Grls (acronimo di Girls) è una media company dedicata al mondo dell’imprenditoria femminile. Consigli lavorativi, self care e informazione sono i punti cardine che hanno permesso a Benedetta Tornesi, founder del progetto, di crescere ogni giorno sempre di più
Laureatasi in triennale alla Bocconi, mentre stava studiando per l’ultimo esame della specialistica in marketing, Benedetta Tornesi si è trovata davanti a un bivio: pagare l’ultima tassa universitaria e laurearsi o usare quei soldi per investire su un progetto imprenditoriale che le stava a cuore.
A giudicare dal successo del suo portale, non è difficile immaginare quale strada ha preferito perseguire e, in un’intervista a Dealogando, spiega la sua avventura.
Come nasce il progetto di Grls?
Quando studiavo all’Università, per potermi mantenere agli studi, lavoravo anche in una agenzia di comunicazione. È proprio per questo motivo che ho ritardato a dare l’ultimo esame e sono uscita fuori corso. Quando ho parlato con l’Università l’unica soluzione era pagare l’intero anno accademico, anche se mi mancava solo un esame. A quel punto, nel momento in cui dovevo fare una scelta, ho preferito investire su me stessa.
All’inizio il mio progetto è nato per fornire consulenze e strategie social alle imprese gestite da donne. Dal momento che la mia passione era la comunicazione “a tutto tondo”, ho pensato anche di aprire un blog per dare alcuni consigli lavorativi a tutte quelle donne che non potevano permettersi di pagare una consulenza.
Dopo un anno, a gennaio 2020, capisco di non voler fare più la parte di agenzia per dedicarmi interamente alla parte di comunicazione. E così, da The Girls Agency il canale diventa Grls.it.
Il nostro media si basa su tre punti: i contenuti editoriali, che ci aiutano a fare un tipo di informazione divulgativa ma soprattutto informativa, il Grls Club, ovvero una community privata dove si incontrano e si dibatte con giovani donne e imprenditrici ambiziose e il terzo punto è quello dell’Accademy – ancora in fase di creazione con altri partner – per offrire delle lezioni imprenditoriali.
Grls è una media company dedicata alla formazione di giovani donne. Perché hai sentito questa esigenza di aprire un dialogo con loro?
Ho sempre sentito l’esigenza di comunicare e soprattutto volevo specializzarmi sulle tematiche che coinvolgessero le donne.
Fin da bambine ci insegnano che “puoi fare quello che vuoi, basta trovare un uomo ricco che ti riesca a mantenere”. Ecco, volevo sovvertire questa favola del “principe Azzurro” che deve salvarci, perché le uniche persone che ci possono salvare siamo noi stesse.
Con Grls.it mi sto impegnando affinché non passi più questo messaggio, perché così facendo si ammazza culturalmente l’ambizione di una donna.
Quali sono i consigli che daresti ad una giovane startupper o ad una giovane donna che si sta approcciando al mondo del lavoro?
È importante partire da un presupposto: bisogna rimanere umili. Purtroppo molte persone spesso se lo dimenticano, ma molte volte non conta avere l’idea “più bella del mondo”, conta soprattutto essere empatici e avere la capacità di avere dei dialoghi costruttivi con le persone.
Sicuramente un altro consiglio che mi sento di dare alle giovani donne che si affacciano sul mondo del lavoro è quello di essere costanti: se una persona ha un obiettivo in mente, prima o poi riuscirà a perseguirlo, non importeranno le difficoltà incontrate sul cammino.
Non esiste un successo dal “giorno alla notte”, anzi, per sviluppare la tua idea ci vogliono almeno 2-3 anni. La cosa fondamentale è ricordarsi sempre che un rifiuto non è un fallimento. Nel corso della nostra vita potremmo ricevere molti ‘no’, ma questo non si traduce automaticamente in “sono una fallita”, piuttosto bisogna prendere questa esperienza e trasformarla in caparbietà e voglia di migliorare.
L’ultimo consiglio è trovare degli alleati. Nessuno ti ruberà mai la tua idea perciò costruire dei rapporti umani e lavorativi è fondamentale. I benefit nel fare rete sono tanti, infatti, puoi trovare dei partner, degli investitori o dei mentori, che potrebbero insegnarti come fare a realizzare il tuo progetto.
Fino a un anno fa, ovvero prima del Covid e dell’avvento dello smart working, avrei detto che anche la città dove decidi di aprire la tua attività è importante – in questo Milano è la città più fluida e ricca di opportunità – ma oggi se si ha una buona idea, non importa dove sei, i social network ti aiutano tanto nel fare rete, come penso che le riunioni si continueranno a fare via Zoom anche in futuro.
Ci sono dei modelli comportamentali a cui ti ispiri nel gestire la tua attività?
Non sono mai stata “fan” di qualcuno. Non mi piace venerare le persone che non conosco. Ho letto molti libri, ci sono donne che ammiro e stimo moltissimo, ma ad essere sincera, non ho un modello di riferimento.
Mi baso sul mio vissuto, sulle esperienze che ho raccolto e su tutti gli insegnamenti che mi hanno dato. Sono molto “una spugna” in questo senso: guardo e imparo da tutti. Poi ovviamente ci sono dei modelli anche familiari: come mia nonna e mia madre.
Quali sono i contenuti che hanno attirato di più le lettrici? E i lettori?
Per quanto riguarda i lettori uomini ce ne sono molto pochi e quello che ho notato è che interagiscono soprattutto su temi sensibili. Esempio: qualche tempo fa abbiamo pubblicato un contenuto social sull’uso del linguaggio in cui hanno fatto scalpore le nostre osservazioni: l’italiano non ha un genere neutro – come ad esempio ha il tedesco – ma solo il genere maschile e femminile e quando ci sono gruppi di persone, anche se in prevalenza composto di donne, si tende comunque ad usare pronomi maschili. Questo è sbagliato e il messaggio che deve passare è: amiamo la nostra grammatica, ma dove si può, è possibile e anche giusto modificare il linguaggio.
Invece alle donne piacciono molto i contenuti tecnici – per esempio come si apre una Partita iva – e anche i contenuti che riguardano la psicologia in relazione al self care e al lavoro.