Quali sono i fondi a sostegno dell’imprenditoria e gli incentivi per chi vuole avviare un’attività? Ecco un vademecum per startupper e pmi
Sei giovane, hai un’idea o un progetto ma hai bisogno di risorse per svilupparlo e farlo diventare reale. Navighi nella galassia del web in cerca di “fortuna” e scopri che sono tantissimi i finanziamenti e gli incentivi per aprire una startup, imprenditori e piccole e medie imprese, ma non riesci ad orientarti e a districarti tra bandi spesso poco pubblicizzati e scritti con un linguaggio troppo tecnico da risultare ostico. In effetti, per chi vuole fare impresa o avviare una startup sono tantissimi i bandi, gli incentivi e in generale le iniziative – sia a livello nazionale che europeo – indirizzate ai giovani, ma non solo, che si affacciano al mondo del business e dell’imprenditoria.
Questi programmi forniscono uno strumento di supporto alla micro-imprenditorialità. Si tratta di stanziamenti dedicati soprattutto alle startup che abbiano alla base un progetto che apporti innovazione e incremento occupazionale, oppure indirizzati a quelle aree che hanno bisogno di “stimoli” per il loro sviluppo socio-economico; o anche a soggetti e categorie svantaggiate, come le donne, i giovani under 35, i Neet (letteralmente Not in Education, Employment or Training, quindi ragazzi e ragazze che non studiano e non lavorano) o gli over 55 disoccupati. I fondi vengono erogati a livello regionale, nazionale o anche dalle agenzie esecutive della Commissione europea e per potervi accedere è necessario partecipare, appunto, a bandi e procedure pubbliche. Esistono, comunque, diverse possibilità tra finanziamenti agevolati o a tasso zero, crediti d’imposta e garanzie pubbliche sui prestiti bancari.
Qui di seguito una guida utile per scoprire quali possibilità ci sono per chi vuole fare business o accedere a incentivi e finanziamenti.
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Finanziamenti e contributi a fondo perduto
I contributi a fondo perduto – che possono essere concessi sia per avviare un’attività che per farla crescere – sono un ottimo strumento per ottenere le risorse al fine di finanziare la propria impresa, soprattutto perché non devono essere restituiti. Come anticipato, possono essere dedicati a giovani imprenditori di una determinata fascia d’età, alle aziende e startup che hanno sede in una determinata regione o erogati al fine di sostenere l’imprenditoria femminile.
Ma quali sono i requisiti per accedere ai contributi a fondo perduto? Innanzitutto occorre fare una distinzione tra requisiti oggettivi e soggettivi. I requisiti soggettivi sono relativi alle caratteristiche che deve possedere un soggetto sia al momento della presentazione della domanda che in quello dell’ammissione della stessa e dell’erogazione del contributo economico in suo favore. I requisiti oggettivi, invece, si riferiscono ad esempio – e più spesso – al codice ATECO di un’azienda: i bandi per i fondi, infatti, possono essere dedicati ad un settore imprenditoriale specifico oppure a tutti i settori (in questo caso è necessario fare attenzione leggendo attentamente il bando). Rientra tra i requisiti oggettivi, eventualmente, anche l’iscrizione alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura (CCIAA): in caso di bandi dedicati all’avviamento di startup, però, questa iscrizione non è richiesta. Ad essere quasi sempre richiesto, invece, per partecipare ad un bando, è il business plan: più questo è realizzato in maniera precisa e puntuale, maggiore è la possibilità di vedersi assegnati i fondi.
I finanziamenti per startup ed imprese, comunque, vengono concessi a seguito della valutazione delle singole domande da parte di una commissione. I bandi per accedere ai fondi possono infatti essere di due tipi: quelli “a sportello“, che non prevedono né graduatoria né scadenza e vengono erogati fino all’esaurimento delle risorse stanziate e quelli invece con graduatoria, con la commissione che interviene quindi al fine di valutare la domanda – e il progetto in essa contenuto – assegnando un punteggio che andrà appunto a formare una graduatoria.
Una volta ottenuto il finanziamento, l’impresa o la startup può rifiutarlo o accettarlo formalmente. Se lo accetta si procederà all’erogazione dello stanziamento, il quale potrà essere utilizzato solo e unicamente per attuare quanto dichiarato sia nel bando che nel progetto. Ma si può accedere a più di un bando per ricevere i finanziamenti? La risposta è sì, un’impresa o uno startupper possono ottenere le agevolazioni previste da più bandi, ma è necessario fare attenzione alle regole sulla cumulabilità.
Finanziamenti Invitalia, Smart&Start Italia: cos’è e come funziona?
Tra i principali enti che erogano finanziamenti per le startup e le piccole imprese svetta sicuramente Invitalia, società partecipata dal Mise – il ministero per lo Sviluppo Economico. Tra le sue iniziative per sostenere la micro-imprenditorialità e lo sviluppo di startup innovative su tutto il territorio nazionale, c’è Smart&Start Italia, programma recentemente rifinanziato per tutto il 2020 con il Decreto Rilancio (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 20 maggio scorso) e che ha l’obiettivo di finanziare i piani di impresa con spese comprese tra i 100mila e 1.5 milioni di euro per l’acquisto di beni di investimento e servizi, costi del personale e relativi al funzionamento aziendale. Si tratta di un incentivo a sportello, quindi senza graduatoria e con le domande che vengono valutate in base all’ordine cronologico di invio.
I progetti imprenditoriali per ottenere il finanziamento devono avere determinate caratteristiche, come essere caratterizzati da forte contenuto tecnologico e innovativo; essere orientati allo sviluppo di prodotti, servizi o soluzioni nel campo dell’economia
digitale, dell’intelligenza artificiale, della blockchain e dell’internet of things; essere rivolti alla valorizzazione dei risultati della ricerca pubblica e privata e al rientro dei ricercatori dall’estero.
Ma a chi si rivolge, in particolare, Smart&Start Italia? Alle micro o piccole imprese costituite da non più di 60 mesi e iscritte nella sezione speciale del Registro delle Imprese dedicata alle startup innovative. Possono chiedere i finanziamenti anche i team di persone, a condizione che si
costituiscano in società entro 30 giorni dell’ammissione alle agevolazioni e le imprese straniere che si impegnano a istituire almeno una sede sul territorio italiano e i cittadini stranieri in possesso dello start up VISA. Per quanto attiene invece alle agevolazioni, è previsto un finanziamento a tasso zero senza alcuna garanzia per l’80% delle spese ammissibili. Il finanziamento arriva al 90% se la startup ha una compagine interamente costituita
da giovani under 36 e/o donne, o se tra i soci è presente un esperto con titolo di dottore
di ricerca (o equivalente) che rientra dall’estero. Le startup con sede in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, grazie ai fondi UE del PON Imprese e Competitività 2014-2020, come spiega Invitalia “possono godere di un contributo a fondo perduto pari al 30% del mutuo e restituire così solo il 70% del finanziamento ricevuto”. Tale contributo deve poi essere restituito in 10 anni a partire dal 12° mese successivo all’ultima quota di finanziamento ricevuto. Il programma, inoltre, prevede un percorso di tutoraggio tecnico-gestionale con l’obiettivo di aiutare i neo-imprenditori a rafforzare le loro competenze e guidarli al miglior utilizzo degli incentivi concessi tramite l’affiancamento di un tutor, webinar tematici e il supporto di un mentor.
Per poter accedere ai fondi del programma di Invitalia è necessario presentare la domanda esclusivamente online sul sito di web dell’ente registrandosi sulla piattaforma dedicata. Inoltre, bisogna disporre di una firma digitale e di un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC). La domanda deve essere compilata in tutte le sue sezioni ed è composta da una parte anagrafica e da un business plan che indichi le competenze tecnico-manageriali, gli elementi di innovazione del progetto, la sua sostenibilità economico-finanziaria (con relative analisi di mercato) e gli altri aspetti tecnici. Richiesti, infine, anche il profilo del team (CV) e un pitch.
Una volta giunta, la domanda sarà soggetta ad una valutazione che prevede una verifica formale e una valutazione di merito. Previsto, per il richiedente, anche un colloquio con gli esperti di Invitalia. Si tratta di una procedura che si conclude in 60 giorni, salvo eventuali richieste di integrazione dei documenti.
Invitalia, gli altri programmi e iniziative per la micro-imprenditorialità
Sempre ad Invitalia, poi, fanno capo altri programmi di incentivi per sostenere imprenditori e startupper, come:
Resto al Sud – incentivo che sostiene la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali o libero professionali nelle regioni del Mezzogiorno e nelle aree del Centro Italia colpite dai terremoti del 2016 e 2017;
Cultura Crea – incentivo che sostiene la nascita e la crescita di iniziative imprenditoriali e no profit nel settore dell’industria culturale-turistica che puntano a valorizzare le risorse culturali del territorio nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia;
Nuove imprese a tasso zero – incentivo per i giovani e le donne che vogliono diventare imprenditori. Le agevolazioni sono valide in tutta Italia e prevedono il finanziamento a tasso zero di progetti d’impresa con spese fino a 1,5 milioni di euro che può coprire fino al 75% delle spese totali ammissibili;
SELFIEmployment – è un programma che finanzia con prestiti a tasso zero l’avvio di piccole iniziative imprenditoriali, promosse da giovani NEET. Il Fondo è gestito da Invitalia nell’ambito del Programma Garanzia Giovani, sotto la supervisione del Ministero del Lavoro.
Fondo Patrimonio PMI, cos’è e come funziona
Il Fondo Patrimonio PMI, gestito sempre da Invitalia, è rivolto alle imprese che decidono di investire sul proprio rilancio. Opera attraverso l’acquisto di obbligazioni o titoli di debito emessi da aziende che hanno effettuato un aumento di capitale pari ad almeno 250mila euro.
Promosso dal Ministero dell’Economia, il fondo ha una dotazione di 4 miliardi di euro e prevede che acquisto dei titoli avvenga entro il termine del 31 dicembre 2020. Il Fondo Patrimonio PMI, che prevede una procedura sempre a sportello (quindi senza graduatoria) è una tipologia di sostegno finanziario autorizzato dalla Commissione europea nell’ambito del “Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del Covid-19”.