Stevanato Group, azienda italiana specializzata in prodotti e servizi per l’industria farmaceutica, ha debuttato a Wall Street partendo da una valutazione di oltre 6.3 miliardi di dollari. L’Ipo del Gruppo Stevanato è la terza per dimensioni di un’azienda italiana, dietro quelle di Enel e Ferrari
Una storia lunga 70 anni iniziata nella soffiatura del vetro e un percorso costruito puntando alla qualità e all’innovazione del prodotto: si è contraddistinto così, nel mondo, il Gruppo Stevanato, oggi primo produttore mondiale di cartucce per le penne d’insulina e secondo nella fornitura di fiale di vetro, tra cui quelle destinate a contenere il vaccino anti Covid-19.
Un lungo curriculum presentato nei primi giorni di luglio a Wall Street in occasione del roadshow per la IPO, dove contava di raccogliere oltre 670 milioni di dollari che l’azienda ha intenzione di investire nello sviluppo di nuovi dispositivi medici. Stevanato è la diciassettesima società italiana a sbarcare a Wall Street, al terzo posto nella classifica delle quotazioni italiane in Usa dopo Enel (17,4 miliardi di dollari) e Ferrari (982 milioni).
Il Gruppo Stevanato durante la pandemia
«Abbiamo supportato con fiale di vetro e siringhe circa il 90% dei programmi vaccinali fin qui sul mercato» spiega la società nel prospetto della quotazione.
Il Gruppo infatti si configura come un importante anello della lunga catena della produzione di vaccini, quella che va da Pfizer, Moderna e molti altri fino ai pazienti: nel giugno 2020, Stevanato si è aggiudicato un contratto per la fornitura di 100 milioni di fiale destinate a contenere i vaccini per contrastare il Covid-19, per un massimo di 2 miliardi di dosi. In sostanza il gruppo fornisce le fiale per circa il 15% dei vaccini tracciati dalla Organizzazione mondiale della sanità.
Il gruppo ha chiuso il 2020 con ricavi per 662 milioni di euro e un ebitda di 157 milioni, dopo i 570,3 milioni di ricavi del 2019, quando aveva registrato un ebitda di 111,1 milioni.
Il boom di ricavi ha dunque creato le condizioni giuste per la quotazione sul mercato borsistico più grande del mondo.
La quotazione a Wall Street di Stevanato Group
Stevanato Group si è quotato alla Borsa di New York con il simbolo “STVN” con un’operazione mista tra aumento di capitale e vendita di azioni da parte di Stevanato Holding, suo principale azionista.
L’azienda ha inizialmente messo sul banco 32 milioni di azioni al prezzo di $21.00 per azione (meno rispetto al piano originario, che prevedeva di metterne sul mercato 40 milioni a un prezzo tra 21 e 24 dollari, anche se Stevanato Group e Stevanato Holding Srl, suo azionista di riferimento). L’IPO quindi contava di raccogliere circa 672 milioni di dollari.
L’esordio di Stevanato al New York Stock Exchange si è però rivelato sofferto, in quanto il neoquotato titolo ha perso il 6,3% (che si confronta con il -0,86% del Dow Jones), rispetto ai 21 dollari dell’ipo, chiudendo la giornata a 19,67 dollari. Il prezzo di chiusura ha portato la capitalizzazione di Stevanato a circa 5,9 miliardi di dollari.
Come si legge sul comunicato stampa, Morgan Stanley, BofA Securities e Jefferies hanno agito come lead bookrunner, mentre Citigroup, Ubs Investment Bank, KeyBanc Capital Markets, Wells Fargo e William Blair da bookrunner. L’advisor dell’operazione è Houlihan Lokey.
Stevanato Group: da azienda di famiglia a leader mondiali
Il Gruppo Stevanato nasce nel 1949 a Zelarino, in provincia di Venezia, come Soffieria Stella, azienda specializzata nella produzione di bottiglie in vetro. Con il boom economico del secondo dopoguerra l’azienda vive un importante momento di crescita tanto che, nel 1959, per necessità di spazio, decide di trasferire la sede a Piombino Dese – in provincia di Padova – una città industriale situata alla confluenza di cinque fiumi.
Quando negli anni ‘60 le aziende alimentari cominciano ad adottare la plastica per i loro confezionamenti, il fondatore Giovanni Stevanato decide di puntare ulteriormente sulla produzione del vetro, in particolare investendo sulla macchina 3BS (intitolata a Stevanato e ai suoi tre co-inventori Bormioli, Bottaro e Bardelli), una tecnologia in grado di produrre rapidamente contenitori di vetro su larga scala e che permetteva all’azienda di lanciarsi in un nuovo mercato: l’industria farmaceutica. All’inizio degli anni ’70, la famiglia chiude la Soffieria Stella con l’obiettivo di concentrarsi sul packaging primario in vetro per uso farmaceutico sotto il nome di Gruppo Stevanato.
Dal 2015 l’azienda è cresciuta a livello internazionale grazie a una serie di acquisizioni di aziende specializzate in diversi paesi. Oggi il Gruppo, con 14 stabilimenti in 9 paesi e un totale di 4.300 dipendenti, si configura come il secondo produttore al mondo di flaconi in vetro.
Il gruppo è guidato dall’Ad Franco Stevanato, dal Presidente Sergio Stevanato, e dal vicepresidente Marco Stevanato.
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