Tutti possiamo avere una buona intuizione ma come tramutarla in realtà? Jessica Abbuonandi, fondatrice di Wise Mind Place, ci racconta il suo social network per inventori, una piattaforma che aiuta le persone a proteggere la propria idea dalla nascita fino alla sua realizzazione.
Sosteneva Thomas Alva Edison: “Il valore di un’idea sta nel metterla in pratica”. E se l’innovazione è la chiave del progresso sociale, proteggere un’idea dalla sua genesi fino alla realizzazione concreta è dunque molto importante. Tutti possono avere buone intuizioni, ma come attuarle e magari renderle appetitive per il mercato? Dealogando lo ha chiesto a Jessica Abbuonandi, fondatrice di Wise Mind Place, una piattaforma che unisce inventori e acquirenti; permettendo ai primi di vedere le proprie idee prendere forma e ai secondi di trovare l’innovazione giusta per la propria azienda.
Come nasce Wise Mind Place e come funziona?
L’idea alla base della piattaforma Wise Mind Place, che abbiamo lanciato in versione beta verso la fine del 2018, era nata qualche anno prima a causa, o per merito, di un’esperienza personale. In quel periodo avevo appena toccato con mano cosa significasse lavorare ad un progetto per molto tempo e poi subire un plagio. Emotivamente e in termini di risorse investite fu un disastro.
Indagando ho riscontrato un vero e proprio gap di tutela: da quando nasce un’idea a quando il progetto è abbastanza maturo per essere protetto attraverso gli strumenti tradizionali, come ad esempio un brevetto, la strada è lunga e tortuosa. Così ho creato un luogo virtuale in cui tutelare i progetti fin dal principio e durante tutta la fase di sviluppo grazie ad un apposito sistema integrato. Da questa prima idea ne sono nate altre e man mano ho aggiunto molte altre funzionalità, come quella dell’e-commerce di beni immateriali o del sistema che guida e supporta lo sviluppo del progetto, anche grazie ai nostri consulenti.
Qual è l’esperienza concreta di chi usa Wise Mind Place?
Wise Mind Place è un sistema semplice e intuitivo, a cui ci si approccia un po’ per volta. All’inizio, infatti, è sufficiente iscriversi e scegliere se creare la propria bacheca di progetto (il proprio foglio bianco da riempire con informazioni riguardanti il progetto da tutelare/sviluppare) in maniera autonoma o fissare subito una consulenza gratuita per capire meglio il funzionamento della piattaforma e dei servizi che offre.
È possibile ricevere consulenze specializzate in qualunque area di sviluppo del progetto: dalla parte strategica di sviluppo del business, a quella più tecnica di sviluppo di un prodotto o servizio; dalla comunicazione, ad una consulenza mirata alla gestione o al reperimento di fondi e legata alla strategia finanziaria e/o gestionale. Possiamo paragonare il funzionamento di Wise Mind Place a una sorta di videogame, dove si sbloccano i livelli a seconda delle azioni che si compiono al suo interno per far sì che il progetto prenda forma, ovviamente sempre con il supporto dei nostri consulenti specializzati e con un costante confronto.
Come si trasforma una buona intuizione in una realtà concreta?
Iniziando a fare, a mettere a terra le cose, un passo alla volta. È necessario gratificarsi ogni volta che si riesce a raggiunge un piccolo obiettivo e a concludere un lavoro. Dopodiché bisogna affidarsi all’aiuto e al supporto di consulenti competenti in grado di vedere oltre l’ostacolo, capaci di insegnarti ad allargare il raggio delle opportunità e a strutturare una o più strategie che consentiranno al progetto non solo di partire, ma anche di rimanere in piedi.
La costruzione di un progetto è un processo che richiede tempo, risorse e un’adeguata preparazione. Per partire con il piede giusto è fondamentale tutelare i progetti fin dalla loro nascita (e in questo Wise Mind Place viene in soccorso), poi una volta che si decide di condividerli è importante farlo o attraverso appositi accordi o con un sistema capace di controllare il corretto utilizzo dei contenuti da parte di chi vi accede e in grado di preservare la possibilità di una futura tutela tradizionale, come il brevetto ad esempio. Sicuramente non si può fare tutto da soli, ed è fondamentale rivolgersi ad un consulente specializzato.
Cosa significa essere un inventore?
Essere un inventore significa avere una visione delle cose che deriva da un codice singolare e orientato alla creazione. La visione singolare dell’inventore è speciale perché nel momento in cui inizia a sviluppare qualcosa mette in relazione quel pensiero con altri elementi che lo hanno contaminato durante la sua esperienza, elementi che spesso fanno parte di mondi molto distanti, ma che nel risultato finale mostrano come tutto contribuisca alla creazione del nuovo.
L’altro aspetto che rende così speciale il pensiero e la visione dell’inventore è la capacità di immaginare il futuro e l’impossibile, che per l’inventore è una sfida meravigliosa. L’inventore spesso ha una formazione orizzontale su più tematiche che possono interessargli e che si sublimano nella sua invenzione dando origine all’innovazione. Gli inventori non sono esseri mitologici, sono tecnici, scienziati, artisti, artigiani, ricercatori, spesso impegnati in altre attività, ma sono tali per la loro forma mentis, per il loro approccio alla quotidianità, al lavoro, al tempo libero; sanno trarre insegnamenti da tutto ciò che li circonda, trasformando il sapere acquisito e il loro spirito di osservazione in nuove soluzioni, che possono dare vita a progetti innovativi se decidono di portarli avanti.
Perché secondo lei quello dell’innovazione è ancora un campo a prevalenza maschile?
Sono certa che ci sia ancora molto da fare affinché si colmi il gender gap, ma le cose stanno cambiando. Nel mio settore le donne sono ogni anno di più e personalmente ne conosco moltissime che ricoprono anche ruoli di rilievo. Ma se vogliamo analizzare le problematiche alla base, direi che il gap ancora presente dipende in primis dal sistema scolastico e formativo, che fin dal principio non è stato abbastanza inclusivo (con particolare riferimento agli studi in ambito tecnico/scientifico).
La discriminazione invece dipende da tanti fattori, per quanto mi riguarda è importante la consapevolezza che al mondo esistono vari tipi di persone e che sia una decisione di ognuno essere ciò che vuole diventare. Quindi sì, ci sono ancora uomini arroganti che pensano che il mondo del business, in particolare quello dell’innovazione, sia prerogativa maschile; ma fortunatamente ci sono molti uomini che pur ricoprendo ruoli di potere, hanno capito come usarlo in maniera inclusiva e rispettosa.
Noi donne però in qualche caso non ci aiutiamo e spesso abbiamo quella brutta abitudine di sentirci in difetto o addirittura di sottovalutarci, in molte soffriamo della “sindrome dell’impostore”, in particolare quando raggiungiamo dei traguardi importanti o siamo in una posizione di potere/successo, abbiamo la sensazione di non meritarcelo. Credo che capire questo e cercare di sconfiggere dentro di noi quella sensazione, ogni qualvolta si presenti, ci permetterà di prendere ciò che ci spetta di diritto, perché ce lo siamo meritate ed è giusto veder riconosciuti i propri meriti, anche dal punto di vista salariale.
Il Covid ha rivoluzionato le nostre vite e ci ha messo di fronte a nuove esigenze; in questo momento storico che valore ha l’innovazione?
È fondamentale, l’innovazione ci viene in soccorso per trovare soluzioni nuove a problematiche nuove. Anche quando non colma del tutto i vuoti lasciati da un contatto reale, ci insegna che non bisogna fermarsi, che è possibile agire anche nella staticità di una situazione come questa. E poi la creatività, l’ingegno, sono il motore che ha tenuto sveglio un paese che altrimenti sarebbe del tutto collassato. L’innovazione ha molte facce, in particolare nel 2021, ma dobbiamo cercare di prendere sempre il meglio come insegnamento e come spinta per il futuro.