Mai come quest’anno abbiamo visto una crescita del trend degli acquisti online e il conseguente aumento delle spedizioni a carico dei corrieri.
Lo scorso anno il balzo delle consegne durante il mese di novembre è stato del +24,9% rispetto a ottobre, e l’impronta ambientale generata da Amazon è stata di 44,4 milioni di tonnellate di CO2, pari a quella dell’intera Svezia. La crescita dell’e-commerce è stata un bene per l’economia ma meno per il pianeta: gran parte della merce comprata su internet viene trasportata su strada, spesso con veicoli vecchi ed inquinanti e inoltre il packaging dei prodotti il più delle volte viene realizzato con un uso sproporzionato di plastica e cartone.
Lo scorso 1 dicembre è stato presentato il rapporto “I nuovi modelli di consumo e la riprogettazione del packaging: la scelta di materiali sostenibili nell’era dell’economia circolare” una ricerca condotta dall’Istituto di Management della Scuola Superiore di Studi Universitari e Perfezionamento Sant’Anna di Pisa in collaborazione con Comieco. Lo studio ha preso in esame le soluzioni industriali che la filiera cartaria sta mettendo a punto per progettare e realizzare imballaggi che allo stesso tempo riescano a soddisfare esigenze di sostenibilità, innovazione e funzionalità con l’obiettivo di facilitarne la raccolta e il riciclo.
Abbiamo a tal proposito intervistato la dottoressa Giulia Casamento della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
Oggi con un click possiamo acquistare tutto ciò che vogliamo da ogni parte del mondo, ma non ci basta la vasta scelta, vogliamo anche che i prodotti ci arrivino nel minor tempo possibile: quanto incide il nostro desiderio di avere tutto e subito sull’ambiente? È possibile conciliare questa esigenza con l’inevitabile aumento delle emissioni di CO2?
Nella nostra ricerca non abbiamo approfondito e quantificato gli impatti dell’e-commerce in termini di emissioni in atmosfera; sarebbe molto interessante studiare la differenza di CO2 emessa da un acquisto online rispetto a quella derivante da un acquisto compiuto fisicamente.
In ogni caso, immaginando che l’elevato numero di spedizioni possa comunque generare una pressione sull’ambiente, ciò che abbiamo messo in evidenza è che le soluzioni per realizzare un e-commerce sostenibile oggi esistono e sono sempre più adottate dalle aziende. Sono soluzioni che, in un’ottica di economia circolare, guardano a tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto: rifornimento di materie prime, eco-design, produzione, distribuzione, consumo, raccolta ed infine recupero/riciclo.
Se pensiamo alla riduzione delle emissioni di CO2, la stessa è infatti potenzialmente conseguibile non soltanto grazie all’utilizzo di mezzi efficienti a ridotto impatto ambientale, ma anche attraverso, ad esempio, il ricorso ad un approvvigionamento di materie prime sostenibili, realizzando prodotti e imballaggi partendo da materiali derivanti da fonti rinnovabili oppure favorendo il riciclo, attraverso una adeguata “progettazione” che pensi anche e soprattutto al fine vita dei beni e del loro packaging.
Non solo il trasporto ma anche il packaging è una problematica importante. Secondo Corepla, il consorzio per il riciclo degli imballaggi di plastica, l’e-commerce ha rappresentato il 15% del totale della plastica immessa al consumo nel 2016 (un aumento del +200% in dieci anni). Cosa è emerso dalla vostra ricerca rispetto al tema della progettazione degli imballaggi?
Il packaging svolge sicuramente un ruolo centrale nel contesto delle dinamiche e-commerce; l’imballaggio di un prodotto infatti, salvo un suo eventuale riutilizzo, è inevitabilmente destinato a diventare subito rifiuto. Le aziende e i consumatori appaiono sempre più attenti alla necessità di adottare un packaging rispettoso dell’ambiente. Le soluzioni per realizzare e utilizzare imballaggi sostenibili sono numerose e passano tutte da una “progettazione” ispirata ai principi dell’economia circolare.
È possibile ad esempio realizzare imballaggi con materie prime sostenibili biodegradabili e riciclabili, ridurre il volume degli imballaggi per favorire le attività legate alla logistica, pensare ad imballaggi riutilizzabili (soprattutto per il reso della merce), progettare imballaggi con materiali sostenibili e facilmente separabili tra loro per semplificare le attività di conferimento nella raccolta differenziata, ricorrere all’utilizzo di inchiostri ad acqua per la stampa ed evitare di apporre etichette adesive allo scopo di facilitare le attività di riciclo.
Con riguardo all’impiego di materiali sostenibili, come sappiamo quelli in carta e cartone lo sono “per natura”, in quanto riciclabili e provenienti da materie prime di origine rinnovabile, ma la ricerca ha messo in evidenza la presenza sul mercato di numerosi nuovi materiali innovativi e sostenibili, che soprattutto nel settore Food ed in particolare nel comparto del Food Delivery, possono rappresentare un’ottima alternativa ai prodotti in plastica monouso: si va dai prodotti di origine vegetale quali ad esempio quelli in bagassa e polpa di cellulosa, all’utilizzo di bioplastiche biodegradabili e compostabili, giungendo a soluzioni altamente innovative che prevedono l’impiego di nanocellulosa per il conferimento di proprietà di impermeabilità ed effetto barriera alle confezioni in carta e cartone.
Tali materiali, essendo compostabili, trovano grande impiego nel settore del packaging alimentare, proprio perché laddove presentino residui di cibo dopo il loro utilizzo, possono essere conferiti nella raccolta dell’organico, ed essere destinati alle attività di compostaggio.
La rete si conferma il “negozio” preferito dalla maggior parte dei cittadini, ma il 70% di chi compra online è disposto a spendere un po’ di più pur di garantirsi una spesa “green” (fonte: Idealo 2019) e l’80% degli e-shopper predilige un imballaggio ecosostenibile perché trasmette l’impegno dell’azienda verso le tematiche ambientali (fonte: Comieco 2019). Secondo la vostra ricerca qual è e come evolverà l’atteggiamento del consumatore rispetto al tema della sostenibilità?
I consumatori di oggi sono particolarmente attenti alle tematiche inerenti la sostenibilità ambientale e se da un lato si dichiarano disposti a pagare di più pur di acquistare beni e prodotti sostenibili, dall’altro adottano un atteggiamento attivo e attento nel valutare e analizzare il comportamento posto in essere dalle aziende, non accontentandosi di mere dichiarazioni rese dalle stesse, ma cercando informazioni e verificando da vicino il loro concreto impegno sui temi della sostenibilità ambientale.
Al tempo stesso, il consumatore di oggi è un consumatore sempre più “connesso” e, da questo punto di vista, la dimensione digitale svolge un ruolo determinante, in quanto agevola i consumatori nella ricerca di informazioni, nella comparazione dei prezzi e nella valutazione di eventuali recensioni lasciate da altri consumatori. Ecco perché, tornando al tema del packaging, è importante che l’imballaggio non soltanto riporti slogan a favore della sostenibilità ambientale, ma che sia una testimonianza concreta dell’impegno realmente adottato dall’azienda su queste tematiche.
Tra i consumatori che si dichiarano maggiormente propensi a cambiare le proprie abitudini di acquisto a favore della sostenibilità ambientale vi sono quelli delle nuove generazioni: è ben possibile quindi pensare che il consumatore in futuro continui a seguire questa tendenza, mostrandosi sempre più esigente verso la necessità di rivolgersi ad aziende e prodotti sostenibili e sempre più incline a preferire soluzioni che siano in grado di coniugare la sua propensione per gli acquisti online con la sostenibilità ambientale.
E le aziende sono pronte a cambiare rotta e a intraprendere una logistica più green?
Le aziende sono sempre più consapevoli della necessità di adottare soluzioni che guardino alla salvaguardia dell’ambiente, e ciò si traduce sia nella vendita di prodotti sostenibili, che nell’identificazione di strategie e politiche aziendali innovative ispirate ai principi della sostenibilità ambientale.
In particolare, guardando alla logistica, tra le principali tendenze emerse nel mondo degli “eco e-commerce” vi sono: l’adozione di soluzioni di efficientamento energetico per la gestione dei magazzini, la presenza di centri di distribuzione sul territorio in prossimità delle aree di maggior provenienza degli ordini, così da ridurre le distanze e i tragitti, l’utilizzo di mezzi ecocompatibili a ridotto impatto ambientale, una adeguata programmazione delle consegne (onde evitare consegne “a vuoto”), una pianificazione attenta della reverse logistics per la gestione dei resi, ed infine il ricorso ad un packaging sostenibile che, da un lato, sia più leggero e dai volumi ridotti, allo scopo di favorire l’effettuazione di più consegne con un solo viaggio e, dall’altro, sia riutilizzabile, in caso di reso della merce.
Le aziende stanno prestando particolare attenzione a queste tematiche, ed appaiono sempre più consapevoli di come l’e-commerce, oltre a costituire una grande sfida possa concretamente rappresentare anche una nuova importante opportunità di crescita e cambiamento.