La procrastinazione coinvolge il 20% degli adulti e più del 50% degli studenti. Questi ultimi, infatti, rimandano regolarmente le proprie attività. Bloccare al minimo le distrazioni e porsi sempre dei macro e dei micro obiettivi aiuta le persone ad essere proattive, dimenticandosi dell’abitudine di rimandare
Un vecchio detto popolare recitava così: “rimanda ad oggi tutto quello che puoi fare domani” e suonava un po’ come un monito per non procrastinare le commissioni da fare.
Se non hai mai seguito questo consiglio, non preoccuparti, non sei il solo. Basti pensare che oltre il 20% degli adulti e il 50% degli studenti rimanda regolarmente le proprie attività, prima di cominciare a farle. Anche gli animali lo fanno. Infatti, secondo alcuni scienziati, su alcune specie di uccelli si possono riscontrare comportamenti simili. Capiamo bene, quindi, che “l’arte del procrastinare” non è un atteggiamento così inusuale in natura.
Perché l’uomo tende a procrastinare
Dagli studi condotti per oltre 20 anni dal dottor Fuschia Sirois dell’Università di Sheffield, emerge che la procrastinazione ha molto a che fare con l’umore: nelle persone soggette a forte stress o che svolgono compiti altamente difficili, l’amigdala si attiva e segnala delle “minacce” e, di conseguenza, sempre questa piccola parte del nostro cervello influenza il nostro modo di agire, invitandoci a fuggire il pericolo o ad affrontarlo.
Per le persone che sono abituate a “fuggire” – cioè a procrastinare il più possibile un’attività – una possibile soluzione potrebbe essere quella di immaginare per 10 minuti sé stessi ma in un futuro di soli due mesi più in là. Questo esperimento ha mostrato che se si fa questo esercizio per due volte a settimana, si diminuisce il rischio di procrastinazione.
Ma c’è davvero una via di mezzo tra chi fa tutto e subito e chi finge addirittura di dover installare alcuni aggiornamenti sul proprio dispositivo elettronico (secondo l’indagine Kaspersky: il 16% degli italiani) per procrastinare meeting e riunioni di lavoro?
Per rispondere a questa domanda, bisogna riconoscere e classificare questo comportamento e cercare dei modi semplici ma efficaci per correggere la tendenza alla procrastinazione.
La procrastinazione in psicologia
In Psicologia si definisce procrastinazione quel comportamento che spinge a ritardare volontariamente un’azione, nonostante prevedibili conseguenze future negative. In parole più semplici: la procrastinazione si riferisce all’atto di sostituire attività prioritarie e importanti con attività piacevoli o compiti meno rilevanti o urgenti.
Quando l’abitudine a procrastinare si consolida, generalmente finisce per influire su aree sempre più vaste della propria vita. Ci si ritrova, infatti, a rimandare costantemente l’inizio, la prosecuzione o il completamento di numerose attività. Ma esistono dei modi per evitarlo?
Alcuni esempi su come evitare di rimandare l’inevitabile
Prendi carta e penna e fai una lista
Pianificare le tue attività può essere un’ottima idea, ma se continui a programmare le tue attività, senza mai iniziare, stai solo prendendo in giro te stesso. Scrivere su un foglio di carta dove e quando completerai un certo incarico o rendere pubblico l’impegno che vuoi prendere, condividendo il tuo piano con un amico, sono due dei metodi più semplici per cominciare a smettere di procrastinare e concentrarsi solo sulla realizzazione dei propri obiettivi.
Poniti micro e macro obiettivi
Pensare ad un impegno invece che affrontarlo non fa altro che ingigantirlo. Ogni giorno che pensi e non agisci, l’impegno cresce fino a diventare impossibile da affrontare. Impostare dei “macro obiettivi” e “micro obiettivi” serve a gestire il tuo tempo ed evitare di rimandare le cose che abbiamo da fare.
Gli obiettivi macro dovrebbero essere tutti quei progetti che si vogliono realizzare a grandi linee, gli obiettivi micro (o intermedi) sono tutte quelle azioni quotidiane necessarie per fare diventare realtà i tuoi macro obiettivi.
Blocca al minino le distrazioni
Molto dello stress presente nelle nostre vite è legato alle questioni aperte. Quando si ha questo problema, la soluzione è quasi immediata: risolvi il conflitto per evitare che ti risucchi tutta la tua energia mentale e fisica. Ma se la questione in sé richiede tempo per essere risolta, allontanala semplicemente dai tuoi pensieri, prima di cominciare a lavorare, onde evitare che si trasformi in una distrazione.
Per stimolare la tua concentrazione, cerca di rendere l’ufficio un luogo silenzioso e calmo, evitando il più possibile di controllare lo smartphone per andare sui social o leggere messaggi personali.
Non essere troppo severo con te stesso
Procrastinare non è sempre sinonimo di “perdere tempo”, molte persone, infatti, lo fanno perché vogliono raggiungere subito la perfezione.
Essere più sensibili alle conseguenze delle proprie azioni, potrebbe portare ad ulteriore procrastinazione: se smettessimo di essere così severi con noi stessi e abbassassimo le nostre aspettative, riusciremmo ad evitare di procrastinare un’attività più facilmente. Del resto, il dottor Fuschia Sirois ha sintetizzato questo concetto magistralmente:
Riconosci di non essere soddisfatto di te stesso, poi vai avanti. Non sei la prima persona a procrastinare, né sarai l’ultima. Benvenuto nella razza umana.