Le nuove aperture, spiegano da Primark, servono a rilanciare l’economia dopo l’emergenza pandemica. L’azienda irlandese, infatti, non vende sulle piattaforme online come fanno tutti i suoi principali competitors. Nessun e-commerce, dunque, nemmeno in tempo di pandemia ma una rete di negozi fisici dove tutti possono trovare qualcosa.
Roma, Catania, Chieti, Torino, Bologna, Caserta, Venezia e Milano daranno presto il benvenuto all’insegna blu di Primark: il ‘fast fashion’ della catena irlandese, infatti, aprirà altri 8 negozi in Italia, assumendo oltre 2mila persone.
Nessun e-commerce, dunque, nemmeno in tempo di pandemia. Al contrario, una rete di negozi fisici dove tutti possono trovare qualcosa. Dall’intimo agli auricolari per lo smarthpone, dai gadget per la tavola alle lenzuola da letto, dai pigiami per bambini alle decorazioni per la casa, il mondo a ‘basso costo’ di Primark riesce a coinvolgere tutte le fasce d’età.
Con le nuove aperture salirà a 14 il numero complessivo di negozi Primark in Italia. Il primo risale a cinque anni fa ad Arese (Mi), mentre l’ultimo è finalmente approdato nella Capitale lo scorso dicembre e, nonostante l’inaugurazione al centro commerciale Maxximo sia stata fatta durante le restrizioni anti-Covid, non sono mancate file chilometriche per acquistare i regali di natale.
A supporto di queste aperture sarà presto avviato un piano di assunzioni per oltre 2.000 posizioni, di cui 140 dedicate a ruoli manageriali per la gestione dei punti vendita, portando così a 3.600 il numero di dipendenti complessivo di Primark in Italia.
Le nuove aperture
Entro la fine del 2022, l’azienda aprirà i nuovi punti vendita presso Shopville Le Gru di Torino, Shopville Gran Reno di Bologna, Centro commerciale Campania di Caserta, Centro commerciale Nave De Vero di Venezia. E ancora, al Centro Sicilia di Catania, al Megalò di Chieti e infine a Milano in via Torino, scelta come sede centrale di Primark Italia.
Queste aperture, spiegano dall’azienda guidata dal Ceo Paul Marchant, servono a rilanciare l’economia dopo l’emergenza pandemica. L’azienda irlandese, infatti, non vende sulle piattaforme online come fanno tutti i suoi principali competitors e, per questo motivo, durante la pandemia ha registrato una perdita di 1,1 miliardi di sterline nella prima metà dell’anno.
Primark e i numeri della pandemia
«A dicembre, in linea con quanto permesso dal governo, abbiamo deciso di estendere gli orari di apertura al pubblico iniziando alle 7 di mattina e chiudendo alle 21 in tutti i punti vendita italiani – spiega al Corriere della Sera Luca Ciuffreda, head of sales di Primark Italia – siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti, tanto è vero che investiamo ancora».
Secondo il bilancio pubblicato nell’esercizio chiuso a fine agosto 2020, Primark Italia ha fatturato 200,9 milioni, con un calo contenuto in meno del 6%. Un buon valore, se pensiamo che non si sono appoggiati a nessuna piattaforma di e-commerce.
«I clienti cercano l’esperienza d’acquisto fisica. In tutto il mondo. Abbiamo aperto globalmente 15 punti vendita. Lo facciamo perché abbiamo un grosso ritorno da parte della nostra clientela», continua Luca Ciuffreda.
Fondata a Dublino nel 1969 e presente il 13 paesi dell’Europa, con più di 380 punti vendita, Primark vuole puntare sull’Italia, concentrandosi anche al Centro-Sud, una scelta quasi controtendenza rispetto al trend generale. «La domanda era forte e il commercio era incoraggiante. Ci aspettiamo che il periodo dopo la riapertura sia altamente generativo di cassa», conclude il capo vendite di Primark Italia.
Ma attenzione, perché le novità non finiscono qui. Infatti, fa sapere l’azienda, insieme alle collezioni già proposte – che vantano collaborazioni con Disney o Warner Bros – ci saranno anche alcuni pezzi sostenibili, ovvero realizzati interamente con materiali riciclati e organici.