“Content is king”, ci dice la fondatrice di uno dei più interessanti progetti di digital content basati sull’ironia, la sagacia e l’autenticità del dialetto romano: è Rome is More, una pagina Facebook e Instagram che oggi è anche un libro e un marchio dotato di un flagship store e di un servizio ecommerce. Dealogando ha intervistato la fondatrice.
Il business contemporaneo ha tante e diverse facce e alcune di esse vengono, per così dire, “dalla strada”. È il caso di Rome is More, pagina social Facebook e Instagram nata dalla fantasia e dall’intuizione dell’influencer romana Carolina Venosi, che ha iniziato traducendo letteralmente in lingua inglese le frasi divertenti del dialetto romanesco e che oggi è in grado di lanciare il suo primo merchandising shop monomarca nel quartiere Testaccio della capitale. I dialetti sono cultura popolare pura, appartengono alle persone, nascono per le vie e non sono fatti per osservare quelle regole della grammatica e della sintassi che si apprendono fra i banchi di scuola sin da bambini.
Questa è la filosofia alla base del progetto Rome is More, che è anche un modo per difendere una Roma antica e bella che rischia di scomparire ed essere divorata dal mainstream. L’intuizione è brillante: trasmettere lo spirito sornione, diretto e un po’ cinico del romano tipico e spiegarne alcune delle espressioni più significative mediante un finto dizionario inglese, tirando fuori le frasi idiomatiche dalla strada e dalla tradizione rionale per celebrare così – in lingua – il genio popolare. Una trovata che sembra convincere un po’ tutti, se è vero che Rome is More ha come mission quella di presentare una Roma autentica a un pubblico internazionale attraverso una sapiente scelta di content creation, ovvero quell’insieme di strategie web che mirano a costruire delle forme comunicative semplici, efficaci e capaci di generare viralità e ispirazione.
Importante, poi, sottolineare il ruolo della community nel digital business contemporaneo, che trae forza e linfa proprio dall’interazione e dal dialogo. È infatti grazie a un deciso lavoro di approfondimento, profilazione e scambio di messaggi che si è sempre in grado di conoscere quello che i propri appassionati pensano e desiderano. Quali sono dunque le migliori azioni per assicurarsi una fan base reattiva che supporti le proprie scelte di mercato? Quale il confronto da costruire? Per approfondire questi e altri aspetti, Dealogando ha intervistato Carolina Venosi, la founder di Rome is More.
Come nasce Rome is More?
Rome is More nasce su Facebook e su Instagram nell’Ottobre del 2018, con lo scopo di spiegare il romanesco ai “forestieri”, italiani e non, nell’inglese maccheronico tipicamente nostrano. Dal progetto online Rome is More diventa prima un libro edito Bur Rizzoli e uscito a Novembre 2019 con il titolo “Veni Vidi Daje” e poi un marchio a tutti gli effetti, con tanto di ecommerce (www.romeismore.com). Sono io, Carolina Venosi (su instagram @biondaconlasmart), la mente dietro Rome Is More e, ovviamente, sono romana. Architetto con una virata professionale verso il Digital Marketing, dopo due master e oltre cinque anni di esperienza nel settore ho mollato tutto per dedicarmi a questo progetto imprenditoriale.
Che ruolo ha avuto la sua esperienza in ambito Digital Marketing all’interno del suo progetto imprenditoriale?
Sicuramente l’esperienza come marketing strategist è stata fondamentale, ma la vera carta vincente credo sia stata la creatività del contenuto. Per elaborare il progetto grafico di Rome is More ci sono voluti tanta ricerca e qualche mese di tentativi prima di trovare il format giusto. Content is king, si dice, e nel mio caso è stato esattamente così.
Le espressioni dialettali nascono per strada e si trasmettono tra le persone: conoscerle può essere un modo per comprendere l’essenza e le radici più profonde di un popolo?
Ne sono profondamente convinta. Credo che il dialetto, oltre ad essere una particolarità tutta italiana, sia una delle poche cose che davvero riescono a trasmettere l’essenza di un popolo. È la lingua della strada, che nasce dalle persone e dal bisogno di esprimersi in maniera autentica e diretta, andando anche oltre il semplice uso dell’italiano. La bellezza di queste “seconde lingue”, che un giorno mi piacerebbe conoscere meglio e nel profondo, è che riescono a dare sfumature che altrimenti si perderebbero.
Il suo è un progetto che fa divertire le persone: che ruolo ha avuto la community di followers che segue Rome is More dalla sua nascita ad oggi?
La community è stata fondamentale per l’evoluzione del progetto di Rome is More. Nell’ultimo anno abbiamo avuto una crescita importante, nonostante il difficile periodo, proprio grazie alla forza del nostro rapporto con i follower e al grande amore condiviso per la nostra città e per la romanità.