Le morti bianche in Italia conteggiate solo fino ad agosto erano 657. Eppure nella bozza di accordo Stato Regioni è scritto che la soglia di ore di formazione obbligatoria per i lavori ad alto rischio può scendere a dieci ore, contro le sedici di un tempo. “È uno scandalo” commentano dalla Fillea Cgil, il sindacato che rappresenta i lavoratori dei cantieri ad alto rischio, tra cui gli edili.

Meno ore di formazione obbligatoria per i lavori considerati ad alto rischio. Tra questi ci sono ad esempio quelli che si svolgono nei cantieri edili. Nel nostro Paese si contano solo nei soli primi otto mesi dell’anno 657 morti sul lavoro. Ufficialmente, perché non esiste la stima di chi perde la vita sul lavoro ma non ha mai firmato un contratto. Eppure le ore di formazione obbligatoria per i lavori ad alto rischio potrebbero passare da sedici a dieci. A stabilirlo la bozza dell’accordo Stato regioni approvata a settembre e messa a punto dal ministero del Lavoro. Per il momento non c’è niente di definitivo, “è solo un documento che sta circolando tra gli addetti ai lavori” conferma con Dealogando Ermira Behri, segretaria Fillea Cgil Roma Lazio con delega alla salute e sicurezza sul lavoro. “Noi ci stiamo battendo per contrastarlo”. In concreto la misura andrebbe a modificare l’articolo 37 del Testo Unico per la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, quello che prevedeva appunto sedici ore obbligatorie di formazione.

Le tre categorie di rischio per la formazione obbligatoria

La situazione “che avevamo finora prevedeva una suddivisione dei lavori in tre categorie di rischio, alto, medio e basso” spiega la sindacalista. Rischi minori erano “ovviamente associati a lavori come quello di ufficio e nei servizi”. Si passava poi al livello medio tra cui rientrano “per esempio trasporti e pubblica amministrazione”. Per poi finire nell’alto rischio “di chi lavora nell’edilizia ma anche nella chimica, nella sanità e nei rifiuti tanto per citare alcuni esempi”. Si stabiliva quindi “per tutti una formazione generale, anche in e-learning, per un totale di quattro ore, e poi pacchetti aggiuntivi di quattro, otto e dodici ore man mano che si sale con il livello di rischio”. Per chi presta la propria attività nei cantieri, il numero di ore doveva essere quindi sedici.

Ore di formazione obbligatoria uguali per tutti

Adesso invece il retromarcia: “Vogliono eliminare la suddivisione in categorie, e inserire una formazione unica di dieci ore valida per tutti”. Una scelta “scandalosa” la definisce Behri, ma in linea con una politica di governo “che vuole solo non dare troppo fastidio alle aziende” nonostante sia in corso “una strage di lavoratori”. Lo ha riconosciuto perfino “il Presidente della Repubblica Mattarella in occasione dell’incontro con i tre segretari dei principali sindacati a inizio ottobre”. Ma non è bastato a far cambiare indirizzo all’esecutivo, “e lo ha dimostrato anche il nuovo codice degli appalti entrato in vigore a marzo scorso”. Una delle principali novità introdotte è proprio il meccanismo degli appalti a cascata: “Negli appalti pubblici, quindi parliamo di soldi nostri, è consentito un ribasso del 25 per cento rispetto alla base d’asta, e poi del 20 nelle imprese in sub appalto” spiega la portavoce.

Nelle aziende in subappalto peggiorano le condizioni di sicurezza contro i rischi

Il risultato è che “più si scende nella catena delle imprese in subappalto, più si trovano aziende poco strutturate e in cui le condizioni offerte peggiorano”. È in queste realtà “che si verificano in modo nettamente maggioritario le morti bianche: si calcola che solo lì ne avvenga il 70 per cento”. A pagare sono sempre i lavoratori, “a cui soprattutto in questo tipo di aziende non vengono forniti nemmeno i materiali indispensabili per la sicurezza come le scarpe antinfortunistiche o il casco”. E a farne ancora di più le spese sono gli immigrati, “che spesso neanche parlano la nostra lingua e avrebbero bisogno di un mediatore culturale”. Irregolarità a cui si somma il sommerso, “impossibile da certificare anche a livello di morti: l’Inail non è in grado di fornire questi dati”.

Controlli su formazione obbligatoria e sicurezza sul lavoro sono “inesistenti”

“Una giungla” a suo dire, in cui i controlli sono praticamente inesistenti. L’Ispettorato del lavoro ha un organico talmente insufficiente “che è stato calcolato che un’azienda italiana può aspettarsi mediamente un controllo ogni vent’anni”. Il che equivale a dire che certe aziende possono agire indisturbate sia sul piano della sicurezza che su quello della formazione: “Impensabile immaginare un controllo durante un corso di formazione in aula, credo non sia mai successo nella storia”. La realtà “è che spesso si arriva a comprare certificati fake su Internet per documentare ore di formazione mai svolte”.

Le richieste di Fillea Cigil per i lavori ad alto rischio

La nostra richiesta come sindacato “è di essere convocati a un tavolo che ci riconosca come associazione che rappresenta cinque milioni di  lavoratori”. Bisogna “ripristinare le ore di formazione obbligatorie, rivolgendosi no a entità farlocche bensì a enti ufficiali”. Nel caso dell’edilizia “ci sono 121 scuole di formazione presenti in tutta Italia”. E poi, altro punto, “va data la possibilità di aprire un vero contenzioso giudiziario per i casi di morti sul lavoro, il cui effetto ricade su famiglie che improvvisamente si ritrovano senza un futuro”. Affinché la strage si fermi serve “una procura nazionale per la sicurezza sul lavoro e l’introduzione dell’aggravante di omicidio sul lavoro”.