Girava qualche tempo fa un discreto scetticismo: a essere in questione era il futuro dei Bitcoin e, più in generale, delle cosiddette criptovalute.

E invece il 2020 è stato l’anno d’oro per l’ormai celebre “moneta bit” che all’inizio 2021 capitalizzava complessivamente oltre 580 miliardi di dollari, più della leggendaria Berkshire Hathaway di Warren Buffett; a inizio gennaio si era oltre i 31mila dollari per arrivare, alle porte di febbraio, ad aver bruciato i 40mila dollari di valore per singolo Bitcoin: una crescita complessiva di oltre il 300% in soli 12 mesi.

Certo, in questi giorni c’è stato un piccolo fenomeno di ribasso, motivato dalle ragioni che fra poco spiegheremo, ma sono gli esperti come gli analisti di JPMorgan Chase a stimare che entro il 2021 il Bitcoin potrebbe raggiungere cifre astronomiche, vicine ai 150mila dollari e, in ogni caso, superiori ai 100mila.

Tutto merito dell’ingresso a gamba tesa nel mercato delle criptovalute degli investitori qualificati, fondi di investimento e specialisti della manovra finanziaria che, negli ultimi 3 anni, hanno osservato i movimenti di questa innovativa tecnologia per la trasmissione del valore. Digitale, trasparente, protagonista del nostro presente e probabilmente del nostro futuro, la criptovaluta si basa come è noto su un sistema a catena distribuita (Blockchain) per cui un’avvenuta transazione non è validata da un ente dotato di forza autoritativa come può essere una banca, ma viene certificato da tutti i precedenti proprietari: grazie alla crittografia vengono generate e poi scambiate le unità di valuta.

Nata grazie all’invenzione dell’anonimo programmatore (o collettivo informatico) noto sulla rete come Satoshi Nakamoto, la valuta Bitcoin è stata inizialmente creata e scambiata da appassionati e risparmiatori che, intorno al 2017, quando il valore aveva mostrato di poter salire, sono per così dire “passati alla cassa” per liquidare il proprio investimento, comportando una caduta nelle quotazioni e le voci sulla fine delle crypto.

Niente di più falso, visto che da quel momento, con la consapevolezza che l’investimento poteva funzionare, i grossi fondi di investimento hanno iniziato a lavorare per rendere il bitcoin il nuovo bene rifugio, al posto dell’oro.

“Il bitcoin ci ha dimostrato di essere più longevo della vita media di una valuta nazionale”

spiega a Dealogando Gian Luca Comandini, massimo esperto in Italia di blockchain e membro della task force del MISE sulla Blockchain: “Ci ha dimostrato di avere quelle caratteristiche di bene rifugio e riserva di valore che le valute ormai hanno perso da tempo a causa dell’inflazione. Gli eventi parlano chiaro: il dollaro crolla, il bitcoin sale. La finanza tradizionale arranca, la finanza decentralizzata si popola di utenti. Il vecchio mondo è sull’orlo del collasso, il nuovo mondo ha già la soluzione e sta solo aspettando che venga accettata e compresa da tutti. Ormai il settore Crypto è in grado di sostituire in meglio tutti i servizi e le funzioni del mondo bancario e delle banche centrali. Nessuno sceglie di viaggiare in carrozza se può avere una Lamborghini“, conclude il docente di Blockchain all’Università Guglielmo Marconi di Roma.