Non se ne parla mai abbastanza, anche se ultimamente è diventato un hot topic: quanto è importante salvaguardare la salute mentale affinché non condizioni il lavoro? E quanto è importante che sia il lavoro a non danneggiare il nostro benessere psicologico?

È importante parlare di salute mentale, ancor di più quando condiziona o viene condizionata dalla propria realtà lavorativa.  La salute psicologica non deve essere trascurata, né minimizzata, ancor di più se influisce ed è strettamente legata all’ambiente professionale. Vi hanno mai chiesto come vi sentite, davvero? Non il classico: “Come stai?” superficiale, quello chiesto da chi, alla fine, non ha tanto interesse ad ascoltare la risposta. Non è facile prendersi cura della propria salute mentale, ma è importante farlo e cercheremo di spiegarvi perché questo incide anche sul vostro posto nel mondo, anche lavorativo.

 

Salute mentale e lavoro: come si distruggono a vicenda

Che il lavoro comporti stress è un dato appurato, una storia vecchia come il mondo e testimoniata da diversi studi. Il più recente è stato effettuato da BVA Doxa per Mindwork, ed è emerso che l’85% degli intervistati considera il proprio benessere psicologico generale correlato al benessere lavorativo e viceversa. Un legame stretto, a dir poco sigillato, che a lungo andare diventa un’arma a doppio taglio. Ma quali sono i sintomi per capire se c’è qualcosa che non va? Come ci si può rendere conto che il benessere psicologico è stato compromesso? Queste domande potranno apparire banali e scontate per molti, ma il più delle volte chi soffre di salute mentale non ne è consapevole.

Si può parlare di depressione, ansia, stressattacchi di panico, condizioni che sfociano nel burnout, quella sensazione di sfinimento che tende ad allontanarci dal nostro ruolo professionale, causando un calo d’efficienza. In inglese, burnout significa letteralmente “bruciato”. Questo termine viene utilizzato per sottolineare un esaurimento emotivo, fisico e mentale, o tutte queste cose contemporaneamente. Di recente, soprattutto in seguito alla diffusione del Covid-19, ne abbiamo sentito parlare sempre di più.

La pandemia ha causato – o contribuito ad esacerbare – problematiche le cui conseguenze sono ancora oggi ben palpabili: in tantissimi hanno ammesso di aver sofferto, durante la fase più acuta dell’emergenza sanitaria, di ansia e attacchi di panico. Situazioni molto gravi, che lo diventano ancora di più se riuscire a parlare di salute mentale non è sempre così facile, soprattutto nei luoghi di lavoro, dove il benessere psicologico continua ad essere sottostimato. Come evidenzia un sondaggio effettuato in California e riportato dal Los Angeles Times, su 800 giovani la metà non ha potuto chiedere un supporto adeguato. La causa il più delle volte è da ricondurre ai costi elevanti e alla mancanza d’accesso immediato.

 

Il bellissimo messaggio di Selena Gomez

Chiedere aiuto non è mai una condanna. Non si sbaglia mai ad alzare la mano in un momento di difficoltà, quando si ha un dubbio e si vuole approfondire quello che non si capisce. È una delle prime lezioni di vita che insegnano a scuola: alzare la mano davanti ad un interrogativo. Ed è anche bello poterla afferrare, quella mano, dando un aiuto a chi ne ha bisogno. È da questo desiderio che è nata una nuova realtà imprenditoriale che coinvolge Selena Gomez. Popstar e attrice amatissima dai Millennials, ha lanciato una startup, Wondermind, il cui obiettivo è stimolare e tutelare la salute mentale. Insieme a sua madre Mandy Teefy e Daniella Pierson, vuole “democratizzare e destigmatizzare” la cura della propria salute mentale. In che modo?

La startup offre il consulto di 11 professionisti della salute mentale che curano ogni contenuto. Attraverso un filtro disponibile sul sito web, si accederà a una vasta tipologia di contenuti in base alle proprie emozioni (se si è tristi, arrabbiati, soli). Come riporta Forbes, l’intenzione di Wodermind è di offrire supporto attraverso le testimonianze date da interviste, articoli e consigli per la salute mentale. È importante allenare la mente così come si fa con il proprio corpo: bisogna prestare attenzione costantemente, un impegno quotidiano per poter migliorare, sia dentro che fuori.

 

Cosa può fare l’azienda per aiutare la salute mentale del lavoratore

Secondo uno studio, il 40% delle persone non si sente libero di esprimere il proprio malessere emotivo al lavoro e ha dichiarato di non sentirsi tutelato sotto questo punto di vista dalla propria azienda. In questo modo la salute mentale peggiora. Perché succede questo? Prima di tutto per mancanza di sensibilità verso il tema. Motivo per cui il 49% degli under 34 ha scelto di lasciare il proprio lavoro per disturbi legati alla propria salute mentale. Una scelta che può sembrare avventata, soprattutto per il periodo di profonda incertezza che stiamo vivendo, ma strettamente necessaria per il proprio benessere.

Come evitare che salute mentale e lavoro si demoliscano a vicenda? Iniziando a parlare di più di salute mentale nelle aziende, le quali devono iniziare a pensare a delle iniziative specifiche in tal senso, come corsi di formazione o sottoponendo questionari a cadenza regolare ai dipendenti per capire se c’è qualcosa che non va e come migliorare. L’azienda può fare tanto, non solo come singolo ma come insieme, permettendo a chi sta soffrendo di affrontare in modo più consapevole la guarigione. Trattare i propri dipendenti come persone e non come numeri è forse il primo passo per permettere a salute mentale e lavoro di non annientarsi a vicenda.