La gestione sostenibile delle risorse rappresenta un asset imprescindibile per la costruzione di un brand solido. Difatti, è stato notato come questo atteggiamento imprenditoriale permetta di aumentare il grado di attaccamento del cliente, di accrescere la produttività dei dipendenti e, ultimo ma non meno importante, di attrarre nuovi talenti verso il brand stesso

Essere sostenibili è la filosofia aziendale che oggi accomuna sempre più brand. Siamo chiari: talvolta ci si accontenta di apparire, non di essere realmente. A questo proposito, basti notare l’enorme diffusione che oggi hanno le campagne di marketing ingannevole, non a caso denominate con la formula greenwashing. Eppure, un atteggiamento di vera e sentita attenzione verso l’ambiente può assumere un valore strategico per l’impresa.

Infatti, il consumatore moderno, sempre più attento e consapevole, è disposto ad abbandonare persino il proprio amato brand, solo se questo appare poco trasparente o anche semplicemente disinteressato rispetto alla questione ambientale. Si consideri, ancora, che il consumatore d’oggi tende a trascinare questi intransigenti atteggiamenti anche negli altri ruoli sociali rivestiti (ad es. di lavoratore o di candidato). É proprio in questi campi molteplici che il Green Employer Branding, ossia la gestione sostenibile delle risorse aziendali, può diventare un vero vantaggio competitivo per le imprese.

 

La sostenibilità in aiuto dei brand

Si consideri che il brand è molto più che un semplice nome-simbolo: esso è un elemento costitutivo e chiave nelle relazioni che l’impresa intrattiene. In un mondo sempre più iper-competitivo e globalizzato risulta imprescindibile la creazione di un’identità aziendale solida, tale da risultare credibile agli occhi dei consumatori e non solo. Basti riflettere su un dato di fatto: il consumatore contemporaneo si differenzia notevolmente da quello delle generazioni precedenti.

 

Spesso, si preferisce attuare una strategia aziendale miope, garantendosi maggiori profitti nel breve termine, e facendo finta di non sapere, come le proprie scelte si rivolteranno contro

 

Cresciuto nell’era della crisi climatica, attento allo sfruttamento sostenibile delle risorse, esso è pienamente consapevole delle scelte etiche ed ambientali delle imprese. Che, d’altra parte, conoscono il nuovo e dirompente fenomeno che condiziona i consumi. Eppure, ben poche tra esse sono disposte ad affrontare gli enormi costi che la riconversione verde delle aziende richiede. Spesso, si preferisce attuare una strategia aziendale miope, garantendosi maggiori profitti nel breve termine, e ignorando, o facendo finta di non sapere, come le proprie scelte si rivolteranno contro la propria impresa, oltre che contro il futuro dell’umanità intera.

Così, se un marchio appare poco attento al tema della sostenibilità ambientale il consumatore è disposto, anche sostenendo costi maggiori, ad abbandonarlo a favore di un altro che dimostri di avere a cuore le sorti della Terra.

Di fronte a questo nuovo atteggiamento entra in gioco il c.d. sistema del Green Employer Branding. Esso consiste in una riconversione “green” dell’azienda, ben fondata sui princìpi dell’economia circolare e dell’innovazione sostenibile. L’adozione di un tale sistema comporta un vantaggio competitivo e, dunque, la creazione di valore aggiunto, l’ emersione per differenza dalla concorrenza, ma anche l’aumento della soddisfazione e delle performance del capitale umano già presente in azienda. Infine, il vedersi assicurati i talenti del futuro, attratti dall’identificazione di quel brand quale luogo ideale di lavoro.

 

Dall’employer brand al green employer brand

Accanto a ciò occorre rimarcare un altro fenomeno. Sappiamo che per Employer Branding si intende quell’insieme di pratiche aziendali nate dalla collaborazione tra differenti aree funzionali, come per esempio la gestione delle risorse umane ed il marketing. Così, l’Employer Branding permette di comunicare e trasmettere la cultura ed il valore di un brand non più esclusivamente verso quel vasto ambiente esterno all’impresa, come vogliono le classiche politiche di marketing, bensì all’interno della stessa e quindi verso dipendenti e aspiranti dipendenti.

 

«dipendenti felici fanno clienti felici»

 

Diversi studi hanno dimostrato che «dipendenti felici fanno clienti felici», ed i fattori che concorrono al raggiungimento della gratificazione del dipendente, molteplici ed eterogenei, rappresentano proprio gli obiettivi della strategia di Employer Branding. Ad oggi, però, l’impegno che l’impresa mette nel ridurre il proprio impatto ambientale e l’attenzione che pone verso la questione climatica rappresentano sempre più un fattore essenziale per far crescere l’attaccamento al brand, tanto dei consumatori quanto dei dipendenti. In questo contesto è nato un nuovo modo di intendere le strategie di Employer Branding, che sono evolute nel Green Employer Branding.

Per un numero crescente di lavoratori il tema ambientale rappresenta una variabile da cui far dipendere la scelta dell’impresa per cui voler lavorare, determinando il grado di attaccamento al brand e di soddisfazione e, di riflesso, l’essere più produttivi e motivati. Il successo futuro delle imprese è determinato dalla capacità di attrarre capitale umano di valore. I lavoratori, infatti, tenderanno a scegliere il brand con la reputazione di miglior ambiente in cui lavorare, permettendo all’impresa non solo di reclutare i migliori talenti, ma anche di fidelizzarli. Così, il rispetto dell’ambiente e l’implementazione di progetti di sostenibilità sono rientrati fra le priorità di molti brand.

Un esempio concreto di come queste politiche possano essere implementate in azienda è dato dallo sviluppo dello smart working: nato per evitare un’interruzione della produttività durante i lockdown pandemici, garantirebbe una riduzione del fenomeno del pendolarismo, a volte eliminandolo del tutto, riducendo il peso sull’ambiente.

Al contempo permetterebbe, a chi lavora da remoto, di sfruttare i dispositivi personali per lavoro, riducendo il numero di device che l’azienda dovrà acquistare e conseguentemente dismettere e riciclare. Altro esempio è dato dalle iniziative di “volontariato aziendale”: la partecipazione dei dipendenti, in prima persona, ad attività di tutela dell’ambiente consentono loro di sentirsi parte attiva nello sviluppo della cultura aziendale, e ciò permette al contempo di promuovere i valori dell’azienda, che diventano così parte dell’identità stessa del lavoratore.

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