Nuove tendenze nella mobilità urbana: la condivisione costruisce il tessuto sociale e incentiva l’uso del trasporto pubblico locale. Il noleggio a lungo termine e la condivisione peer to peer, oltre ai pagamenti in bitcoin, sono la proposta della startup Popmove

Fra car sharing e nuove formule di noleggio flessibile, la sharing mobility è sempre più una scelta privilegiata nella costruzione di città resilienti e terreno fertile per innovazioni e sperimentazioni: sono le più recenti statistiche europee a sottolinearlo. Gli startupper così si attivano: Popmove, ad esempio, è una giovane impresa romana che sta tentando un’ibridazione fra il settore della condivisione di autoveicoli e quello del noleggio a lungo termine, altro segmento da tenere d’occhio visto che secondo i dati dell’autorevole Quattroruote il NLT era l’unico canale in attivo nel comparto del noleggio automobilistico (con un +2,4% alla fine del 2020 e un previsto balzo nel 2021 del +13,1%)

Come funziona Popmove

Come funziona Popmove? La proposta è quella di un noleggio a lungo termine di un’autovettura con una rata decrescente: più la tieni e meno la paghi dunque, con una defalcazione pari anche al 45% all’arrivo del quarto anno. L’auto affittata è sempre riscattabile senza preavvisi, senza anticipi e senza maxirate, tanto che tramite la app è in ogni momento possibile controllare il costo del riscatto a carico dell’utente, che sarà sempre pari al reale valore di mercato dell’automobile diminuito della quota del noleggio. La sostituzione dell’auto sarà sempre possibile: in qualsiasi momento e in poche ore la nuova vettura verrà recapitata a casa, scegliendo dalla vetrina di auto disponibili per il servizio Popmove organizzato come se fosse una “Netflix dell’automobile”; la disdetta del noleggio, inoltre , sarà attivabile in ogni momento, senza penali di alcun genere.

Si paga in bitcoin

Nonostante la sharing mobility – nel quadro del più ampio concetto di smart mobility – per ora appaia sfortunatamente compromessa dalla difficile fase pandemica, le vetture noleggiate potranno essere comunque condivise con una ristretta cerchia di utenti, attendendo che le condizioni generali tornino a consentire un pieno sviluppo delle potenzialità dello sharing dei veicoli Popmove. Da ultimo, in un ulteriore balzo tecnologico, Popmove dà oggi agli utenti la possibilità di pagare le transazioni in bitcoin, accogliendo le ultime statistiche che parlano di una crescita del mercato delle criptovalute, le quali entro il 2027 varranno complessivamente quasi 2mila milioni di dollari con una crescita sostenuta del’11,2%.

Il CEO di Popmove: “Promuoviamo nuove relazioni fra le persone”

“Investire su formule alternative – spiega a Dealogando Alberto Cassone, CEO di Popmove – scommettere sulla transizione dal possesso all’uso dell’auto e sulla mobilità come servizio fa parte della nostra storia. Da sempre abbiamo l’ossessione di voler presentare il vero prodotto del futuro e di guidare il cambiamento piuttosto che subirlo. Popmove è una risposta all’altezza delle nostre ambizioni: l’idea è quella di promuovere una nuova cultura e un nuovo modello di relazione tra le persone basato sulla fiducia e sul rispetto”. “Il nostro obiettivo – continua – è quello di rendere l’accesso all’auto sempre più semplice, conveniente, sostenibile e sicuro. La condivisione delle vetture non sarà più un servizio elitario per le grandi città, culla naturale delle nuove formule di mobilità innovativa, ma potrà così svilupparsi senza limiti geografici anche nei piccoli centri abitati”.

Il futuro della sharing mobility in Europa

La sharing mobility sembra essere parte del futuro della mobilità europea. A Brema, nel febbraio 2020, si riunivano i ricercatori del progetto STARS, un’iniziativa lunga 30 mesi finanziata dalla Commissione Europea. Dai case studies elaborati nel contesto di questo progetto ne emerge che “l’identikit degli utenti dei servizi di car sharing rispecchia quello di persone più disposte a usare l’intermodalità e altri servizi di sharing, come il bike sharing. Un altro aspetto interessante che risulta dall’analisi è che “i servizi di car sharing sono un incentivo all’incremento dell’uso del trasporto pubblico, specialmente dove le infrastrutture sono ampie e diffuse”.