La condizione di stress interessa circa il 22% dei lavoratori in Europa ed è stato stimato che una percentuale compresa tra il 50% e il 60% delle giornate lavorative perse in un anno, è correlata allo stress lavorativo. La gestione dello stress in ufficio è una delle soft skills più apprezzate sul posto di lavoro e permette di migliorare le condizioni di salute con relativo beneficio sia sociale che aziendale.

Pressioni, scadenze, obiettivi da raggiungere. La gestione dello stress è un requisito fondamentale per la crescita lavorativa e rientra nelle soft skills – o competenze professionali – che contraddistinguono un lavoratore in grado di organizzare in maniera efficace il suo lavoro e trovare soluzioni immediate e semplici agli imprevisti.

Considerare il problema dello stress sul lavoro significa raggiungere una maggiore efficienza e un deciso miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza sul lavoro. Benefici che si traducono, di conseguenza, anche come vantaggi economici e sociali per le aziende, i lavoratori e la società nel suo insieme.

Studi recenti, che hanno preso come campione gli impiegati che lavorano nell’Ue, evidenziano come lo stress sia il problema di salute più largamente diffuso, dopo i disturbi muscoloscheletrici. Del resto, la condizione di stress sul posto di lavoro interessa circa il 22% degli impiegati in Europa ed è stato stimato che una percentuale compresa tra il 50% e il 60% delle giornate lavorative perse in un anno, è correlata allo stress lavorativo.

Gestione dello stress: cosa dice la Comunità europea

L’Unione Europea ha valutato il costo economico dello stress legato alla attività lavorativa pari a circa 265 miliardi di euro all’anno e, inoltre, coloro che lavorano 12 ore al giorno, hanno sviluppato un aumento nel rischio di malattia e infortuni del 37% rispetto a quelli che lavorano meno ore.

I dati raccolti sono utili a capire anche il fenomeno dello smart working, durante l’emergenza Covid-19: da un punto di vista psicologico, lavorare da casa ha comportato un fattore di rischio per la sindrome da burnout, ovvero “esaurimento”. Infatti, 2 lavoratori su 3, ovvero il 69% dei lavoratori, soffrono di burnout, il 20% in più rispetto ai mesi che hanno preceduto il lockdown.

Gestione dello stress: la pratica Mindfulness

Saper gestire lo stress significa soprattutto acquisire consapevolezza dei propri limiti e dei propri bisogni. Sul posto di lavoro, durante una prova importante che genera uno stato di tensione, una pratica utile è la Mindfulness.

Di matrice buddista, questa tecnica consiste nell’esercitare la mente a pensare al “qui e ora” e di accogliere le emozioni e i pensieri, senza giudicarli. Un po’ come la locuzione latina ‘Hic et nunc’, usata dal filosofo esistenzialista Martin Heidegger, per la quale l’uomo è considerato nella fragilità della sua condizione.

Una ricerca condotta dall’Università di Harvard ha spiegato i benefici di questa tecnica, riscontrando che i praticanti di Mindfulness sviluppano una particolare empatia, che si traduce anche in attenzione, e una buona capacità di autosservazione, che diventa anche capacità di problem solving.

Alcuni suggerimenti per gestire al meglio lo stress

Gestire il proprio lavoro, concentrandosi su tempi, scadenze e risorse è il primo passo per organizzare la propria giornata, sapere cosa fare aiuta a non arrivare affannati a fine giornata. Inoltre, studi scientifici dimostrano che lavorare in un ambiente ordinato, pulito e sereno, aiuti a migliorare la produttività e la concentrazione.

La gestione dello stress sul lavoro comporta, infine, di rivedere il rapporto con i propri colleghi. In questo caso, sono proprio le abilità assertive ad essere fondamentali, perché aiutano a dire ciò che si pensa realmente, senza offendere nessuno. Questo migliora le relazioni in azienda e aiuta a essere resilienti anche nelle situazioni più stressanti.