Nata all’interno di un laboratorio di fabbricazione digitale di Milano, BiCA – Good Morning Design unisce tradizione e innovazione in un processo creativo unico nel suo genere
Cosa succede quando un architetto mette insieme creatività, tradizione e innovazione? Il risultato può essere davvero sorprendente, come dimostra BiCA – Good Morning Design, il brand indipendente che disegna e realizza prodotti di home décor, accessori e gioielli.
Alla base delle creazioni c’è lo specchio, reinterpretato come materiale d’eccellenza, con uno stile elegante, allegro e poetico. Un processo creativo che è riuscito a dar vita ad una realtà unica nel suo genere, capace di dare spazio alla tradizione artigianale con un occhio rivolto verso le nuove tecnologie. Questo sapiente mix ha permesso a BiCA e alla sua fondatrice di sperimentare un nuovo modo di fare design, coinvolgendo i clienti anche attraverso la personalizzazione dei prodotti (che è uno dei pilastri del marketing contemporaneo).
Abbiamo intervistato Alice Azario, che ci ha parlato un po’ di sé e del suo progetto BiCA – Good Morning Design.
Partiamo dalle presentazioni…
Piacere, sono Alice Azario, sono e faccio l’architetto con grande passione e dedizione, insegno
presso il Master Idea del Poli.Design a Milano, dopo aver sviluppato diverse esperienze
soprattutto nell’ambito dell’exhibition design e della brand identity di spazi. Qualche anno fa, non contenta, ho fondato il brand BiCA-Good Morning Design. BiCA è al tempo stesso studio e officina, è un brand di prodotti di home décor, accessori e gioielli che reinterpretano lo specchio. Come mente creativa di BiCA, disegno tutti i prodotti delle nuove collezioni, impostandone l’immagine e la comunicazione. La produzione, che ho modo di curare in prima persona, avviene all’interno di un laboratorio di fabbricazione digitale di Milano.
Com’è nato BiCA?
BiCA nasce da un’idea mia e di Elena Tirinnanzi, amici e e collega. Nel 2016 siamo venute a
contatto con la realtà di TheFabLab, un laboratorio di fabbricazione digitale con sede a Milano.
Qui abbiamo iniziato a sperimentare l’uso di vari macchinari, laser cut e stampanti 3D e a
disegnare, prototipare e autoprodurre oggetti per la casa e accessori per la persona, creando poi
via via una rete di distribuzione attraverso negozi, partecipazione ad eventi e grazie al nostro e-commerce.
Quali sfide avete affrontato nella creazione del brand?
La sfida più grande è stata strutturare il brand in tutti i suoi aspetti logistici e organizzativi:
magazzino, fornitori, rete di vendita… E’ una parte fondamentale per poter crescere e va affrontata in modo rigoroso. La fase creativa invece non è mai un problema, anzi! Le idee non mancano mai ed è sicuramente la parte più divertente dell’intero processo.
Perché ha deciso di puntare sulla personalizzazione dei prodotti? E quali sono i
vantaggi?
Mi piace molto la possibilità di raccontare la storia delle persone a cui apparterranno gli oggetti
che disegno. Lascio spesso la possibilità ai clienti di personalizzare i prodotti, con nomi, date e
dediche o addirittura di progettarli e svilupparli insieme. In questo modo il prodotto finale
diventa unico, prezioso e mi piace che il cliente si senta parte del processo creativo. Si crea un legame affettivo tra il cliente, il brand e l’oggetto!
Unire tradizione e innovazione non è sempre facile: come è riuscita nell’intento?
Le suggestioni e ispirazioni dei prodotti di BiCA hanno spesso un sapore retrò reinterpretato in
chiave contemporanea, che riesce a regalare un aspetto atemporale e romantico alle collezioni. I
prodotti di BiCA sono tutti pensati e realizzati unendo una componente tecnologica, grazie
all’uso di macchine a taglio laser e stampanti 3d, ad una più artigianale. Ogni prodotto è infatti
poi assemblato, rifinito o dipinto a mano con cura in laboratorio. Trovo sia interessante unire questi due aspetti, perché l’oggetto finale ne risulta arricchito.
Quali sono i consigli che darebbe a chi vuole intraprendere un percorso simile a quello di BiCA?
Consiglierei prima di tutto di mettere a fuoco il tipo di prodotti e di storia che si intende
raccontare e poi di confrontarsi con le nuove tecnologie di fabbricazione digitale per iniziare a
conoscerle e sfruttarle. Nei prossimi anni questi sistemi di produzione, insieme all’IOT, saranno
davvero fondamentali. Un altro passo essenziale secondo me è fare rete, creare connessioni con
altre realtà e persone, anche di ambiti diversi. E’ attraverso le sinergie con altri soggetti che si
può crescere davvero.