Roberto Cavalli è diventato un’icona della moda italiana che ha saputo trasformare i suoi capi d’abbigliamento in una vera e propria filosofia di vita: se indossi Cavalli ti sai divertire
Quella di Roberto Cavalli è una delle storie destinate a lasciare il segno nell’imprenditoria italiana in generale. La sua carriera si sviluppa tra passarelle, vacanze lussuose e party esclusivi nella sua villa fiorentina, dove nell’arco della sua carriera ha vestito e ospito celebrità del calibro di Kate Moss, Cindy Crowford, Sharon Stone e Jennifer Lopez.
L’anno prossimo dovrebbe uscire al cinema anche un film dedicato alla vita e alla carriera di Roberto Cavalli, basato sulla sua autobiografia e riadattato dal regista italiano Giulio Base. Ma come nasce la sua carriera imprenditoriale?
Roberto Cavalli: storia dello stilista italiano anticonformista
Nato a Firenze nel 1940, Roberto Cavalli dimostra fin dagli anni adolescenziali una spiccata passione per il mondo dell’arte. Nipote del pittore Giuseppe Rossi, esponente di punta del movimento artistico dei Macchiaioli, Cavalli consegue il diploma di laurea presso l’Accademia delle belle arti. Da quel momento in poi il passo verso il business è davvero breve e Cavalli lo compie dando vita a una stamperia grazie alla quale mette a regime e brevetta un metodo innovativo per stampare sulla pelle. È il primo step di quella che può essere considerata una sfida al mondo della moda.
A inizio anni ‘70, con una sfilata definita gioiosa e opulenta, in cui si presentava una collezione all’avanguardia, parte un lungo viaggio nel mondo dell’imprenditoria e della moda destinato a durare più di mezzo secolo: Roberto Cavalli diventerà famoso per i suoi look animalier e non è un caso che il New York Times lo incoronerà re dei vestiti “animaleschi”.
Lo stilista fiorentino diventa celebre nel mondo anche per la sua collezione denim e per gli abiti sfarzosi da red carpet. A far crescere il personaggio e a impreziosire le sue collezioni non mancheranno ovviamente le avventure da viveur che lo renderanno protagonista non solo delle passerelle ma anche del jet set. Da questo momento è ormai chiaro che il messaggio lanciato è soltanto uno: se indossi Cavalli ti sai divertire.
Roberto Cavalli, i brand che hanno reso celebre lo stilista
Oltre alla collezione che porta la sua firma, “Roberto Cavalli”, negli anni vengono lanciati sul mercato nuovi marchi dedicati a un pubblico specifico e che in poco tempo diventano riconoscibili e sinonimo di estro e ricercatezza.
Dalla linea uomo RC Menswear a quella dedicata ai clienti più giovani, Just Cavalli, lanciata sul finire degli anni ‘90. Quest’ultima è forse la più ampia e trasversale che include abbigliamento uomo e donna, ma anche accessori, occhiali da sole, orologi, profumi, biancheria intima e costumi da bagno. Lo stilista ha creato anche una linea di abiti per adolescenti dal nome di impatto Angels & Devils e una linea Class che include underwear, scarpe, occhiali, orologi e profumi.
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Roberto Cavalli, le controversie con i lavoratori
Dopo i fasti dei primi anni 2000 con l’istrionico stilista fiorentino al centro della scena, negli ultimi anni molte cose non sono andate come avrebbero dovuto. Nel 2015 Cavalli lascia la guida ad un fondo di investimento che acquista il 90% della società e poco dopo, a seguito di una serie di collaborazioni infelici, lo stilista è costretto anche ad abbandonare il ruolo di direttore creativo del brand che è oggi ricoperto da Fausto Puglisi.
La chiusura della storica azienda
La vicenda ha poi un esito ancora meno piacevole quando lo scorso 31 marzo la sede storica di Sesto Fiorentino ha chiuso i battenti dopo ben 51 anni di attività. Mezzo secolo in cui è stata fulcro industriale della piana fiorentina, ma anche faro per molte aziende che attorno a Cavalli si sono erette e hanno intrapreso un proprio percorso.
Resta la sede unica di Milano nella quale hanno deciso di trasferirsi 30 dipendenti “fiorentini” mentre per i restanti 120 che non hanno potuto o voluto non è rimasto che accettare l’uscita incentivata dall’azienda.
Si è trattato secondo molti sindacati dell’esito prevedibile di una gestione poco accorta che ha portato oggi a rimpiangere la presenza di alta professionalità specializzata in un territorio che è oggettivamente esploso diventando un hub del lifestyle in Italia e nel mondo proprio grazie alla presenza di Cavalli. Un po’ come togliere il Colosseo da Roma e del resto sempre della fine di un impero – in un modo o nell’altro – stiamo parlando.
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