Siete stanchi di lavorare da casa, ma temete gli assembramenti in metro e in ufficio? Milano lancia l’esperimento nearworking: un tragitto casa-lavoro di 15 minuti e tutti i comfort di un ufficio. Ecco la cornice in cui prende forma il nearworking, la nuova modalità di lavoro in fase di sperimentazione a Milano.
Colpito duramente dal Covid-19, il capoluogo ambrosiano ha trovato una soluzione per conciliare le nuove esigenze dei cittadini. Da un lato, i disagi di lavorare da casa: in solitudine oppure in spazi affollati da bambini intenti a svolgere la DAD e compagni a loro volta al telefono o in riunione. Dall’altro, la necessità di contingentare gli ingressi sui mezzi pubblici e nei luoghi di lavoro, per contenere i contagi.
Cosa prevede il nearworking
- Tragitto casa – lavoro di 15 minuti al massimo
- Spazi con connessione wi-fi, postazioni per pc e tutti i comfort di un ufficio
- Nelle scrivanie accanto: non i colleghi, ma gli abitanti del quartiere
Gli spazi di proprietà del Comune di Milano, i coworking già esistenti e (in una seconda fase) le sedi aziendali di società partecipate da palazzo Marino vengono messi a disposizione dei dipendenti municipali per creare luoghi di lavoro decentrati, in prossimità delle rispettive abitazioni.
A trarne beneficio non sarebbero solo gli individui coinvolti nell’esperimento, ma tutta la collettività: traffico decongestionato, emissioni ridotte e una nuova vita per quelli che finora sono stati tristi quartieri-dormitorio.
«Un nuovo modello di vivere e lavorare – spiega Cristina Tajani, assessore alle Politiche del Lavoro del Comune – in una città a 15 minuti. L’obiettivo è quello di avvicinare il luogo di lavoro alla propria abitazione favorendo così lo sviluppo di quartieri non più dormitorio, ma con servizi e nuove attività commerciali con conseguente risparmio di tempo e di emissioni derivanti dagli spostamenti obbligati»
Benefici individuali del nearworking
Il nearworking è un terzo modo di intendere il lavoro da remoto, che porterebbe alla riduzione del senso di isolamento che si crea tra le mura domestiche, spesso tra stanze troppo piccole e magari figli in didattica a distanza. Tre i principali benefici individuali del nearworking:
- combatte la solitudine dello smartworking
- favorisce un miglior equilibrio tra tempi di vita e tempi di lavoro
- evita il rischio di assembramenti in metro e in ufficio
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Benefici collettivi
La proposta del «nearworking» è inserita nel quadro più generale del ridisegno dei tempi della città, reso ancor più necessario dall’emergenza Covid, soprattutto nell’ottica di gestire il traffico veicolare cittadino e desincronizzare gli orari con l’obiettivo di migliorare l’organizzazione dei tempi della città. La soluzione è stata approvata dalla Giunta comunale e prevede in prima istanza una sperimentazione sui dipendenti comunali.
Come sostiene l’assessora alle Politiche del Lavoro, Attività Produttive e Risorse Umane del Comune di Milano, Cristina Tajani: «L’obiettivo è quello di avvicinare il luogo di lavoro alla propria abitazione favorendo così lo sviluppo di quartieri non più dormitorio, ma con servizi e nuove attività commerciali con conseguente risparmio di tempo e di emissioni derivanti dagli spostamenti obbligati»
Gli effetti benefici di un’attività di sperimentazione di questo genere riguarderanno dunque:
- Traffico cittadino decongestionato
- Emissioni inquinanti ridotte
- Nuova vita ai quartieri dormitorio
Prossimi step
Il piano si svilupperà lungo due direttrici previsti dalle linee guida. In primo luogo il Comune di Milano e le sue partecipate adotteranno nei prossimi mesi, il POLA (Piano Organizzativo del Lavoro Agile), che consolida il lavoro agile come modalità lavorativa complementare al lavoro in presenza a cui si aggiungerà:
- un nuovo orario flessibile in entrata e uscita
- una nuova attrezzatura tecnologica e digitale per i dipendenti al fine di migliorarne le performances, monitorarne l’attività lavorativa e responsabilizzare i lavoratori agli obiettivi professionali secondo le nuove modalità.
Attraverso il cambio di mentalità e la riorganizzazione dei luoghi fisici del lavoro verso situazioni più dinamiche, si concorre a ripensare il sistema-città nel suo complesso, favorendo l’implementazione di servizi locali di quartiere e di prossimità per i cittadini, limitando gli spostamenti tra centro e periferia, nell’ottica di sviluppo di una Milano policentrica e inclusiva.