La seconda donna più ricca d’Australia è la fondatrice di Canva, software che ha semplificato i progetti di grafica e degno avversario di Google e Microsoft. Rientrata perfettamente nell’elenco di unicorni, questa startup ha reso la creazione di contenuti grafici molto più semplice e alla portata di tutti. E l’idea è di Melanie Perkins, alla guida di una realtà che oggi vale 26 miliardi di dollari
Passione, determinazione e un pizzico di inventiva hanno spinto Melanie Perkins a scalare le vette dell’imprenditoria. Il suo nome è associato a Canva, uno strumento di progettazione grafica nato per facilitare creator (e non) a realizzare e modificare immagini (e non solo). Prodotto australiano, Canva ha rapidamente sbaragliato la concorrenza causando non poche difficoltà ai colossi del settore come Photoshop e InDesign, programmi basilari per chiunque abbia competenze grafiche. Grazie a Canva, oggi modificare le immagini non è mai stato così facile, seppur con obiettive limitazioni. Con il successo accumulato negli ultimi dieci anni, Melanie Perkins è una delle donne Under 35 più ricche d’Australia. Ma qual è la sua storia? Come è riuscita a creare un’attività così proficua? E perché oggi è ammirata ed ugualmente temuta dalla concorrenza?
Chi è Melanie Perkins
Prima di diventare la seconda donna Under 35 più ricca d’Australia, Melanie Perkins ha avuto un’idea brillante – e anche furba – come semplice studentessa. È proprio in quel periodo che inizia la sua storia imprenditoriale: prima di frequentare l’università era un’aspirante pattinatrice artistica, ma poi ha scoperto l’amore per la grafica. All’epoca, senza soldi né una base solida su cui costruire un’attività, ha posto le basi di un business con il suo partner, Cliff Obrecht – oggi co-fondatore di Canva ma anche suo marito. Inizialmente i due vendevano tatuaggi spray alle fiere locali, lavorando con le immagini.
Frequentando l’University of Western Australia, Melanie ha inoltre iniziato ad aiutare altri studenti ad imparare il funzionamento di programmi di grafica come InDesign e Photoshop, ritenuti molto complessi. Traendo spunto da quelle difficoltà e senza una solida base economica né sufficiente esperienza, nel loro salotto Melanie e Cliff hanno iniziato ad ideare un progetto di startup.
Prima ancora di Canva è nato Fusion Books, una sorta di progetto embrionale con cui hanno realizzato annuari messi a disposizione delle scuole superiori australiane. Una volta collaudato, quel sistema ha permesso ad entrambi di affinare le proprie conoscenze: ed è così che è nato ufficialmente Canva. Melanie Perkins ha incassato 100 rifiuti prima di vedere una luce alla fine del tunnel. Oggi quell’oscurità è un lontano ricordo perché ha raggiunto la luce, tanto da essere supportata economicamente anche da Lars Rasmussen (co-fondatore di Google Maps), che ha investito circa 1,5 milioni di dollari nel progetto.
Che cos’è Canva
Canva nasce dal bisogno di semplificare la progettazione grafica. Snellendo quindi le basi di altri programmi pensati per lavorare le immagini, Canva è una piattaforma online a cui tutti possono accedere con un piano gratuito e uno premium. Oggi questa startup vale circa 26 miliardi di dollari, e ha subito una crescita importante negli ultimi anni, soprattutto dallo scoppio della pandemia che ha costretto gran parte della popolazione allo smart working. Ciò ha avvicinato tanti nuovi utenti alla realtà semplificata di Canva: la piattaforma ha raggiunto 60 milioni di clienti in 190 paesi dov’è presente come servizio.
Sin dalla fondazione avvenuta nel 2012, il programma di grafica ha fatto molti passi in avanti. Ad esempio, nel 2018 ha stretto una collaborazione con Dropbox per integrare le sue immagini sulla piattaforma. Dal 2014 ad oggi, la società ha raccolto più di 400 milioni di dollari dagli investitori.
Come ha reagito la concorrenza
Prima dell’arrivo di questo software smart online, il mondo della grafica ha potuto fare affidamento soprattutto su Adobe. Ma il colosso che per decenni ha dominato il mercato con la forza di Photoshop, Illustrator e InDesign ha dovuto rimodulare la propria presenza e la propria offerta. In che modo? Acquisendo una nuova realtà, Figma, una startup di progettazione di software per 20 miliardi di dollari.
Come riporta The Sydney Morning Herald, l’accordo non è stato ancora completato, ma si suppone che Adobe abbia fatto questo passo in avanti per proteggersi dalla concorrenza ed in particolare dalla scalata di Canva. In che modo? Figma, fondato nel 2012, è un coetaneo di Canva e funziona in modo molto simile: è disponibile online e serve a progettare altri software (app, siti web) tramite browser web con un account base e premium.
Melanie e la filantropia
La co-fondatrice di Canva oggi ha un patrimonio da invidia. Insieme al marito detiene il 30% dell’attività imprenditoriale. Eppure è diventata virale la sua intenzione di sbarazzarsi di quel patrimonio per donarlo ai più bisognosi: la coppia ha già messo tutto per iscritto stipulando il Giving Pledge e si è impegnata a donare la propria fortuna per combattere la povertà. Basti pensare che, per la sua proposta di matrimonio, Cliff Obrecht ha acquistato un anello da 30 dollari. Non è chiaro il modo in cui doneranno il proprio denaro, potrebbe accadere in tanti modi, anche fondando un ente di beneficenza a proprio nome. Ecco cosa si legge nella nota firmata dai coniugi:
“Abbiamo questa convinzione selvaggiamente ottimista che ci siano abbastanza soldi, buona volontà e buone intenzioni nel mondo per risolvere la maggior parte dei problemi che abbiamo. Riteniamo che non sia solo un’enorme opportunità, ma un’importante responsabilità e vogliamo dedicare la nostra vita a lavorare in tal senso. Chi ha bisogno di tutti quei soldi? Dico sul serio!”
In merito ai progetti futuri, Melanie ha garantito a Irish Tech News che c’è ancora tanto lavoro da fare. A detta della fondatrice di Canva, oggi il suo software unicorno è utilizzato da oltre 100 milioni di persone al mese, ed è pronta a dare del filo da torcere ad altre realtà come Google e Microsoft.
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