La notizia del vaccino anti-Covid sperimentato da Pfizer ha scosso i mercati. Marco Scioli ci spiega perché questa notizia può avere effetti importanti sull’economia

Stiamo per vedere la luce in fondo al tunnel buio della fase Coronavirus? Si diffonde la fiducia in Europa e nel mondo dopo la diffusione della notizia: ottimi e sovra-performanti i risultati del vaccino elaborato da Pfizer. La Commissione Europea si fida e ordina un massiccio quantitativo di dosi di cui 27 milioni sono già destinati all’Italia. Scienziati e divulgatori spiegano: è un passo in avanti deciso, anche se non bisogna subito farsi illusioni perché il vaccino RNA della nota multinazionale avrà rilevanti problemi di distribuzione e logistica. L’industria farmaceutica però annuncia: già in produzione le dosi. E i mercati festeggiano.

Ma è una bolla finanziaria? Un fenomeno emotivo? Come giudicare l’impennata dei listini dopo la diffusione della notizia?

Noi di Dealogando abbiamo intervistato Marco Scioli, presidente e cofondatore di Starting Finance, il primo network per l’informazione e l’educazione finanziaria rivolto a giovani e millennials e animato da una squadra integralmente under 30.

Marco, come è possibile che una semplice notizia relativa al vaccino abbia tutti questi effetti sull’andamento delle borse?

Bisogna distinguere in effetti fra dinamica del mercato finanziario e quel che accade all’economia reale. Il mercato tende a seguire il comportamento delle persone, se a un certo punto si inizia a sentire ottimismo salgono gli acquisti. Più c’è ottimismo, più si compra ed ecco che il prezzo sale: si tratta di normali fluttuazioni, direi. Le borse hanno iniziato a valutare potenzialmente l’impatto che potrebbe avere il vaccino di Pfizer con i test che sono andati molto bene rispetto alle aspettative e i prezzi si sono impennati. Vale però anche l’effetto contrario, nel momento in cui arrivano notizie negative improvvise che potrebbero andare ad influenzare i mercati, inizia a diffondersi il panico tra gli operatori e quindi il mercato scende.

Parlavi però anche di un forte impatto sull’economia reale.

Volendo dare un’immagine un po’ metaforica, supponiamo che oggi si chiuda tutto e come per magia arrivi un vaccino che in un minuto viene somministrato a 7 miliardi di persone. Gli effetti che il Coronavirus ha causato all’economia reale rimarrebbero lì, nulla cambierebbe. E si tratta di impatti molto più duri di quelli che per ora il virus ha avuto sui mercati finanziari. E dico di più: supponiamo che malauguratamente il vaccino non si rivelasse funzionante. Cosa succederebbe? I mercati andrebbero a scontare, a stornare una prospettiva di crescita che avevano finora individuato. E questo avrebbe un ulteriore effetto boomerang sul sistema produttivo.

È ormai luogo comune sostenere che da questa pandemia non c’è ritorno. Quali segmenti aziendali e settori di produzione vedi in crescita nei prossimi anni?

Probabilmente può sembrare intuitivo, ma di certo il settore farmaceutico è quello un po’ più da tenere sott’occhio, come d’altronde tutte le aziende che fanno parte anche del comparto biotecnologico. Altri ambiti da non sottovalutare in questo periodo sono sicuramente la robotica e l’intelligenza artificiale, che avranno senza dubbio un ruolo sullo studio e sulle tecnologie da adottare nella farmaceutica per vincere il Covid19.