nel programma Gol anche il potenziamento dei cpi

Per il rafforzamento dei centri per l’impiego, affianco ai 4,4 miliardi per le politiche attive, sono stati stanziati altri 600 milioni. Il target che si prefigge il programma Gol è quello per cui entro il 2022 almeno 250 cpi dovranno completare le attività di riqualificazione, anche per quanto riguarda il personale. Ma come fa notare Lucia Valente, ordinario di diritto del Lavoro alla Sapienza in un articolo apparso il 2 novembre scorso su LaVoce.info, al momento non esiste un monitoraggio che dica a che punto siano i lavori per riformare la struttura amministrativa dei cpi: “Dalla relazione al Parlamento del 5 ottobre risulta che a oggi soltanto 302 dei 550 centri per l’impiego stanno lavorando sul potenziamento”. In più, sottolinea Valente, allo stato “non sappiamo se il personale dei cpi sia in grado o meno di accompagnare le persone nel mercato del lavoro”.

 

“A mancare a Gol sono i posti di lavoro”

Ed è questo il punto centrale della questione. Il programma Gol sembrerebbe funzionare – gli obiettivi 2022 sono già raggiunti con quota 300mila partecipanti – ma quello che si fa in sostanza per mettere in pratica le politiche attive sono incontri conoscitivi e formazione, talvolta stage, mentre di posti di lavoro reali non vi è traccia. Valente lo sottolinea a chiare lettere: “Per il momento nessuno è stato assunto. E questo, piaccia o non piaccia, è il dato più significativo”.

 

Politiche attive sono in sostanza percorsi di formazione

Di cosa si occupa infatti Gol? Il programma prevede “percorsi di accompagnamento al lavoro, di aggiornamento o riqualificazione professionale, e percorsi in rete con gli altri servizi territoriali (sociali, socio-sanitari, di conciliazione, educativi) nel caso di bisogni complessi” si legge sul sito del ministero del Lavoro, “quali quelli di persone con disabilità o con fragilità”. Tradotto, significa per i destinatari della misura andare nel centro dell’impiego della propria zona, sottoporsi a un colloquio e stipulare un patto di servizio. Il colloquio dovrà essere di “assessment”, ovvero specifico per le esigenze del singolo. Ma sempre di formazione si tratta, e non di reali assunzioni.

 

Il caso del programma Gol nel Lazio

Prendiamo ad esempio il caso del Lazio. Come provvedimenti per l’accompagnamento al lavoro sono previsti “servizi di assistenza alla persona e tutoraggio che mira ad assistere l’utente in modo continuativo nella ricerca di lavoro”. Per il reinserimento occupazionale si tratterà invece di un “servizio volto alla promozione di una esperienza formativa on the job ai fini di un incremento delle competenze”. Ovvero presumibilmente tirocini.

 

Il metodo per conteggiare i beneficiari di Gol

I beneficiari di Gol, accolti dai cpi, vengono registrati nel sistema informativo unitario delle politiche del lavoro Siu, ed è così che le regioni e i cpi che da loro dipendono “contabilizzano” la loro attività, raggiungendo i traguardi imposti dall’Europa e incassando i fondi predestinati.

La condizione di accesso al finanziamento per le regioni e i centri per l’impiego è infatti quella di prendere in carico entro il 2025 tre milioni di persone. Ma più nello specifico, per ricevere i fondi, le regioni e i cpi dovranno raggiungere traguardi (“milestone” nel testo della norma) suddivisi per anno. Obiettivi che con un sistema di tracciamento di questo tipo saranno di facile raggiungimento.

 

Ce la faranno i cpi?

Sempre secondo Valente, si tratta di un film già visto. Le mansioni dei cpi ora specificate dal programma Gol erano già parte del decreto ministeriale 4/2018, che indicava i livelli essenziali delle prestazioni da erogare. Allora come oggi si faceva riferimento a “prima accoglienza, profilazione, orientamento e patto di servizio personalizzato”. Il nodo resta insomma quello di capire se i centri per l’impiego saranno capaci di dare frutto alla enorme mole di finanziamenti europei, dimostrandosi all’altezza di accompagnare le persone verso un reale posto di lavoro.

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