Cronaca di ordinaria violenza sul lavoro: da una recente indagine di WeWorld e Ipsos è emerso che il 70% delle donne ha subito molestie in ufficio. Un trend che non lascia spazio a dubbi: la violenza di genere va combattuta ovunque e ogni giorno, ma soprattutto è tempo di mettere in campo soluzioni concrete
Battutine, apprezzamenti, pareri – assolutamente non richiesti – su come sei vestita oggi, domande inopportune durante il colloquio di lavoro riguardanti la vita privata o le prospettive a breve termine (ti sposi? vuoi fare figli?) fino a molestie vere e proprie. Sono le situazioni, o meglio gli abusi, che ancora oggi decisamente troppe donne (circa il 70%) sono costrette a subire sul luogo di lavoro. Che, ahinoi è, insieme alla casa, uno dei luoghi non del tutto sicuri per una donna.
Perché tra gli aspetti più deleteri e deprimenti della violenza di genere c’è proprio quello di non sentirsi al sicuro, o anche semplicemente a proprio agio, nei luoghi che si frequentano ogni giorno: la casa, l’ufficio. Secondo un sondaggio realizzato da Ipsos lo scorso novembre e i cui dati sono stati commentati dallo stesso Enzo Risso (direttore scientifico di Ipsos) su Il Domani, qualsiasi forma di violenza sulle donne è figlia di una cultura maschilista e patriarcale ancora troppo radicata e persistente nel nostro Paese.
Ma, al di là dei numeri della violenza tra dati sui femminicidi e quelli sulle molestie che si verificano in ogni dove, a sconvolgere è il “giustificazionismo” degli uomini rispetto a queste stesse violenze. Ancora in troppi tendono a non definire “inammissibili” determinati comportamenti o reazioni soprattutto di fronte ad una donna che decide di interrompere una relazione, o di non cedere alle avances di un uomo.
Determinate forme di violenza, poi, sono capaci più di altre di provocare un disagio psicologico che a sua volta ha come conseguenza quella di far sentire una donna incapace di agire e ribellarsi a determinate azioni. Sul lavoro, infatti, è spesso l’autorità di un vertice a “immobilizzare” una donna, o comunque a renderla più vulnerabile e “disarmata” di fronte a provocazioni e molestie. Nel giorno che ricorda l’importanza di combattere la violenza di genere, ecco qualche (drammatico) numero su questo fenomeno.
I dati sulle molestie nel mondo del lavoro
I risultati emersi dall’indagine di WeWorld e Ipsos “La cultura della violenza. Curare le radici della violenza maschile contro le donne” (novembre 2021), raccontano un quadro triste e desolante.
Intanto, quasi 3 lavoratrici su 10 dichiarano di aver ricevuto domande sulla propria volontà di sposarsi e/o fare figli a un colloquio di lavoro.
Circa la stessa percentuale ha ricevuto apprezzamenti indesiderati verbali o non verbali.
Una donna su 4 ha ricevuto domande insistenti e invadenti sulle proprie relazioni personali, mentre 2 donne su 10 sono state vittime di battute o offese legate al proprio genere, sempre sul lavoro.
Il 70% delle donne vede nella cultura patriarcale e maschilista la causa più importante dalla violenza sulle donne.
3 uomini su 10 individuano ancora nelle donne, che provocano e che umiliano, le cause della violenza.
Il 40% delle donne dichiara di aver subito una forma di violenza e/o molestia o una forma di controllo in una relazione sentimentale o famigliare.
Il 66% degli uomini considera la propria fidanzata, compagna, moglie o una ex un oggetto di proprietà.
Il 19% degli uomini non assume una posizione di completa condanna di fronte ad azioni come procurare ustioni o cercare di soffocare una donna in un momento di rabbia, mentre solo per il 77% degli uomini lanciare oggetti contro una donna è inammissibile.
Per il 27%, invece, è ammissibile inviare in rete o ad amici video espliciti di una donna.
Per l’82% delle italiane il femminicidio è una emergenza da affrontare il prima possibile, mentre per il 66% degli uomini l’allarme è contenuto.
Questa emergenza è infine maggiormente avvertita al Sud (79%) rispetto al Nord (70%).
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Hai mai ricevuto molestie sul luogo di lavoro? Scrivici e raccontacelo, anche in forma anonima. Ogni testimonianza è utile per sensibilizzare l’opinione pubblica alle tematiche sulla violenza di genere.
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