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Se ne sente tanto parlare, eppure non tutti hanno ben chiaro che cosa sia il gender gap e che cosa implichi nella vita di tutti i giorni. Ma, soprattutto, perché dovrebbe essere importante chiudere questo divario

Il gender gap può essere definito come il divario esistente tra uomini e donne in tanti ambiti diversi che però ha un impatto negativo su aspetti importanti della nostra quotidianità, come la salute, l’educazione, l’economia e la politica.

La definizione di gender gap secondo la Treccani è appunto: “Divario tra generi; con particolare riferimento alle differenze tra i sessi e alla sperequazione sociale e professionale esistente tra uomo e donna”.

Il massimo esperto su questa tematica è il World Economic Forum, che ogni anno rilascia un report in cui presenta un quadro sull’ampiezza e la portata del divario di genere in tutto il mondo.

Il gender gap nel mondo del lavoro

Una delle cause principali di questo divario è la scarsa rappresentazione delle donne nel mondo del lavoro. In Italia, per esempio, il gap al momento è pari al 25%, con solo il 56,5% di donne attive professionalmente.

Aumentare la partecipazione delle donne nella forza lavoro è importante perché ci permette di promuovere l’empowerment femminile a livello economico e ci offre la possibilità di creare aziende più inclusive e innovative.

L’altra grande causa del gender gap sul posto di lavoro è il divario salariale tra uomini e donne che – nonostante un leggero miglioramento subito quest’anno – a livello mondiale è ancora approssimativamente intorno al 37%. (Fonte: Global Gender Gap Report 2021)

Sono tante le donne che si battono per il gender pay gap, tra queste, c’è anche Serena Williams che, in una lettera a Fortune, ha denunciato come gli stipendi delle donne nere sono mediamente inferiori del 17% rispetto a quelli delle donne bianche e che per ogni dollaro che guadagna un uomo, le donne nere guadagnano 63 centesimi (le donne bianche 80 centesimi).

Questo vale anche per Serena Williams e per tutte le donne nel tennis. Tanti tornei, infatti, hanno deciso di colmare il proprio gender pay gap ma altri no. Per esempio il Western & Southern Open in Mason, Ohio – il più grande evento che si tiene nelle settimane prima lo United States Open – paga ancora le donne soltanto $ 0,63 rispetto agli uomini.

Secondo il New York Times, invece, Roger Federer nel 2015 ha ricevuto $ 731.000 per aver difeso il suo titolo al torneo, mentre Serena Williams ha ricevuto $ 495.000 per aver difeso le sue, ore dopo.

Quanto ci costa il gender gap

Secondo le ultime analisi di raccordo fra l’occupazione femminile e l’impatto sul Pil italiano,  è emerso che il gender gap causa un mancato apporto di circa 268 miliardi di euro, pari a oltre il 18% del Pil. I dati fanno riferimento ad Agosto 2017. (Fonte: intervista a Giuseppina De Cicco, Sales & Marketing manager Cital)

A livello globale, invece, secondo la più recente valutazione di Bank of America Merrill Lynch Global Research, l’uguaglianza di genere in termini di Pil mondiale entro il 2025 varrà addirittura 28 trilioni di dollari.

Possibili soluzioni

Per eliminare il gender gap è fondamentale cambiare il nostro modo di pensare e impegnarci nella divulgazione. Affinché tutti (dis)imparino quei concetti che ci ostacolano dal progredire, sarebbe importante cominciare a costruire, tutti insieme, una nuova cultura basata sull’uguaglianza.

Dal punto di vista delle lavoratrici, invece, gli aspetti su cui puntare per combattere il gender gap sono essenzialmente quattro:

  • Formazione:  specializzarsi è una qualità imprescindibile per rendere le donne sempre più preparate e competitive sul mercato del lavoro. Anche in quelle industrie che, ad oggi, sono dominate prevalentemente da uomini.
  • Flessibilità: le donne devono farsi promotrici di nuove formule di lavoro per definire il proprio equilibrio tra vita lavorativa e privata e poter portare a termine tutti i loro obiettivi, senza dover rinunciare a nulla. Soprattutto ora che lo smart working è stato sdoganato, le donne hanno la possibilità di ridefinire i loro ritmi.
  • Benefit: spesso, purtroppo, le donne ricevono proposte economiche non troppo soddisfacenti dalle aziende. Per trarre più benefici, si possono negoziare dei benefit utili al proprio equilibrio e alla propria carriera che all’azienda non comportano sforzi eccessivi, ma che potrebbero fare una grossa differenza nella vita delle proprie dipendenti.
  • Personal branding: all’interno del gender gap, ricade anche il confidence gap, ovvero il divario nella confidenza in sé stessi che hanno uomini e donne. Per risolverlo, quest’ultime devono iniziare a lavorare sul proprio personal branding, imparare ad auto-proporsi e, soprattutto, promuoversi.