Vuoi innovare il tuo business uscendo dai soliti schemi di mercato? Quello di cui hai bisogno è il pensiero laterale, una modalità specifica di pensiero creativo. Aiuta a trovare soluzioni servendosi dell’intuizione e ci spinge a mettere in discussione ciò che diamo per scontato.

La nostra società enfatizza principalmente lo sviluppo del pensiero logico e procedurale, ma questo non è l’unico modo per avere grandi idee. Sottovalutare le nostre capacità di pensiero laterale, infatti, significa perdere la possibilità di creare innovazioni inaspettate.
In questo senso ci viene in soccorso il pensiero laterale, soft skills che può tornare particolarmente utile nel mondo del lavoro.

Cos’è il pensiero laterale

L’espressione lateral thinking (pensiero laterale ndr) coniata nel 1967 dallo psicologo maltese Edward De Bono, si contrappone al pensiero verticale: quello che usiamo quando facciamo ricorso a competenze acquisite ed esperienze pregresse. Il pensiero laterale, invece, ci aiuta ad affrontare un problema sperimentando percorsi alternativi e punti di vista insoliti. Ecco perché è un grande alleato quando siamo in cerca di soluzioni creative.

 

“Il pensiero laterale è la disponibilità a cambiare intenzionalmente modello
all’interno di un sistema basato su modelli.” – Edward De Bono

Un esempio? Provate a risolvere questo indovinello mettendo alla prova il vostro pensiero laterale.

Un uomo entra in un bar e chiede al barista un bicchiere d’acqua. Il barista invece tira fuori una pistola, la carica e la punta contro l’uomo. L’uomo ringrazia il barista, e se ne va.

Perché l’uomo ha ringraziato il barista?

L’uomo aveva il singhiozzo e sperava di curarlo con un bicchiere d’acqua. Vedendo questo, il titolare sceglie di spaventare l’uomo per curare il suo singhiozzo.
Rendendosi conto di non avere più il singhiozzo, l’uomo ringrazia il barista e se ne va.

 

Il pensiero laterale in azienda

Per ideare strategie di marketing innovative, sempre più aziende adottano il pensiero laterale nei momenti di brainstorming. Non solo. Indovinelli di pensiero laterale sono spesso utilizzati nei colloqui di lavoro di alcune delle società più prestigiose, come Google, Facebook, Apple ed Airbnb.

Un esempio particolarmente noto nella storia degli ultimi 20 anni riguarda il Game Boy di Nintendo che, come ha raccontato in un video il giornalista David Epstein, è nato da un caso di “pensiero laterale con tecnologia avvizzita”.

Il giapponese Gunpei Yokoi, inventore di Nintendo non particolarmente dotato negli studi, riusciva a emergere nel suo lavoro in un modo che i suoi colleghi più talentuosi e specializzati non erano in grado di fare. Nonostante avessero ottenuto risultati brillanti negli studi, questi ingegneri più tradizionalmente capaci ragionavano solo in termini di tecnologie specifiche in cui si erano specializzati. Yokoi invece aveva proposto una soluzione che integrava la tecnologia più obsoleta – e quindi trascurata – con quella più recente, trovando il modo di farle lavorare insieme. Il risultato di questa combinazione ha dato vita a uno dei giochi più famosi del ventesimo secolo .

Come allenare il pensiero laterale

Le strategie più efficaci per allenare il pensiero laterale? Quando formuli un’ipotesi, non dare nulla per scontato. Se devi sciogliere un rompicapo, parti dalla fine, cioè dal risultato che vuoi ottenere. Per uscire da un circolo vizioso, cimentati con idee in apparenza assurde. Se c’è una domanda a cui non riesci a rispondere, prova a riformularla attraverso un’analogia.

Accontentarsi di un approccio o una soluzione “adeguata” diventa
il maggiore ostacolo alla ricerca di un’alternativa migliore.
– Edward De Bono

La tecnica dei sei cappelli

Una tecnica di pensiero laterale sfruttata nel team building e nei briefing aziendali è quella dei “sei cappelli” proposta da Edward De Bono: ogni membro immagina di indossare un cappello di colore diverso che simboleggia un’angolazione particolare da cui osservare la realtà. Se lavori in squadra, puoi assegnare a ogni membro il cappello di un certo colore:

Cappello bianco: simboleggia la neutralità. Ci insegna a vedere le cose in maniera oggettiva.

Cappello nero: indica la negatività, cioè la capacità di tener conto dei rischi in cui potremmo incorrere.

Cappello verde: si riferisce alla creatività. Ci spinge a oltrepassare i confini, ad avanzare proposte originali.

Cappello rosso: indica l’emotività. Ci fa immedesimare negli stati d’animo altrui.

Cappello giallo: è il colore dell’ottimismo. Ci consente di capire ciò che realisticamente potrebbe andare bene.

Cappello blu: rappresenta l’equilibrio e la capacità di autocontrollo.

Imparare a pensare in modo alternativo è, quasi per definizione, controintuitivo. Diceva De Bono:
“Il pensiero verticale si occupa di scavare la stessa buca più in profondità. Il pensiero laterale si occupa di scavare la buca da qualche altra parte.”
Per sviluppare questa capacità trascurata De Bono, nel suo articolo Information Processing and New Ideas – Lateral and Vertical Thinking, suggerisce quattro tecniche pratiche:

  1. Consapevolezza: essere consapevoli del modo in cui il cervello elabora le informazioni è il primo passo per migliorare il processo di pensiero laterale. È importante riconoscere la tendenza del cervello a fare affidamento su schemi di pensiero consolidati prima di iniziare a lavorare su un nuovo problema.
  2. Stimolazione casuale: spesso quando proviamo a pensare a qualche problema, escludiamo tutti gli stimoli esterni in modo da poterci concentrare. Tuttavia, consentire stimoli esterni non pianificati può interrompere la nostra dipendenza dai modelli imperfetti. Prestare attenzione alla casualità può spingere il nostro pensiero a nuove intuizioni.
  3. Alternative: De Bono sostiene che anche se esistesse una soluzione apparentemente adeguata a un problema, può essere utile metterla da parte e considerare deliberatamente approcci alternativi, indipendentemente da quanto possano sembrare ridicoli. Ciò aiuta a considerare un problema da tutte le angolazioni possibili.
  4. Alterazione: questa tecnica consiste nell’alterazione volontaria delle opzioni disponibili, come agire all’opposto di una direzione usuale o invertire qualsiasi relazione tra gli elementi del problema.