Abbiamo parlato con Enrico Pandian, startupper ed imprenditore di successo che ha dato vita ai frigoriferi smart “di condominio”. Gli abbiamo chiesto qual è la ricetta migliore per un business vincente e quali opportunità ci riserva questa crisi economica
“Ogni crisi apre delle opportunità e una delle opportunità di oggi è avere molto più tempo per pensare a come realizzare il nostro successo”. Lo dice a Dealogando Enrico Pandian, imprenditore che ha avviato diverse startup di successo tra cui Supermercato24 (anche nota come Everli), piattaforma per la spesa online a domicilio fondata nel 2014 e oggi attiva in 53 province italiane e FrescoFrigo, che dal 2018 ha distribuito dei frigoriferi “smart” con alimenti prevalentemente biologici e salutari all’inizio all’interno di uffici, università e palestre e in seguito, con l’arrivo della pandemia e del lockdown, anche dentro a condomini e complessi residenziali. In questo modo le persone, durante quei lunghi mesi, hanno potuto fare la spesa senza uscire dal proprio palazzo e in totale sicurezza.
Ma oltre a queste, Pandian ha dato vita in passato a ben 17 aziende: non tutte, ovviamente, hanno avuto la stessa fortuna, ma ciò che conta sono gli insegnamenti dei fallimenti e gli stimoli della riuscita. Il suo primo grande successo, anni fa, è stato Matura.it, piattaforma su cui venivano vendute tesine per la maturità e che gli ha fruttato ben 1 miliardo di lire, mentre l’ultimo è proprio FrescoFrigo, startup che già da mesi punta all’internazionalizzazione e che finora è arrivata a New York, Lisbona e Londra.
Fresco Frigo ha rappresentato un servizio di grande utilità sociale durante il lockdown, dato che le persone potevano fare la spesa senza allontanarsi da casa. C’è stato un grande aumento del fatturato in questi ultimi mesi?
Non c’è stato purtroppo un aumento del fatturato, dal momento che prima della pandemia avevamo molte istallazioni dei nostri frigoriferi intelligenti negli uffici che poi sono stati sempre meno utilizzati a causa del lockdown e dell’inizio dello smart working. Abbiamo però iniziato a lavorare molto con condomini e complessi residenziali e stiamo continuando a farlo: al momento abbiamo diverse installazioni e abbiamo avuto occasione di inserirci in un nuovo canale che prima non avevamo nemmeno pensato di sperimentare.
Siamo molto contenti, la reazione del consumatore è stata e continua ad essere ottima. Poi c’è da tenere ben presente il fatto che gli uffici, mi auguro, prima o poi riapriranno e che le persone, dopo l’esperienza positiva, chiederanno che FrescoFrigo venga installato sul posto di lavoro. In ogni caso, ne è risultata la possibilità di espandersi a livello di business e quella di non mandare a casa nessuno dei nostri lavoratori. Anzi, attualmente stiamo assumendo nuovo personale.
Teme che questo business possa essere messo in difficoltà da giganti come Amazon o da competitor come Glovo?
C’è una regola nel nostro mondo: quando un gigante si inserisce nel tuo business in realtà è il momento in cui c’è da festeggiare, perché lo va a validare ulteriormente. Noi con Everli Supermercato24 siamo partiti nel 2014 e nel 2015 a Milano è arrivato Amazon Prime Now: quel giorno è cambiata completamente la nostra azienda perché prima non avevamo accordi con la grande distribuzione, mentre con l’arrivo di Amazon abbiamo iniziato a firmare accordi che prima i distributori non volevano firmare.
Quanti passaggi – e ostacoli – ci sono tra un’idea brillante e l’avvio di una startup che la metta in pratica?
Non penso a particolari ostacoli, se non quello relativo al reperimento del capitale iniziale. Ma al giorno d’oggi, anche per quanto riguarda questo aspetto, ci sono molti meno ostacoli rispetto ad esempio a dieci anni fa. Per il resto, l’unico passaggio essenziale sta nella forte volontà di realizzare un proprio progetto. Spesso le persone hanno paura di passare da un lavoro dipendente ad un lavoro autonomo, di mettersi in proprio.
Questo comunque è un momento davvero ottimo per mettere su un business, dato che ci sono diverse opportunità: magari non è un buon momento per raccogliere capitale, ma per raccogliere le idee e impostare le basi di una startup sì. Oggi abbiamo tempo per stare a casa e pensare ed è un’occasione che, purtroppo e per fortuna, non capita sempre.
Cosa ne pensa delle nuove chiusure per bar e ristoranti imposte dall’ultimo Dpcm?
Secondo me dobbiamo cominciare a pensare che, in questa situazione, il futuro arriva più velocemente. Come si dice, in ogni crisi c’è una grande opportunità da cogliere e tutti noi ora siamo immersi in una serie di problemi e preoccupazioni che ci faranno reagire guardando sempre di più a progresso e innovazione. A differenza del primo lockdown, che ci ha colti di sorpresa e delle cui conseguenze negative ci siamo fatti investire per forza di cose, dobbiamo capire bene come reagire e fare, uno dopo l’altro, i giusti passi.
Quali sono le sue prossime sfide a livello di business?
Mi sto guardando molto intorno in questo periodo, ci sono tante possibilità ma anche tanto rumore. Bisogna capire quali modelli che abbiamo acquisito nel corso di questo periodo resteranno anche dopo la fine della pandemia e lo smart working è sicuramente uno di questi.
Proprio lo “stare a casa” è un settore su cui investire, ad esempio, e il prossimo protagonista sarà il fitness: tante startup, infatti, si stanno dedicando a questo, visto che l’allenamento tra le mura domestiche è un trend in crescita e può essere sfruttata l’intelligenza artificiale anche in questo settore.
3 caratteristiche che deve avere oggi un giovane startupper.
Sicuramente la prima caratteristica è la curiosità, poi la resilienza e aggiungerei anche un pizzico di stupidità. Ma stupidità non intesa nella sua accezione negativa, ma come quella capacità di andare incontro, con coraggio e anche un pizzico di follia, a qualcosa che è più grande di te. Fare business non è uno scherzo, dà soddisfazioni ma richiede anche una serie di sacrifici importanti, sia a livello economico che affettivo. Ci deve essere una grande volontà e un’immensa tenacia.