Dopo la pandemia, con la sperimentazione del lavoro ibrido e remoto, “non dobbiamo stupirci se quasi 8 persone su 10 ritengono che lavorare un giorno in meno alla settimana migliorerebbe il proprio benessere e aumenterebbe il loro livello di felicità”, spiega il ceo di PageGroup Tomaso Mainini sulla settimana lavorativa corta

Mentre alla Camera dei Deputati comincia il dibattito sulle proposte di legge per la settimana lavorativa corta in Italia, alcune risposte sul tema sono già messe a disposizione dal sondaggio condotto da PageGroup su oltre 70.000 professionisti in tutto il mondo.

Dai dati emerge come l’equilibrio tra lavoro e vita privata sia uno dei principali indici della soddisfazione lavorativa: il 70% delle persone, se dovesse scegliere tra benessere e successo professionale, opterebbe per il work-life balance.

Per 6 mesi, 33 aziende in tutto il mondo hanno seguito il principio 100:80:100™ di 4 Day Week Global: prevede che i dipendenti ricevano il 100% dello stipendio per l’80% delle ore lavorate, raggiungendo comunque il 100% degli obiettivi di produttività.

I risultati raccolti sono stati positivi: in media, coloro che hanno partecipato allo studio sulla settimana lavorativa di 4 giorni hanno valutato l’esperienza con un punteggio di 9,1 su 10, evidenziando un buon equilibrio tra lavoro e vita privata, un calo dei livelli di stress, del burnout e della fatica, una migliore salute mentale e, in generale, una maggiore soddisfazione.

Con la pandemia, milioni di persone hanno iniziato a “modificare la propria scala dei valori”, ci ha spiegato Tomaso Mainini, amministratore delegato di PageGroup, azienda specializzata nella ricerca e selezione di personale a livello internazionale.

Quanto hanno influito la pandemia e la diffusione della smart working sul desiderio di applicare nuove modalità lavorative come la settimana corta?

La pandemia è stata sicuramente un incentivo importante per la diffusione di modalità di lavoro più flessibili. Le aziende hanno dovuto sperimentare forzatamente queste modalità di lavoro smart per non interrompere le attività. Ne è emerso che la produttività non risentiva di lavoro ibrido/remoto e il work-life balance dei lavoratori migliorava significativamente. Per questo molte aziende hanno deciso di mantenere la flessibilità anche terminata la fase pandemica.

Dopo aver sperimentato lavoro ibrido e remoto, milioni di persone hanno iniziato a ripensare alla propria carriera. Quasi 8 su 10 ritengono che lavorare un giorno in meno alla settimana migliorerebbe la loro felicità e il loro benessere. Da qui, gli esperimenti che sono nati in tutto il mondo per verificare fattibilità ed implicazioni della settimana lavorativa di 4 giorni.

La settimana lavorativa di 4 giorni è sostenibile per le aziende?

Al momento siamo in una fase molto embrionale per quanto riguarda la sperimentazione relativa a questa nuova modalità di lavoro. Il test più importante è stato finora condotto da 4 Day Week Global su 33 aziende nel mondo ed i risultati emersi sono finora positivi. Il 97% dei lavoratori – ed il 96% delle aziende – si è detto disponibile a proseguire con la settimana corta. Si tratta certamente di un panel ristretto, ma, alla luce dei risultati positivi raccolti, la sperimentazione si allargherà ad un numero maggiore di aziende nei prossimi mesi.

Quali sono gli effetti positivi e quali quelli negativi?

Tra gli effetti positivi rientrano di sicuro elementi strettamente collegati al work-life balance dei lavoratori: miglioramento dell’equilibrio tra lavoro e vita privata, diminuzione dello stress e del burnout, migliore salute mentale e fisica. Non sono tuttavia emersi solo elementi positivi da questa prima fase di test. Tra gli effetti negativi di questa modalità, alcune aziende hanno sperimentato giornate lavorative più impegnative e problemi di pianificazione. Non esiste una formula magica per far funzionare le cose. Impostare il lavoro su quattro giorni – e non più su cinque – richiede una grande organizzazione. Inoltre rende necessario ridisegnare i processi per evitare che nel lungo periodo l’impatto si riveli negativo.

La settimana corta ha risvolti ambientali? Perché?

Sicuramente l’impatto della settimana corta si estende anche a livello ambientale. Durante gli esperimenti sulla settimana corta nella città di Valencia, la qualità dell’aria in città è migliorata a causa della diminuzione degli spostamenti e della conseguente riduzione delle emissioni di biossido di azoto. Allo stesso modo, uno studio precedente negli Stati Uniti ha scoperto che una riduzione delle ore lavorative del 10% potrebbe portare a una diminuzione dell’8,6% della Carbon Footprint di un dipendente.

La settimana lavorativa breve potrebbe influire sul gender gap? Come?

Quasi un terzo delle donne nell’ultimo anno ha considerato di ridurre le proprie ore di lavoro o di lasciarlo del tutto. Anche se ciò avrebbe compromesso la stabilità finanziaria e messo un freno alla propria carriera. Avere un giorno aggiuntivo libero ha dato ai professionisti il 22% in più di tempo per dedicarsi alla cura dei bambini e il 23% per i lavori domestici. Mentre il tempo dedicato da parte delle donne a queste responsabilità è diminuito. Le implicazioni sono chiare: l’introduzione di una settimana lavorativa di quattro giorni potrebbe contribuire a diminuire la disparità di genere ed emancipare le donne.

La settimana corta può trarre giovamento dalla novità rappresentata dall’Intelligenza Artificiale?

Vale sicuramente la pena considerare l’impatto dell’Intelligenza Artificiale sulla settimana corta lavorativa. Molti professionisti sono preoccupati che l’IA possa sostituire il loro ruolo. Ma uno studio recente suggerisce che, in realtà, potrebbe portare a ridurre le ore lavorative da 40 a 32, per il 28% della forza lavoro. Utilizzata in modo appropriato, l’IA potrebbe consentire ai dipendenti di lavorare di meno mantenendo gli attuali livelli di stipendio e performance.

Il fondatore di Microsoft Bill Gates suggerisce che l’IA potrebbe addirittura aprire la strada a una settimana lavorativa di 3 giorni. Di sicuro l’implementazione nelle attività lavorative quotidiane è un processo appena iniziato che richiederà del tempo. Sugli effetti non abbiamo certezze, se non che l’impatto a lungo termine sarà importante. Determinante sarà limitarne i risvolti negativi a favore della produttività e del miglioramento della vita del lavoratore, ma non a scapito del valore centrale della persona in ogni lavoro.

Come stanno andando le sperimentazioni della settimana lavorativa breve in Italia?

Anche in Italia sono iniziate sperimentazioni sulla settimana corta. Intesa Sanpaolo ha offerto al suo personale italiano l’opzione di una settimana lavorativa di quattro giorni, con lo stesso stipendio, da gennaio. Coloro che scelgono la settimana più breve lavoreranno per nove ore al giorno per quattro giorni. Anche Lamborghini ed EssilorLuxottica stanno iniziando a testare un modello di settimana corta lavorativa nelle loro realtà produttive italiane. Per il momento, i dati relativi a queste sperimentazioni sono ancora acerbi. Aumentando il numero di aziende che testano questa modalità, nei prossimi mesi avremo sicuramente a disposizione più dati ed elementi per valutare la fattibilità e portata di questo fenomeno anche in Italia.