Con il launch event del 10 dicembre è partita la Maker Faire Rome: il più grande evento italiano sull’innovazione torna in formula interamente digitale nel rispetto delle misure antiCoronavirus, ma con una casa base ad altissima tecnologia costituita dallo studio televisivo allestito negli spazi dell’ex Gazometro romano. Saranno giorni in cui si metteranno in mostra i principali traguardi dell’innovazione italiana, i principali risultati degli startupper e dei maker del nostro paese e i più interessanti esperimenti nel campo dell’impresa innovativa.
Si tratta di un momento di sicuro impatto per l’ambiente business. Il tessuto imprenditoriale italiano è fatto, come si sa, di piccole e piccolissime imprese. Sono proprio loro gli attori economici che da un lato costituiscono l’ossatura del Sistema Paese, dall’altro sono i soggetti che hanno maggiori difficoltà a fare quei grandi investimenti in aggiornamento tech che consentirebbero il salto di qualità.
I dati a disposizione di Innovacamera, l’azienda speciale della Camera di Commercio di Roma che organizza la Maker Faire, sottolineano che “l’Italia si colloca al 22º posto nell’Ue per quanto riguarda l’integrazione delle tecnologie digitali”. L’uso dei servizi cloud è rimasto stabile (questi vengono utilizzati dal 15% delle imprese italiane) e si pone appena al di sotto della media Ue (18%). Il divario tra Italia e Ue si sta allargando per quanto riguarda il commercio elettronico: su questo i dati sottolineano che “solo il 10% delle pmi italiane vende online (cifra ben al di sotto della media Ue del 18%)”.
“L’uscita dall’emergenza non sappiamo quando ci sarà”, spiega a Dealogando Massimiliano Colella, direttore generale di Innovacamera: “Siamo ancora nella seconda fase, gli esperti dicono che arriverà la terza e quindi l’incertezza regna sovrana. Quel che è certo è che oggi, senza tardare ancora, le imprese – soprattutto le pmi – devono investire in innovazione e in formazione per migliorare le skill dei propri dipendenti e il tasso di innovazione della propria produzione. Questo le aiuterà ad essere pronte quando la crisi finirà definitivamente e potranno tornare al loro normale ritmo di lavoro”.
È dunque cruciale tenere d’occhio l’ecosistema dell’innovazione e partecipare ad eventi come la Maker Faire. “Il nostro lavoro in fiera”, ha continuato Massimiliano Colella, “ha sempre avuto l’obiettivo di portare l’innovazione in maniera semplice a tutti. Se un bambino esce dalla Maker Faire e sa raccontare cosa è l’intelligenza artificiale, vuol dire che la fiera è stata un successo. Questo ancor di più vale per gli imprenditori, per gli amministratori delegati delle società, i responsabili dei settori ricerca delle pmi: tutti sono invitati, tutti sono i benvenuti”.