Quali saranno i lavori più richiesti in Italia nel 2030? Ecco l’elenco delle professioni più richieste secondo lo studio di EY, Pearson e Manpower
L’economia italiana – così come tante altre nel resto del mondo – ha subito un duro colpo a seguito della pandemia di Covid-19, con migliaia di persone che hanno perso il lavoro o sono tuttora in grave difficoltà.
A partire dal mese di maggio 2020 e con la riapertura delle economie degli Stati, alcuni settori hanno timidamente provato a rialzarsi (fitness, turismo, ristorazione, intrattenimento…), ma restano comunque tante, troppe, le persone che cercano lavoro e/o provano a reinventarsi in una nuova carriera. Senza contare i giovani che devono immettersi nel mondo del lavoro per la prima volta o devono scegliere un percorso universitario che li accompagni verso il futuro che desiderano.
Scegliere un percorso professionale non è semplice, perché implica una profonda conoscenza di sé stessi, delle proprie capacità e punti di forza e un obiettivo definito per guardare al futuro con ambizione e serenità. Allo stesso tempo è importante anche conoscere il mercato del lavoro, perché se è vero che la passione è il sale della vita, scoprire troppo tardi che un percorso di studi non ha risvolti pratici può rivelarsi deludente. Nessuno in fondo vuole investire tempo e denaro in un percorso formativo che porta a compensi minimi.
Dopo un anno di licenziamenti imprevisti e sconvolgimenti economici dovuti alla pandemia globale da coronavirus, le persone in cerca di lavoro hanno priorità specifiche: vogliono certezze.
Professioni 2030. Il futuro delle competenze in Italia
A questo proposito le società Pearson Italia, Ernst&Young e Manpower Group hanno realizzato lo studio predittivo Professioni 2030. Il futuro delle competenze in Italia, pubblicato da Il Sole 24 Ore, con l’obiettivo di delineare con lungimiranza le coordinate del mondo del lavoro entro cui ci muoveremo nel futuro, in un raggio di medio-lungo periodo.
Lo studio ha l’obiettivo di indagare i cambiamenti nel mondo del lavoro e la domanda di professioni e competenze nel prossimo decennio, individuando quali professioni saranno più richieste e quali invece subiranno una contrazione; e, di conseguenza, quali competenze saranno necessarie per entrare e muoversi con successo nel mondo del lavoro.
La ricerca si rivela ricca di indicazioni utili per chi opera nel mondo dello sviluppo economico e in quello della formazione e del lavoro, con l’obiettivo di sviluppare politiche e azioni finalizzate alla riduzione dello skills mismatch, innovare i percorsi di didattica, formazione e orientamento e aumentare l’occupabilità di qualità nel nostro paese.
Lo studio è stato realizzato attraverso una metodologia di skills forecast, basata su tecniche di machine learning nell’ambito dell’intelligenza artificiale, già adottata da Pearson e Nesta con l’università di Oxford in un progetto simile del 2017.
I risultati dello Studio di EY, Pearson e ManpowerGroup confermano le tendenze emerse in questi ultimi mesi: la transizione tecnologica e la crisi in atto continueranno ad avere un ruolo chiave nel definire il futuro dell’occupazione e soprattutto si configureranno come acceleratori dei processi di obsolescenza di competenze, mansioni e professioni.
I processi di digitalizzazione e iperconnessione richiederanno profili di competenze multi-sfaccettate, in grado di gestire la complessità tecnica, tecnologica, organizzativa e gestionale. In questo contesto, sarà essenziale tanto l’upskilling quanto il reskilling dei lavoratori, nonché la formazione di skills adeguate nei giovani che fanno per la prima volta il loro ingresso nel mercato del lavoro.
I settori in crescita e decrescita nel 2030
Le previsioni per i settori in crescita occupazionale sono:
- servizi informatici e delle telecomunicazioni (+1,5%)
- servizi culturali, sportivi e altri servizi alle persone (+0,9%)
- servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone (+0,9%).
Fortemente in decrescita invece l’occupazione nel settore dei servizi finanziari e assicurativi (-1,7%); agricoltura, caccia e pesca (-1,5%); industria della carta, cartotecnica e stampa (-1,5%).
Tre le 793 professioni analizzate nello studio, emerge che:
- il 43,50% (345) risulta in decrescita;
- il 20,30% (161) è stabile;
- il 36,20% (287) si prevede in crescita.
Lavori più richiesti in Italia: le 30 professioni in crescita
La Top30 delle professioni in crescita evidenza che 17 professioni (il 57%) sono legate a doppio filo all’informatica e alla tecnologia. Seguono (5 su 30, pari al 17%) l’istruzione e la formazione e le professioni basate sul supporto alla persona con diretto riferimento all’inserimento o reinserimento lavorativo (3 su 30, il 10%).
I mestieri in decrescita
Le professioni per cui è previsto un declino sono per lo più quelle legate alle attitudini fisiche e psicomotorie la cui attività è fortemente ripetitiva. Questo genere di mestieri è sostituibile da processi di automazione.
Altri ruoli invece risultato in decrescita perché caratterizzati da scarsa adattabilità al contesto oppure perché troppo verticali nella specializzazione (elevate abilità tecniche e conoscenze) e soggetti alla crisi del settore professionale di riferimento.
Le competenze chiave
Lo studio Professioni 2030. Il futuro delle competenze in Italia individua anche un set di soft skill (competenze non tecniche ma cognitive) che saranno utili alle persone per adattarsi alle nuove esigenze di mercato. In questo set di cinque competenze, due sono abilità considerate di base (come la capacità di apprendimento attivo e la capacità di ascoltare), altre due abilità sociali (come l’adattabilità e capacità di comprendere gli altri) e una è un’abilità relativa al problem solving, ovvero alla capacità di risolvere problemi, anche complessi.
- Abilità per la risoluzione dei problemi – Risoluzioni dei problemi complessi. Identificare problemi complessi e raccogliere le informazioni utili a valutare possibili opzioni e trovare soluzioni.
- Abilità di base – Apprendimento attivo. Comprendere le implicazioni di nuove informazioni per la soluzione di problemi presenti, futuri e per i processi decisionali.
- Abilità sociali – Adattabilità. La capacità di coordinare le proprie azioni a quelle degli altri.
- Abilità sociali – Empatia. Comprendere le reazioni degli altri e il perché reagiscono in determinati modi.
- Abilità di base – Ascolto attivo. Fare attenzione a quello che gli altri stanno dicendo, soffermandosi per capirne i punti essenziali, ponendo domande al momento opportuno ed evitando interruzioni inappropriate.
Queste cinque competenze cognitive sono la base su cui si poggia il successo professionale dei prossimi dieci anni.
Lavori più richiesti in Italia: le 5 figure emergenti
Nelle prime posizioni della classifica si possono individuare ulteriori classi di specializzazione che stanno emergendo con vigore:
- Specialisti delle interfacce umane – progettazione interfacce utente visuali attraverso schermi touchscreen. Per questa professione serviranno conoscenze di psicologia e anche la capacità di comprensione degli altri.
- Human-machine teaming manager – È un mix tra psicologo del lavoro e progettista di software. Questa figura è trasversale perché ha competenze sui temi dell’organizzazione del lavoro e allo stesso tempo una forte capacità di comprendere i sistemi informatici ed elettronici. In questo ambito si stanno diffondendo i cosiddetti “assistenti virtuali”, algoritmi di intelligenza artificiale che ricordano appuntamenti e scadenze e che offrono soluzioni per l’organizzazione del lavoro.
- Tecnici delle macchine a guida autonoma – Questi specialisti sono in grado di comprendere il funzionamento sia degli elementi meccanici che di quelli elettronici/informatici per garantire la manutenzione e il controllo dei veicoli di nuova generazione.
- Addetti all’integrazione con i robot assemblatori – Queste figure sono l’evoluzione degli operai addetti all’assemblaggio di prodotti industriali, che sono tra quelli a maggior rischio a causa dei processi di automazione. Il futuro per loro è l’attività di supporto all’integrazione dei robot assemblatori.
- Progettista di visite turistiche ed eventi culturali virtuali – La pandemia sta accelerando lo sviluppo e la diffusione di questa figura. Le professioni di origine sono l’agente di viaggio e l’organizzatore di fiere, esposizioni ed eventi culturali. Alla base un mix tra conoscenze di informatica ed elettronica, di comunicazione e media e l’attitudine cognitiva di ideazione e creatività.