Il futuro del mercato immobiliare si chiama crowdinvesting e tra i tanti punti di forza ha quello di “democratizzare” un settore altrimenti accessibile solo a chi può disporre di ingenti capitali. Tale sistema di finanziamento collettivo ha trovato largo impiego nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Colombia e negli ultimi 12 mesi si è affermato anche in Italia. Con questo metodo il bene immobile non viene destinato all’uso da parte degli stessi investitori, ma viene sfruttato per generare un rendimento costante grazie all’affitto o per ottenere una plusvalenza che deriva dalla futura vendita dello stesso immobile rivalorizzato nel tempo. A tutto ciò si aggiunge un ulteriore vantaggio: la possibilità di finanziamento senza vincolarsi alle esigenze di una banca. Dealogando ha chiesto ad Andrea Maffi, Coo e Founder di Trusters – una tra le più importanti piattaforme italiane di lending crowdfunding immobiliare – di raccontarci tutti i segreti e i vantaggi di questa realtà destinata a segnare il futuro del mercato immobiliare e non solo.
Quando nasce Trusters e come funziona la vostra piattaforma?
Trusters nasce nel 2017, anno in cui c’è stato un cambiamento nell’ambito del crowdfunding: in sostanza è stata data la possibilità alle PMI di raccogliere denaro attraverso una piattaforma di social lending peer to peer come la nostra. Dopo un anno di studio e implementazione dell’infrastruttura tecnologica, nel dicembre 2018 c’è stato l’avvio dell’operatività, mentre lo scorso dicembre abbiamo festeggiato due anni di successo: ad oggi siamo a quota oltre 4000 utenti, oltre 11 milioni raccolti, 100 progetti finanziati, 30 rimborsati e un ROI (return on investment, ndr) medio annuo del 9,11%.
L’idea di base è nata dopo aver subito la crisi del 2008 da investitori immobiliari, quindi da un’esperienza negativa che abbiamo vissuto sulla nostra pelle. Sulla nostra piattaforma gli iscritti prestano denaro a società di sviluppo immobiliare che hanno esperienza e che subiscono una due diligence (indica l’attività di investigazione e di approfondimento di dati e di informazioni relative all’oggetto di una trattativa, ndr) per verificare sia la loro solidità sia quella del progetto proposto. Gli investitori possono decidere quanto investire e su quali progetti e le operazioni si concludono nel breve termine (12-18 mesi al massimo), il che dà la possibilità di generare profitti velocemente.
Il crowdfunding immobiliare, quindi, permette anche a chi dispone di piccole cifre di investire in questo mercato e ciò significa che una piattaforma come Trusters può trovarsi a gestire una grande quantità di dati relativi agli investitori. Che tipo di tutele gli garantite?
Abbiamo uno studio legale esterno competente in materia di crowdfunding e adottiamo tutte le misure necessarie per essere in compliance con tutte le normative, tra cui quella sulla privacy. Siamo molto rigidi sotto questo punto di vista e teniamo a trattare i dati come si fa nel mondo finanziario, prestando quindi molta attenzione.
Peraltro raccogliamo solo dati personali strettamente necessari (es. nome, cognome e le informazioni che assicurino il possesso di un conto corrente presso una banca, ma non quelle relative al saldo) e non sensibili. In merito ai progetti immobiliari Trusters è la prima realtà in Europa che ha lanciato la blockchain su piattaforma di crowdfunding: attraverso questa tecnologia puntiamo a fornire la massima trasparenza sui dati inerenti a tutto il progetto immobiliare. Oltre alle informazioni relative al tasso di rendimento o alla durata dell’operazione, anche i business plan che sono legati a progetti immobiliari sono trasparenti e restano immodificabili in un registro centralizzato esterno, perché protetti appunto da blockchain.
Qual è stato l’impatto dell’emergenza sanitaria sul real estate e come influirà sul futuro del crowdfunding immobiliare?
L’emergenza sanitaria ha portato, dal punto di vista del mercato immobiliare, alcuni cambiamenti. Non è però cambiato l’appeal del mattone, specialmente residenziale. Molte persone che avevano intenzione di cambiare casa si sono attivate prima, proprio perché l’emergenza Covid ha portato alla luce l’importanza del luogo in cui viviamo. Tra l’altro, la sovrapposizione del posto di lavoro con la nostra casa ha portato le persone a ricercare abitazioni che rispondessero a esigenze sia vecchie che nuove : c’è stato infatti un grande ritorno verso case più grandi e si sono tornate a vendere le villette a schiera, le case con giardino o con terrazzo.
La prima fase di panico generale ha contaminato tutti gli apparati finanziari, e l’andamento della borsa ne è stato testimone. C’è stata una brusca frenata da parte degli investitori, perché la paura diffusa ci porta inevitabilmente a bloccarci. Passato questo periodo, che ha riguardato i mesi di marzo e aprile, c’è però stato un totale cambio di direzione e molti italiani hanno aumentato i propri risparmi: d’altronde si va poco al ristorante, non si va al cinema e si viaggia molto meno, quindi si ha a disposizione maggiore liquidità rispetto a prima. Il lockdown, inoltre, ha dato la possibilità alle persone di informarsi e capire cosa fosse il crowdfunding e così da giugno in poi non si è più arrestata la crescita della raccolta.
Molte società, anche strutturate, di fronte al nuovo scenario economico e sociale si sono trovate alla ricerca di strumenti alternativi e in questo il crowdfunding è venuto loro incontro come strumento moderno, rapido e veloce, ma soprattutto in sintonia con un nuovo modo di fare impresa. Anche le banche si stanno accorgendo di come sia integrativo e complementare alle forme di finanziamento tradizionale. Il panorama sta dunque cambiando, evolvendo e andando verso una qualificazione anche dei riceventi di questa tipologia di finanziamento. Ciò ci gratifica perché va verso una crescita della qualità del servizio, su cui noi puntiamo da sempre e che è imprescindibile essendo basato sulla raccolta dei risparmi delle persone.
Quali attenzioni deve prestare un neofita che si approccia a questo mondo?
Le precauzioni sono quelle generali che si devono prestare per un investimento sano, quindi non speculativo, ma che assomigli di più alla forma del vecchio piano di accumulo, che parte da una diversificazione attenta. In questo caso è molto interessante perché si basa su progetti materiali, incentrati sul real estate, quindi progetti immobiliari. Sicuramente bisogna immaginare il crowdfunding come uno strumento diversificante e come tale deve essere preso: chi ha un patrimonio da allocare può contenere i rischi e diversificare destinandone una parte al crowdfunding in termini di portafoglio globale, ma sempre tenendo conto che, ovviamente, anche questo tipo di investimento ha un indice di rischio.
Il consiglio è sempre lo stesso e cioè non dedicare tutta la provvista a un unico progetto ma immaginarsi un budget da destinare in base alle proprie capacità. Sulla nostra piattaforma, si può investire a partire da una somma di 100 euro, il che permette di limitare molto la rischiosità dell’investimento. Proprio per aiutare le persone che si approcciano per la prima volta al crowdfunding – ma anche gli appassionati delle varie forme di investimenti – Trusters ha lanciato academyimmobiliare.it, una piattaforma di e-learning verticale su temi di real estate e innovazione digitale dove si possono trovare corsi di approfondimento e informazioni utili fornite da esperti per migliorare la propria educazione finanziaria. Anche in questo senso Trusters si pone l’obiettivo di soddisfare le esigenze conoscitive e informative degli investitori, in modo che siano sempre più consapevoli dei propri investimenti.