“Dobbiamo guardare al futuro pensando che i giovani di oggi saranno la classe dirigente di domani, pertanto è fondamentale investire nella loro formazione” ci tiene a sottolineare Alessandra Barlini, Responsabile dell’impatto e Consigliera di Amministrazione di operàri, società di consulenza indipendente B2B che eroga servizi di Corporate Governance, Risk Management e Internal Audit

 

Alessandra Barlini ha iniziato a lavorare a Cagliari e proprio lì, dopo un’esperienza decennale in una grande multinazionale, ha fondato insieme ad altri soci operàri, che oggi ha sede nel centro di Milano. Si tratta di una microimpresa, che compie macro azioni. Infatti, dal dicembre del 2020 operàri è una Società Benefit, che si impegna ad avere un impatto responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti delle persone, della comunità e dell’ambiente. Dal 2021, invece, la società è stata inserita tra le 20 eccellenze lombarde proprio per le iniziative dedicate ai dipendenti.

Viviamo in un periodo in cui, stando al report di Gallup sullo stato dell’ambiente di lavoro globale nel 2022, solo il 21% degli italiani si dice soddisfatto di quanto la propria azienda sta facendo per l’ambiente. Nel momento in cui viene chiesto agli italiani se hanno provato tristezza nella giornata di ieri, le risposte ci portano sul podio al secondo posto, con quasi un terzo degli intervistati che risponde in modo affermativo (27%), subito dopo Cipro (28%) e prima del resto d’Europa. Un altro dato preoccupante, che ci fa riflettere sulla salute dei dipendenti nel nostro paese, riguarda i bassi, quasi inesistenti, livelli di coinvolgimento che proviamo quotidianamente; solo il 4% degli italiani, infatti, sente di dare un contributo rilevante attraverso il proprio lavoro e uno su due (49%) si dice stressato, oltre che preoccupato (45%).

In un contesto di questo tipo una realtà come quella di operàri, Società Benefit che nel gennaio 2022 ha ottenuto anche la certificazione B Corporation, sembra dare un segnale di speranza. Le B Corp in Italia sono circa 120 e dopo aver ottenuto la certificazione si devono sottoporre a un processo di valutazione che verrà ripetuto e approvato da B Lab, un ente no profit, ogni tre anni per il rinnovo. Un percorso non semplice, ma che consente all’azienda e a chi ci lavora di porsi nuovi obiettivi, che vanno dall’etica alla salute, dal benessere alla sicurezza fino allo sviluppo professionale e alla crescita del livello di coinvolgimento e soddisfazione.

 

Secondo una recente ricerca l’Italia risulta l’unico paese in Europa, insieme alla Grecia, in cui i salari non sono cresciuti negli ultimi anni. Inoltre, è il paese con minor produttività e in cui l’orario di lavoro è più lungo. Qual è il tuo punto di vista su questa situazione e cosa fa operàri per il benessere dei suoi dipendenti?

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I dipendenti sono la nostra forza e riteniamo che in una microimpresa le persone siano la priorità. Trascorriamo quasi la metà della nostra vita al lavoro, quindi la salute fisica e psicologica vengono prima di tutto. In questo senso, ci impegniamo a ridurre gli impatti negativi che possono minare questo benessere, attraverso la formazione. Infatti, nel 2020 abbiamo intrapreso due percorsi formativi con la psicologa, perché ci sentivamo soli a causa dell’evento pandemico, ma anche perché essendo abituati a lavorare in gruppo e con il cliente ci siamo trovati chiusi in casa. La psicologa ci ha aiutati, insieme, a gestire queste paure, che sono umane e di tutti.

 

Quindi investire nella formazione può essere una delle soluzioni all’insoddisfazione sul lavoro? Molti imprenditori considerano le ore per l’apprendimento sacrificabili, cosa ne pensi?

L’investimento in formazione è sempre importante. Ogni anno facciamo quattro eventi, di cui due fuori Milano. Quest’anno, per esempio, abbiamo festeggiato i 18 anni di operàri e siamo andati in Sardegna, grazie ad un viaggio organizzato dall’azienda. Siamo stati proprio dove è nata la società e dove abbiamo avuto il nostro primo cliente: Tiscali. Ci siamo confrontati su quello che abbiamo vissuto durante l’anno, mettendo da parte la paura di offendere l’altra persona. Inoltre, il nostro obiettivo di quest’anno è proprio quello di investire almeno il 15% delle ore lavorative in attività formative. Sappiamo che sono ore spendibili con i clienti, ma non vediamo questo come un sacrificio, anzi siamo sicuri che queste porteranno a un ulteriore sviluppo della nostra realtà, a partire dalla responsabilizzazione delle persone.

 

Culturalmente in Italia non siamo abituati a darci feedback, come riuscite a farlo senza creare conflitti? E se ci sono stati, quali ostacoli avete incontrato durante la realizzazione di questo progetto?

Da un lato le persone vogliono feedback da chi ha più esperienza, per sapere se stanno facendo bene il loro lavoro, dall’altro ne hanno timore. Ad operàri abbiamo imparato che è fondamentale scardinare gli stereotipi, come quello secondo il quale il capo non può ricevere feedback negativi. Se non diamo questi feedback continueremo a sbagliare.  L’ascolto è un altro dei nostri punti cardine, riportato nella nostra relazione d’impatto in quanto società benefit. Abbiamo fatto un sondaggio per i nostri stakeholder, chiedendo quanto i nostri obiettivi fossero importanti per loro, per capire se quello che stiamo facendo crea valore condiviso, non solo per noi. Il nostro obiettivo di beneficio comune come società benefit è proprio quello di realizzare un ambiente di lavoro che assicuri a tutti pari opportunità, a partire dall’apprendimento continuo.

 

Quando una risorsa non sta bene in un determinato contesto lavorativo tende a cercare un’altra occupazione e a perdere si è in due in questo caso. Come è possibile per un datore di lavoro prevenire ed evitare questa fuga di talenti?  

Nel 2017 la Commissione europea ha sviluppato EntreComp, il quadro di riferimento europeo per spiegare cosa si intende per mentalità imprenditoriale, offrendo una descrizione completa delle conoscenze, delle abilità e delle attitudini di cui le persone hanno bisogno per essere imprenditori e creare valore finanziario, culturale o sociale per gli altri.

È interessante notare come EntreComp identifichi 15 competenze principali, tra cui il supporto alla formazione di educatori ed insegnanti per sviluppare le competenze imprenditoriali, la progettazione di programmi e opportunità di apprendimento e il riconoscimento e la certificazione delle competenze. Questo framework propone una revisione delle competenze che si imparano fin da quando si va a scuola e che anche noi, in Italia, dovremmo cominciare ad adottare.

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