Per circa il 50% degli intervistati la leva economica non è il fattore decisivo, come ci spiega Roberto Baldo, il responsabile del Centro Studi di Fòrema, che ha condotto un’indagine chiedendo a più di 200 persone “cosa serve” per il lavoro del futuro

Ci chiediamo spesso cosa ci riserverà il lavoro del futuro in un momento strategico per il mercato dell’occupazione, alle prese con le rivoluzioni green e digital che cambieranno il mondo per sempre. La risposta potrebbe essere più semplice e meno romantica del previsto: gli uomini puntano allo stipendio, le donne alla crescita umana.

Non è una banalizzazione sessista ma il risultato concreto di un’indagine del Centro Studi di Fòrema, l’ente di formazione del sistema confindustriale veneto. Il tema è “Cosa ti serve per lavorare?”, con uno sguardo attento e preoccupato nei confronti della qualità dell’occupazione del futuro.

Una finestra sul domani

Nel corso di cinque mesi l’indagine ha raccolto le opinioni di oltre duecento persone. Sono state scelte tra corsisti, disoccupati e stakeholder che si sono relazionati con l’ente padovano. I dati sono stati esaminati in base all’età, al genere e alla posizione lavorativa dipingendo una realtà complessa.

L’analisi infatti analizza i bisogni e le aspettative di chi cerca o vuole cambiare lavoro, mettendo in evidenza diversità enormi tra donne e uomini.

Nel dettaglio, per gli uomini la sicurezza e l’indipendenza economica assumono un peso maggiore (51%) rispetto alle donne (45%), così come il sentirsi utili e stimati (9% vs 6%), rispecchiando il ruolo tradizionale di “breadwinner”. Per le donne sono più importanti i bisogni “elevati”: la crescita professionale e umana (14% vs 11%), l’autorealizzazione (12% vs 10%), agire le proprie competenze (8% vs 5%), la disponibilità di tempo per la propria vita privata (5% vs 3%).

In sintesi, “gli uomini sono più focalizzati sulla busta paga, le donne pensano anche ad altri aspetti”, commenta Roberto Baldo, il responsabile del Centro Studi di Fòrema che abbiamo intervistato.

Com’è composto il campione degli intervistati nell’indagine “Cosa ti serve per lavorare?”?

La rilevazione è stata condotta contattando persone in stato di disoccupazione e lavoratori, attingendo alle liste degli iscritti ai centri per l’impiego e a quelle degli ex corsisti Fòrema.

Quali sono le motivazioni e gli obiettivi principali che stanno dietro al lavoro per le persone?

Analizzando le motivazioni ritroviamo il modello della Piramide di Maslow (la nota scala gerarchica delle necessità umane elaborata dall’omonimo psicologo americano, ndr). È interessante notare come per circa il 50% degli intervistati la leva economica non sia il fattore decisivo.

La domanda a scelta multipla infatti richiedeva di identificare un solo fattore tra quelli proposti. Emerge una generale ricerca di senso nella propria vita professionale, oltre gli elementi strettamente economici.

Un focus importante dell’indagine sul lavoro del futuro riguarda la formazione: quali sono le maggiori tendenze in questo ambito?

I trend della formazione continua sono originati dai processi trasformativi in atto nel sistema industriale. Il riferimento in particolare è alla twin transition (la simbiosi fra la transizione tecnologico-digitale e quella ambientale, ndr).

Queste trasformazioni generano un bisogno di upskilling su profili di competenze già consolidati. Oppure di reskilling necessari a colmare i gap del sistema dell’istruzione formale rispetto alle esigenze del mercato del lavoro o per cambiare settore di attività.

Dal punto di vista delle metodologie didattiche, invece, tende a prevalere l’esigenza di allineare le azioni agli stili di apprendimento delle persone, valorizzando l’apprendimento in situazione – simulazioni, training on the job, formazione esperienziale -.

Data l’accelerazione dei cambiamenti in atto, sempre più spesso il reale contesto di apprendimento è l’organizzazione/azienda in cui opera l’individuo.

In questi mesi gli infortuni sul lavoro sono tornati ad occupare le prime pagine dei giornali. Come possono aiutare i nuovi visori 3D per simulare eventuali rischi che avete presentato?

I visori sono un device che amplifica la capacità degli individui di apprendere dalla propria esperienza, dato che simulano situazioni reali in maniera sicura.

Quanto è importante oggi, per le aziende e per il lavoro del futuro, concentrarsi sulla digitalizzazione dei processi produttivi e l’efficienza energetica?

Sono due trend chiave per il posizionamento competitivo, dato che toccano il tema della sostenibilità ambientale – sempre più un pre-requisito competitivo – attraverso l’uso intelligente e strategico dei dati, intesi come driver per raggiungere obiettivi di efficienza e sostenibilità, a proposito di twin transition.