TAC è una startup che digitalizza biglietti da visita, trasformandoli in piccoli “cartoncini virtuali” con un’estetica piacevole, contemporanea e funzionale. Domitilla Ranaldi, responsabile marketing, nel raccontarci i servizi offerti da questa realtà spiega anche quali sono i principali impedimenti che rallentano la transizione digitale delle imprese italiane

Sostenibilità e digitalizzazione, due concetti che, mai come ora, devono andare di pari passo. E a cui, infatti, saranno destinate molte delle risorse del Recovery Plan messo a punto dal Governo in questi giorni. Si tratta di una direzione “doverosa” per le aziende, soprattutto se pensiamo ai dati Istat recentemente pubblicati con riferimento al 2020: l’82% di queste, con almeno 10 addetti, non adotta più di 6 tecnologie tra le 12 contemplate dall’indicatore europeo di digitalizzazione (nel Mezzogiorno è l’87,1%). E, nell’universo digitale, non mancano le soluzioni smart capaci di rendere l’attività lavorativa sempre più efficace e rapida, come quelle ideate da TAC.

TAC (Touch and Contact) è una startup che digitalizza biglietti da visita, trasformandoli in piccoli “cartoncini virtuali” con un’estetica piacevole, contemporanea e funzionale. Ma questo è solo uno dei tanti modi in cui il gruppo di innovatori si propone di velocizzare i processi di digitalizzazione aziendali, fra cui lo scambio di documenti in cloud. Verrà così ridotto l’uso di supporti stampati offline per tutto ciò che riguarda i processi di lavoro aziendali, contribuendo anche alla missione globale riguardante la sostenibilità. Domitilla Ranaldi, responsabile marketing di TAC, ha raccontato a Dealogando come superare tutti gli impedimenti che ancora rallentano, e molto, la transizione digitale delle imprese e tutte le funzionalità di questa nuova applicazione che potrebbe rivoluzionare lo scenario business.

Domitilla Ranaldi

Transizione digitale del sistema economico: se ne sente parlare molto ma di risultati se ne vedono pochi. Il mondo del business italiano è pronto al cambiamento?

È vero, siamo molto indietro rispetto all’Europa. Basti pensare che solo il 34% delle aziende è sufficientemente digitalizzato in Italia rispetto al 68% degli altri paesi. Il business italiano ha però tratto anche dei benefici dalla situazione d’emergenza pandemica in cui ci troviamo, riuscendo a superare uno dei più grandi limiti di tutti i tempi: quello culturale. Il Covid ha accelerato il processo di trasformazione digitale, a partire dallo smart working, in direzione di una più decisa e massiccia digitalizzazione di attività e processi.

Che genere di ostacoli – legislativi, di mentalità, tecnologici o di natura finanziaria – impediscono la transizione digitale delle nostre imprese?

Fare il punto sull’innovazione del Paese oggi significa in primo luogo fare i conti con il piano produttivo, organizzativo e, prima ancora, culturale. C’è sicuramente un problema di fondo che limita le imprese nel loro processo di digitalizzazione ma, come sempre con ogni problema, proprio in esso si nasconde la ricetta per arrivare ad una valida soluzione. Ripensare il business in ottica evolutiva e tecnologicamente orientata verso l’adozione di questi strumenti rappresenta una sfida che esige, di pari passo, l’elaborazione di un nuovo modello di regolamentazione.

Sostenibilità: business ed eco-compatibilità possono davvero andare insieme o le soluzioni a disposizione sono tutte cosmetiche?

La sostenibilità sta diventando sempre più parte integrante e determinante delle strategie di molte aziende. Oltre al dato strategico, per la nostra generazione in particolare conciliare l’innovazione tecnologica e la tutela dell’ambiente è ormai d’obbligo per progettare società ed economie migliori. Questa è la vera sfida che ci troviamo ad affrontare in questo periodo di emergenza, la quale rappresenta un ostacolo e allo stesso tempo un’opportunità unica. Un mondo più sostenibile è anche un mondo più prospero e resiliente, ma soprattutto più innovativo nel modo di fare business.

Quando è nata TAC e quali sono le vostre prospettive per quanto riguarda finanziamenti e team?

TAC nasce nel 2019 da un’idea di Roberto Sfoglietta e Riccardo Angioli, sulla base di un reale bisogno in ambito business: associare un volto ad un nome. Durante la loro partecipazione al Blockchain summit di Dubai, infatti, hanno collezionato una serie infinita di biglietti da visita con nomi stranieri, difficili da ricordare. La difficoltà maggiore era nel riconoscere quali fossero validi e quali no e di qui l’idea di mettere in piedi un vero e proprio business. In seguito, collaborando con vari professionisti del settore, il progetto ha continuato ad evolversi.

Oggi TAC è un’applicazione mobile per IOS e Android associata a un sito web che permette agli utenti di avere sempre tutto a portata di mano: analisi, supervisione e gestione dei propri processi aziendali, insieme alle schede dettagliate dei componenti del proprio team. A sostegno di questo progetto c’è una squadra composta da 7 persone, ma contiamo di espanderci velocemente arrivando a 10 risorse. Siamo sul mercato B2C da circa un mese e contiamo di chiudere dei contratti B2B per fine mese.

Quali sono i vostri principali servizi e come avete intenzione di essere “disruptive” nel vostro ecosistema?

TAC nasce con l’obiettivo di rivoluzionare le dinamiche di condivisione di profili professionali, documenti, eventi o riunioni e della gestione del proprio network. Grazie a TAC il profilo di ogni professionista – che si presenterà in forma “alta”, immediata e ben visibile nell’app – viene assemblato con informazioni personali, link social e immagini fotografiche. Siamo a disposizione, inoltre, per le aziende che desiderano concordare dei servizi aggiuntivi. Guardiamo al domani e crediamo fortemente nell’innovazione e nella necessità nel mercato di linfa nuova.