White Libra, startup per l’innovazione sul lavoro, ha creato una piattaforma per agevolare, incentivare e rendere più tutelato il “lavoro agile”. Intervista al CEO Nicolò Boggian

«Lo smart working? Abbiamo a che fare con questo modo di lavorare da prima che diventasse mainstream». A parlare è Nicolò Boggian, co-founder di White Libra, startup che si occupa di innovazione e lavoro, due concetti che, pandemia o meno, vanno sempre più di pari passo. La diffusione del Covid-19 e il conseguente lockdown, però, hanno in un certo senso accelerato il percorso che dovrebbe portare aziende e lavoratori, che siano liberi professionisti o dipendenti, ad abbandonare determinati modelli e “routine” ormai un po’ stantie.

Contemporaneamente, gli smart workers hanno bisogno di maggiori incentivi e tutele. Ed è questa la direzione in cui guarda White Libra con la sua Digital Work City, letteralmente una città digitale del lavoro e praticamente una piattaforma per una organizzazione dello smart working che consente a domanda e offerta di incontrarsi e ai lavoratori di sentirsi più tutelati grazie ad una gestione davvero “futuristica” dei team di lavoro ma anche di pagamenti, fatture e contributi. Ma come funziona la Digital Work City e a quali nuove esigenze del mondo del lavoro risponde? Noi di Dealogando lo abbiamo chiesto direttamente al suo CEO e fondatore.

Nicolò, come nasce White Libra?

Nasce due anni fa dopo che, conducendo una serie di attività professionali con dei soci, ci siamo trovati di fronte a dei problemi del mercato del lavoro che volevamo risolvere: il primo è che, ad oggi, il lavoro è sempre più strutturato su singoli progetti. I processi organizzativi si stanno adattando ad una tipologia di lavoro sempre più digitale tra scambio di dati e attività che sono diventate sempre più rapide e flessibili, che possono essere interrotte e riprese in qualsiasi momento oppure aggregate ad altre attività. Tutto questo genera situazioni in cui persone diverse lavorano su progetti diversi e finora non esisteva una piattaforma che consentisse di creare un ambiente in cui collegarli generando valore per tutta la struttura.

Nicolò Boggian
Nicolò Boggian, CEO e co-funder di White Libra

L’obiettivo è stato quello di creare una sorta di continuità aziendale pur nel cambiamento di progetti e persone.

Ci siamo proposti di migliorare, regolandolo, anche l’aspetto normativo legato all’esercizio di determinate attività: oggi se vuoi lavorare su singoli progetti e attività, soprattutto in Italia, sei costretto ad aprirti la partiva Iva e in tutto il mercato, soprattutto europeo, c’è una maggiore attenzione alla protezione sociale del lavoro.

Nei paesi anglosassoni, invece, il mercato del lavoro è un concetto più veloce, dinamico, lo perdi e lo ritrovi, mentre qui c’è l’idea che il datore di lavoro o le istituzioni debbano accompagnarti all’interno del mercato. Le partite Iva, in particolare, si ritrovano troppo spesso in una situazione lavorativa insoddisfacente che va avanti da tanto tempo e che non viene mai risolta. Proprio per questo motivo ci siamo messi a cercare una soluzione normativa, organizzativa e strutturale che consentisse ai professionisti di lavorare con la libertà di una partita Iva ma con tutte le tutele di un rapporto di lavoro subordinato.

White Libra ha creato Digital Work City, una piattaforma che rappresenta una straordinaria novità in materia di smart working. Come funziona e in che modo può agevolare i lavoratori?

Ci si iscrive alla piattaforma e al suo interno, in uno stesso sistema, si possono trovare subito opportunità di lavoro, soprattutto su progetto o riguardanti lo scambio di dati e di consulenze, o attività che è possibile affiancare ad altre che si stanno già svolgendo.

Sulla nostra piattaforma è possibile ad esempio fare un part time che si affianchi ad un lavoro full time in modo tale da poter sperimentare diverse competenze. White Libra, in questo senso, diventa un vero e proprio datore di lavoro: se sei un titolare di partita Iva e vuoi tenerla puoi farlo, ma se invece non ce l’hai e non hai intenzione di aprirla la società può direttamente assumerti. Tutte le tue diverse collaborazioni e “micro-incarichi”, poi, andranno a confluire all’interno della City.

In un mondo del lavoro in continua evoluzione tra digital e smart working ma che risente della nuova crisi economica dovuta alla pandemia di Covid 19, la Digital Work City permette un facile incontro tra domanda e offerta e aiuta inoltre le aziende e i professionisti a tenersi sempre aggiornati tramite corsi di formazione. In che modo?

La piattaforma fornisce un ambiente di sviluppo delle competenze molto robusto che aggrega inoltre servizi di e-learning e formazione. Noi crediamo nella fondamentale importanza di una formazione continua e non conosciamo altre piattaforme che offrano questo servizio combinandolo al matchmaking.

L’ambizione della Digital Work City è anche quella di fornire delle competenze che possano essere spese rapidamente su dei progetti o di suggerire al professionista quelle che non ha e che può acquisire: è questo il vero valore aggiunto.

Con il lockdown moltissime aziende e lavoratori hanno avuto a che fare, per la prima volta, con lo smart working, testandone pregi e difetti. In che modo è possibile, in prospettiva futura, migliorare il modo in cui oggi viene concepito il “lavoro agile”? In questo senso, a quali nuove esigenze risponde la vostra startup?

Andiamo verso un futuro in cui i ruoli delle persone, dei lavoratori, saranno un po’ più ibridi, come le attività che questi svolgeranno. Se si riesce, quindi, ad utilizzare un network di persone per raggiungere i proprio obiettivi c’è un grande guadagno in termini di efficacia. Il mercato del lavoro deve diventare sempre più trasparente ed organizzato.

White Libra aggrega anche una serie di servizi alla persona per rispondere alle esigenze di quei lavoratori che hanno figli o genitori anziani, servizi di welfare che hanno l’obiettivo di eliminare gli ostacoli che non permettono di svolgere la propria attività lavorativa serenamente. Con White Libra è l’azienda che si mette a disposizione della persona per aiutarla a realizzare i propri obiettivi, non il contrario.

Non solo: a seconda della propria condizione professionale e del tipo di progetto o attività a cui si lavora la piattaforma suggerisce la formula più giusta per quanto riguarda inquadramento e retribuzione. Tutto questo sempre all’insegna della trasparenza e della centralità del lavoratore.