Dalle spedizioni alla conquista del K2 alle collaborazioni con i più importanti stilisti del mondo. Ripercorriamo la storia del brand di luxury sportswear Moncler
È un brand che ha fatto la storia dello sportswear, ma che si è avvicinato all’alta moda. È tradizionale, ma ha un occhio sempre rivolto all’innovazione e alle nuove tecnologie. Un concentrato di energia, qualità e cura dei dettagli. Tutto questo è Moncler.
Capace di rinnovarsi e superare anche le crisi più nere, all’inizio degli anni Duemila la società sembrava quasi scomparsa ma oggi macina oltre un miliardo di fatturato. Per l’esattezza, ha chiuso il 2018 con ungiro d’affari di 1,42 miliardi di euro(+22%), un utile netto di 332,4 milioni (+33%) e una cassa per oltre 450 milioni di euro.
Ma vediamo quali sono state le tappe di questo incredibile viaggio, partito da un villaggio di montagna vicino Grenoble…
Gli inizi
Le origini del nome sono racchiuse nelle sue radici: Moncler è infatti l’abbreviazione di Monestier-de-Clermont, villaggio di montagna vicino a Grenoble. Qui René Ramillon e Andrè Vincent fondano nel 1952 l’azienda che ha dato vita al celebre piumino.
All’inizio Moncler produceva sacchi a pelo imbottiti, un unico modello di mantella foderata con cappuccio e delle tende con struttura telescopica e copertura esterna. Si trattava di articoli robusti e funzionali che incontrarono subito il favore del pubblico, proprio nel periodo in cui si faceva largo il nuovo fenomeno sociale delle vacanze in montagna.
I primi piumini, invece, furono ideati per proteggere dal freddo gli operai del piccolo stabilimento di montagna, che li indossavano sopra la tuta da lavoro. A notarli e a intuirne le potenzialità fu l’alpinista francese Lionel Terray.
Dalla montagna alla città
Nacque così la linea specialistica Moncler pour Lionel Terray: piumini, salopette, guanti e sacchi a pelo ad alta resistenza, pensati per i climi più estremi.
Tutti i nuovi articoli vennero messi alla prova nel corso di varie spedizioni e poi perfezionati nel corso del tempo. Nello stesso periodo i piumini Moncler furono scelti per equipaggiare la spedizione italiana sul K2 (8.611 metri), culminata nella conquista della seconda vetta più alta del mondo da parte di Achille Compagnoni e Lino Lacedelli.
Ancora, nel 1955 i piumini Moncler erano in dotazione alla spedizione francese che raggiunse la cima del Makalù (8.470 metri), e nel 1964 l’azienda divenne fornitore ufficiale delle spedizioni in Alaska organizzate da Lionel Terray.
Infine, la consacrazione mondiale arrivò nel 1968, in occasione dei Giochi Olimpici Invernali di Grenoble, una piattaforma mediatica a livello mondiale grazie alla diffusione televisiva. Moncler divenne, infatti, fornitore ufficiale della squadra francese di sci alpino.
Negli anni Ottanta Moncler, con le sue originali impunture, il suo effetto verniciato e i colori abbaglianti, fece finalmente il suo ingresso in città. La celebre stilista Chantal Thomass collaborò con l’azienda fino al 1989, rivisitando il look del piumino classico: sostituisce le cerniere con i bottoni e introduce bordi in pelliccia, il satin e i tessuti reversibili.
Gli anni Duemila
Il 2003 è l’anno della svolta. Il brand viene, infatti, acquisito dall’imprenditore italiano Remo Ruffini (attuale Presidente e Amministratore Delegato). A lui si deve la strategia del piumino globale: lavorando su vestibilità, ricerca estetica, sperimentalismo e materiali, viene esplicitato lo spirito universale di Moncler così come l’alta qualità dei capi, che vengono rigorosamente prodotti in Europa.
Tre anni dopo l’universo Moncler si arricchisce con il lancio della collezione Haute Couture Moncler Gamme Rouge, disegnata dapprima da Alessandra Facchinetti e poi da Giambattista Valli. Questo è il periodo di una maggiore apertura verso il gusto sartoriale e il mercato statunitense, che porterà l’azienda a quotarsi sul Mercato Telematico Azionario (MTA), organizzato e gestito da Borsa Italiana S.p.A. di Milano, segnando il maggior successo europeo degli ultimi anni.
Proprio come in un revival, nel 2014 Moncler fornisce l’equipaggiamento tecnico al team della spedizione “K2 – 60 Years Later” che dopo 60 anni celebra la conquista Italiana del K2. Ai capi indossati dagli scalatori si ispira la collezione “Moncler pour Lionel Terray”.
La svolta sostenibile
Nel 2015 Moncler redige il suo primo Bilancio di Sostenibilità e il Piano di Sostenibilità. Viene costituita una joint venture in Corea, raggiungendo così il controllo diretto in tutti i mercati in cui il brand opera. Si perfeziona l’acquisizione di una prima unità di confezionamento in Romania con l’obiettivo di creare un polo tecnologico di ricerca e sviluppo sul capospalla in piuma e di verticalizzare una parte della produzione.
Nel giro di quattro anni la Società viene inclusa per la prima volta negli indici Dow Jones Sustainability World e Europe, come Industry Leader del settore Textile, Apparel & Luxury Goods.
Moncler Genius – One House, Different Voices
L’ultima novità dell’universo Moncler è il progetto creativo Moncler Genius – One House, Different Voices, un hub di menti creative che, operando insieme pur mantenendo la loro individualità, reinterpretano l’essenza del brand.
Lanciato nel 2018, il progetto ha esplorato nuove dimensioni di stile e innovazione coinvolgendo tanti designer molto diversi tra loro. Ognuno ha presentato la sua visione del DNA Moncler,
E l’edizione 2021 si prospetta ancora più innovativa, perché si terrà in Cina e avrà un nuovo format. Il brand ha, infatti, deciso di presentare un nuovo concept che vede interagire l’online con l’offline, esplorando il potenziale della comunicazione digitale e presentando un evento mediatico capace di parlare direttamente al consumatori e coinvolgerli nella condivisione dei valori.