ShareMyBag è la nuova community online che permette di indossare abiti da sogno e accessori perfetti senza bisogno di acquistarli, ma prendendoli in affitto. La sua fondatrice Silvia Vanni ha raccontato a Dealogando il successo della community che punta ad una moda più democratica ed ecosostenibile
Condividi, guadagna e supporta la moda sostenibile. Questo è il motto di ShareMyBag, una vera e propria community online grazie alla quale gli iscritti possono aprire il proprio guardaroba e dare in affitto ad altri privati i propri outfit di alta moda. Una sorta di Airbnb del fashion, così definisce ShareMyBag Silvia Vanni, fondatrice della community.
“Tre anni fa vivevo a New York per lavoro. All’epoca lavoravo per un’importante agenzia di marketing e spesso mi capitava di dover indossare look di un certo tipo e di dover quindi fare shopping con una certa frequenza, ritrovandomi nel guardaroba tanti nuovi capi che poi sapevo non avrei indossato nuovamente con facilità. Se fossi stata in Italia, nella mia città, avrei avuto a disposizione gli armadi delle mie amiche all’interno dei quali curiosare e trovare i giusti look, ma a New York questo non mi era possibile. Ecco quindi da dove è nata la mia idea di ShareMyBag”, racconta Silvia.

L’iscrizione è gratuita e una volta registrati, oltre ad iniziare ad affittare abbigliamento e accessori moda dagli altri membri della community in pochi e veloci passaggi, è possibile pubblicare un annuncio, “noleggiando” pezzi del proprio guardaroba. ShareMyBag ha come obiettivo quello di permettere a tutti di monetizzare la propria cabina armadio e allo stesso tempo quello di far riscoprire il valore della moda come forma d’arte, una moda più accessibile e democratica.
“Negli ultimi anni la cosiddetta fast fashion ha preso il sopravvento e, anche se solo adesso se ne inizia a parlare, questo sistema moda ha da sempre un impatto notevole sull’inquinamento ambientale. ShareMyBag vuole invece condividere una moda sostenibile, aumentando il ciclo di vita dei prodotti, soprattutto di quei capi e di quegli accessori non per tutti i giorni. ShareMyBag permette di dare vita ad un’economia circolare tramite una riduzione dei consumi e, di conseguenza, un minor impatto sull’ambiente. ShareMyBag educa ad un’ottica sostenibile”, sottolinea Silvia.
FashionTech, ShareMyBag tra le startup selezionate del programma
Dal lancio ufficiale nel 2019 a New York, in occasione del quale sono stati organizzati più experience event che hanno coinvolto influencer e nuove iscritte, la community si sta preparando alla presentazione ufficiale in Italia. Intanto gli iscritti stanno aumentando sempre di più, mentre nel frattempo vengono raggiunti anche nuovi traguardi e obiettivi.
“Nonostante tutte le difficoltà, questo 2020 ha regalato a ShareMyBag traguardi veramente importanti. Tra più di mille startup, siamo infatti stati selezionati, con altre sei e di cui solo due italiane, dallo Startupbootcamp FashionTech, il programma di accelerazione internazionale dedicato alle startup del fashion-tech”, racconta la fondatrice.
Per ShareMyBag aver vinto questa selezione vuol dire avere la possibilità di allargare la community al mercato B2B. I negozi stanno infatti riscoprendo il bisogno di essere più sostenibili e di smaltire l’invenduto. Proprio per questo i i brand e i negozi si possono rivolgere a ShareMyBag, mettendo a disposizione della community una selezione di capi. A questo progetto, che partirà ufficialmente nei prossimi mesi, parteciperanno con i propri guardaroba anche alcune note influencer.
“Un altro importante traguardo di questo ultimo anno è che ShareMyBag è entrata a far parte a tutti gli effetti del movimento Fashion Revolution del Global Fashion Exchange, ma soprattutto dello UNEP, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Far parte di questi movimenti ci permette di dare il nostro contributo al mondo della moda sostenibile. È un riconoscimento e anche una responsabilità, di cui sono veramente felice e orgogliosa”, conclude Silvia.
Articolo a cura di Bianca Bisaccioni