Di tycoon americani e cinesi, ascesi al top della ricchezza mondiale, sono piene le pagine del web. Ma di Kim Beom-Su che saltava i pasti per studiare ingegneria e che ha raggiunto un patrimonio di 15 miliardi di dollari, si sa molto poco. Con un mix di talento, intuito e abnegazione il suo gruppo industriale è tra i più importanti del Paese

Con ogni probabilità se non fosse nato in Corea del Sud, Hollywood ci avrebbe già realizzato un film o chissà, una serie tv. Sì, perché la storia di Kim Beom-Su risponde ai canoni del self made man, partito dai bassifondi ed arrivato al top. Oggi è l’uomo più ricco della Corea del Sud, con un patrimonio stimato da Forbes di 15 miliardi di dollari. Sua è la Kakao, uno dei più grandi gruppi industriali del Paese asiatico.

Kim Beom-Su, classe 1966, è nato in uno dei quartieri più poveri della capitale, Seul. È il terzo di cinque figli di una famiglia di umili origini: padre operaio e madre cameriera d’albergo, cresciuto dalla nonna in un minuscolo alloggio con una sola camera da letto. In condizioni simili, andare all’università appariva al giovane Kim come un miraggio. Eppure pur di studiare e fare la sua strada, dava lezioni private e rinunciava anche a mangiare, saltando i pasti.

Con grande abnegazione nel 1992 riuscì a laurearsi in ingegneria all’università statale, la Seoul National University, dopodiché fu assunto da quello che oggi è un colosso dell’elettronica mondiale, la Samsung, dove gli fu assegnato il compito di sviluppare un servizio di comunicazione online. Cinque anni dopo, la prima intuizione: Mission No.1 – questo il nome dell’internet cafè fondato da Kim Beom-Su – che divenne in poco tempo la catena più grande della Corea del Sud.

Gli Stati Uniti ispirano le innovazioni in patria di Kim Beom-Su

Ma fu l’America ad ispirare l’ambizione imprenditoriale di Kim Beom-Su che, dopo aver letto un articolo sul successo della Microsoft di Bill Gates, lanciò il primo portale internet per gamers, Hangame, fornendo giochi online agli adolescenti che frequentavano gli internet café.

Appena cinque mesi dopo il lancio, la piattaforma registrava già  10 milioni di iscritti, con una crescita vertiginosa di 100 mila utenti al giorno. Ma Kim Beom-Su aveva ancora altri assi nella manica e dopo cinque anni dalla realizzazione del suo ultimo progetto, dà vita ad un motore di ricerca, Nhn, il principale portale internet della Corea del Sud. “E’ stato il periodo più memorabile della mia carriera”, ha ricordato il miliardario in una recente intervista al Korea Herald.

Nei primi anni Duemila Kim Beom-Su è pronto per il grande salto e si trasferisce nel “cuore tech” del mondo, la Sylicon Valley, con l’obiettivo di esportare le sue attività negli States. Ma l’esperienza americana lo spinge a far ritorno a casa, non a mani vuote.

Dopo l’esperienza americana il grande salto 

Oltre a riflessioni, letture e delusioni professionali, i giorni di Kim Beum-Su nella Silicon Valley portarono anche l’ispirazione per la sua successiva e più importante avventura imprenditoriale. Il 9 giugno 2007 arrivava sul mercato il primo iPhone: Kim ne rimase a tal punto folgorato da mettere assieme un team per sviluppare applicazioni. Quando lo smartphone di casa Apple sbarcò in Corea del Sud, appena due anni anni più tardi, Kim già preparava potenziali app.

Nel 2010 lanciò KakaoTalk, un servizio di messaggistica che otto anni più tardi, contava già 45 milioni di utenti e deteneva una quota di mercato vicina al 95% e negli anni successivi, il gruppo Kakao si è allargato con fusioni e acquisizioni di oltre 100 società. Nel 2014 il governo di Seul qualificò il gruppo industriale fondato da Kim Beum-Su come “grande società” e divenne la prima startup tech a entrare nella stessa categoria di chaebol (conglomerati industriali che ricevono prestiti statali) come Samsung, Hyundai, Sk e Lg.

La sua capitalizzazione di mercato oggi è pari a 65 miliardi di dollari e recentemente il Korea Times ha tributato il sorpasso del numero uno dei miliardari coreani Seo Jung-jin, co-fondatore dell’azienda biofarmaceutica Celltrion, da parte di Kim Beom-Su, la cui creatura miliardaria Kakao solo nell’ultimo anno è cresciuta del 110% grazie anche ad accordi importanti come quello stretto con Ant Group, il braccio fintech della Alibaba di Jack Ma.