Luxury e made in Italy. Andrea Montelpare, imprenditore leader a livello mondiale nel settore delle calzature di lusso, ci racconta il segmento moda lusso bambino: “C’è chi pensa non sia giusto far indossare ai bambini capi di lusso, non sono d’accordo”
Manodopera, sapienza artigiana, qualità, stile e dedizione sono solo alcuni degli ingredienti che rendono i brand di moda italiani competitivi a livello globale. Gli accessori e i capi d’abbigliamento di queste maison del lusso hanno un costo che alcuni considerano sproporzionato e l’argomento si fa ancora più controverso se si parla dei brand “alto-posizionamento” per i più piccoli.
Andrea Montelpare, leader a livello mondiale nel segmento delle calzature lusso per bambini, ha raccontato a Dealogando cosa c’è dietro una filiera tanto peculiare che va ad inserirsi in uno scenario in cui la voce moda, in Italia, vale 71,7 miliardi di euro, stando alle stime dell’Area studi Mediobanca.
Si prospetta per questo comparto un valore di 81 miliardi per il 2021, a conferma a del fatto che si tratta di una delle eccellenze indiscusse del nostro paese e che le aziende italiane sono vere e proprie multinazionali capaci di primeggiare nel mondo. Un mercato in continua evoluzione il nostro, che non smette mai, però, di ispirarsi alla grande tradizione e in cui operano 24 delle 100 più grandi realtà attive nella moda e nel lusso su scala mondiale.
A fare la differenza è proprio la capacità dei brand del belpaese di esaltare la “ritualità” artigianale e tessile che da sempre costituisce indiscusso motivo di fierezza e ammirazione.
Andrea Montelpare, come è iniziata la sua storia imprenditoriale di successo?
Tutto inizia nelle Marche e resta indissolubilmente legato a questo territorio. Sono un imprenditore di seconda generazione, nato in una famiglia che ha sempre svolto questo lavoro. Crescere in questo settore è stato essenziale per me, perché ho potuto apprendere, oltre gli importantissimi segreti del mestiere, anche dei valori per me fondamentali.
Nel 1993 ho fondato la Andrea Montelpare Spa a Fermo, il più importante distretto calzaturiero italiano. Ho creduto in questo progetto e nella mia realtà territoriale; parliamo di una zona con un’eccellente vocazione per quanto riguarda questo settore. Ho iniziato con poche persone, in una specie di laboratorio artigiano, ma poi innovazione e buon senso mi hanno permesso di generare risultati migliori.
Quanto è importante coniugare un processo produttivo industriale innovativo a fasi di lavorazione artigianali?
Fondamentale ancor di più se parliamo di un prodotto come le scarpe. Il contributo artigianale è sicuramente prevalente; in quest’area risiedono calzolai dotati di eccezionale manualità, capaci di effettuare a regola d’arte quelle lavorazioni artigianali senza le quali sarebbe impossibile concepire e realizzare scarpe per bambini uniche e di straordinaria qualità.
Per me le persone sono fondamentali e imprescindibili. Le fasi industriali si integrano con quelle artigianali e questo fattore umano lo ritrovi nel prodotto finale.
Quello dell’abbigliamento di lusso per i più piccoli è un argomento controverso: c’è chi ritiene diseducativo abituare i bimbi a indossare marchi costosi e di tendenza. A un prezzo più elevato corrisponde sempre maggiore qualità?
Ovviamente non sono d’accordo con chi pensa che sia sbagliato comprare prodotti di lusso ai bambini. Io credo che il consumatore finale sia consapevole e abbia la competenza per riconoscere il valore di ciò che acquista. Nel caso poi delle calzature per bambini l’elemento qualità è molto più importante di quello economico: c’è in gioco la corretta postura del bambino ed è fondamentale evitare tutto ciò che possa comportare allergie.
Dobbiamo poi pensare anche a un elemento di contesto e cornice sociale: se un bambino nasce in una famiglia benestante dove i genitori prendono per loro stessi prodotti costosi, non ci sarà nulla di strano se la medesima tendenza sarà riservata al piccolo. Io dico sempre di diffidare dal prezzo basso: spesso dietro a un prezzo troppo basso si nascondono problematiche legate alla qualità e alla tossicità, che non giovano di certo alla salute del bambino.
Un adulto può percepire più facilmente quando un prodotto non è ben fatto, ma quando si tratta di un bambino piccolo è la mamma a doversene accorgere e il processo per individuare i difetti è molto più lungo.
Quanto è importante per un’azienda italiana essere presente sui mercati a livello globale?
Quando parliamo di lusso non possiamo immaginare un’azienda di successo senza una visione internazionale. Viviamo nella globalizzazione e i mercati globali sono fondamentali. La mia azienda è consolidata a livello internazionale, la quota export è primaria e le calzature vengono esportate in Russia, Medio Oriente, Stati Uniti e Giappone, solo per elencarne qualcuno.
La moda made in Italy rappresenta qualcosa di unico che solo noi italiani riusciamo a creare e il nostro design è famoso in tutto il mondo. Abbiamo un vantaggio competitivo legato allo specifico contesto geografico in cui operiamo e ciò che portiamo di più prezioso è la manodopera di qualità. Il nostro è un lavoro fatto da tante persone e, al di là della componente estetica, dietro al prodotto ci sono ricerca e sviluppo di materiali unici.
Se pensiamo poi a quanto costa il lavoro nel nostro paese, non possiamo far altro che avere prezzi competitivi sul mercato internazionale. Consideriamo, ad esempio, il costo della manodopera in Cina, che è ovviamente più basso rispetto al nostro, e aggiungiamo a questo l’utilizzo di materiali di qualità e sostenibili: è ovvio che il prodotto finale avrà un prezzo superiore.
Gli eventi dell’industria della moda, come Fashion Week e fiere, quanto sono importanti per i professionisti del settore e quanto pesa la loro mancanza in questo momento?
Sono importanti e sicuramente in questo momento si sente la mancanza del contatto umano, in quanto il digital non potrà mai trasmettere le emozioni che si provano toccando o indossando un abito. Scegliere e comprare l’abbigliamento di persona è un’esperienza insostituibile e non è solo un problema di taglia ma di sensazioni, specie se parliamo di un capo di lusso che destiniamo a un momento importante. Sicuramente si può ovviare con soluzioni da remoto, ed è quello che succede adesso, ma si perderà l’aspetto sensoriale che è davvero fondamentale.