Un progetto nato per sostenere la Maker Faire 2020 e che si è trasformato in un enorme successo. Ecco come è nato il contest Design4Parents
Si è appena conclusa l’edizione 2020 della Maker Faire Rome. Un’edizione molto particolare, completamente digitale, che è comunque riuscita a ricreare quello che il Presidente della CCIAA di Roma Lorenzo Tagliavanti ha definito “un ecosistema virtuoso tra maker, scuole, università, centri di ricerca e migliaia di appassionati all’insegna dell’innovazione alla portata di tutti“. Alla creazione di questo speciale ecosistema ha contribuito anche una novità: il contest Design4Parents.
Design 4 Parents è il primo contest in Italia rivolto a designer, maker e innovatori finalizzato alla realizzazione di idee che supportino e semplifichino il ruolo dei neo-genitori. Ideato da FILO, ADI Lazio e Maker Faire, il bando ha messo in palio 5.000 euro per il vincitore, annunciato domenica 13 dicembre in occasione della giornata conclusiva della fiera dell’innovazione romana.
Abbiamo intervistato Andrea Gattini, co-founder di FILO, che ci ha parlato di questa speciale edizione della Maker Faire Rome, del contest Design4Parents e di come l’emergenza li abbia “costretti” ad adattarsi e reinventarsi per far sì che l’evento potesse comunque avere luogo.
Com’è andata questa edizione così particolare della Maker Faire?
La Maker Faire è andata molto bene, ma si tratta di una novità per tutti noi. Eravamo abituati al fermento della fiera fisica e invece quest’anno è molto diverso perché siamo collegati da remoto e fa un effetto un po’ strano.
Maker Faire con una grande novità: il contest Design 4 Parents. Com’è nata questa idea?
L’idea di questo contest è nata per caso, dall’unione tra noi, ADI (Associazione per il Disegno Industriale) e Maker Faire, a cui noi partecipiamo ormai da anni. Purtroppo, a causa dell’emergenza sanitaria di quest’anno, la Maker Faire è stata in bilico fino all’ultimo momento, perché non sapevamo se avremmo potuto organizzare l’edizione “fisica” o se, come poi è successo, avremmo dovuto ripiegare sul digitale.
Per questo motivo ci è stato chiesto di portare una novità all’interno dell’evento digitale e abbiamo pensato ad un contest dedicato al mondo dei genitori. Noi lavoriamo con questo target di neo-genitori con il nostro dispositivo anti-abbandono Tata e abbiamo rilevato in questo periodo una grande e crescente sensibilità a tutti quelli che sono i problemi della genitorialità, amplificati anche dalla pandemia e dal lockdown.
Ci siamo, quindi, detti “perché non proviamo a portare a galla questi problemi con un contest in cui proviamo a cercare anche delle soluzioni?”. E così è nato Design 4 Parents, ideato e realizzato a sei mani: Filo ha ideato il contest, ADI ci ha supportato nella stesura del bando e nel coinvolgimento dei maker e Maker Faire Rome si è occupata dela comunicazione.
Questo lavoro oggi ha portato ad un contest che ha avuto un successo davvero inaspettato. Basti pensare che noi abbiamo scritto il bando a fine settembre, abbiamo lanciato ufficialmente il contest i primi di ottobre e in meno di due mesi abbiamo raccolto 179 partecipanti con 201 progetti provenienti da Italia, Portogallo e Cina. E tutti i progetti sono validi, tanto che la giuria si è trovata più volte divisa e combattuta nel giudizio.
Una giuria molto variegata. Perché questa scelta?
Abbiamo voluto con forza una giuria che avesse un background molto variegato. I membri della giuria erano: Lapo Ceccherelli (Designer e Co-founder Filo S.r.l.) che rappresentava la nostra visione tecnologica, molto attenta all’innovazione; Marika Aakesson (Designer e Presidente ADI Lazio) che ha prestato particolare attenzione al concetto di product design; i giornalisti Paolo Casicci (Founder di cieloterradesign.com) e Laura Traldi (Founder di designatlarge.it) che erano molto orientati verso il concetto di storytelling dei prodotti; Annalisa Perino (Pedagogista montessoriana e scrittrice) che ha fornito il suo punto di vista sulla questione pedagogica ed educativa. Accanto a loro, poi, c’erano Massimiliano Colella (Direttore Generale Innova Camera) e Isabelle Andrieu (Co-founder di Pi Campus e Investitore).
Insomma, una giuria che aveva background e punti di vista molto diversi tra loro, ma che poi è riuscita a unire le forze e bilanciare i giudizi, così da decretare gli 8 finalisti che rappresentano un po’ le categorie di tutti i progetti che ci sono arrivati: progetti che supportano l’educazione del bambino o che hanno a che fare con la sicurezza domestica; ancora, progetti che puntano sulla formazione dei genitori e che hanno ripensato e rinnovato gli oggetti di uso quotidiano dell’infanzia.
Possiamo dire che il contest Design4Parents è figlio della pandemia?
La pandemia ha sicuramente velocizzato l’incontro fra la dimensione familiare e l’innovazione tecnologica. In effetti tutte le crisi ci costringono a ripensare alla nostra vita, alle nostre abitudini e ai nostri bisogni. Questa pandemia ha – ormai lo sappiamo benissimo – dei risvolti su qualsiasi settore: sanitario, economico, ma anche sociale e personale. Però l’uomo ha imparato a prendere il meglio dalle crisi, e noi stiamo cercando di fare lo stesso: vogliamo provare a vedere il lato positivo di questa crisi con l’innovazione e la nascita di nuovi progetti.
Anche Design 4 Parents potrebbe essere un nuovo progetto nato “grazie” alla pandemia, perché stiamo pensando seriamente di portarlo avanti e farlo diventare un appuntamento annuale. Ci siamo resi conto, contro ogni aspettativa, che un progetto “last second” nato per riempire i vuoti lasciati dall’emergenza e dalle restrizioni ha attirato l’attenzione di tantissime persone da tutto il mondo. Abbiamo riunito maker da tutto il mondo che hanno deciso di dare il loro contributo all’innovazione per risolvere problemi (vecchi e nuovi) in maniera inedita.
Cosa intendi per problemi nuovi?
I problemi nati durante la pandemia in realtà non sono del tutto nuovi. Sono problemi già esistenti ma che l’emergenza ha ingrandito. In primis pensiamo allo smart working e alla Dad: con le scuole e gli asili chiusi non è facile gestire i bambini, sia se si lavora da casa che (ancor di più) se si lavora in sede.
Ho avuto casi di persone che lavorano con me che hanno chiesto di restare in smart working proprio perché dovevano occuparsi dei bambini. E anche restando a casa i problemi persistono, perché conciliare lavoro e bambini è difficile, e lo è ancor di più durante un’emergenza.
Ecco, con Design4Parents vogliamo trovare soluzioni per questi problemi quotidiani. E la nostra sfida si divide in due rami: la sicurezza del bambino e dell’ambiente familiare e la riorganizzazione della vita dei genitori.
Il vincitore di Design4Parents
Ad aggiudicarsi il premio di 5.000 euro come vincitore di Design4Parents è stato Smemory, un kit per la routine del bambino. Ideato da Benedetta Marotti, Giulia Tonioni e Mariabeatrice Starace, il kit è costituito da quattro placchette dedicate alle attività che un bambino deve svolgere quotidianamente – la nanna, la cura personale, tenere in ordine la propria stanza e vestirsi – i patch sono tagliati al laser e nel retro accolgono led e possono riprodurre melodie, i colori e i suoni aiutano i piccoli a orientarsi nella routine giornaliera.
Menzione d’onore per altri due progetti: Elio – dispositivo di rilevamento termico che aiuta i genitori a prevenire i problemi derivanti dall’esposizione a temperature inadeguate – e GrandpaRent – app che connette i neo-genitori con nonni “acquisiti” per ricevere aiuto nel processo di crescita dei loro figli.