James Dyson ha creato un impero partendo da un semplice quesito: come rendere la vita più semplice? La risposta è arrivata con un aspirapolvere senza sacchetto, all’epoca quasi percepita come una minaccia sul mercato, poi tramutata in potente innovazione e oggi parte della quotidianità. Ma chi è l’uomo dietro la macchina? Chi si nasconde dietro tanto successo e qual è la sua eredità?
Oggi diamo per scontato quello un tempo è stato innovazione. Lo sa bene James Dyson, founder dell’azienda che trae forza proprio dal suo cognome e che oggi ha realizzato strumenti che accompagnano e facilitano la routine di milioni di persone in tutto il mondo. Ma cosa si nasconde dietro il suo successo? Qual è la storia del fondatore di Dyson e qual è la sua eredità? Passato, presente e futuro a confronto per spiegare un fenomeno che difficilmente diventerà meteora.
Chi è il founder e proprietario di Dyson
Di origini britanniche, Sir James Dyson è oggi conosciuto in tutto il mondo come il fondatore dell’azienda che trae vigore proprio da quel cognome, assegnato a strumenti all’avanguardia che agevolano le faccende domestiche così come rendono ancor più preziosi gli sforzi beauty. La parola chiave in questo caso sembra essere soltanto una: quotidianità. Dyson, sin da principio, ha cercato di rendere la quotidianità il più semplice possibile. Dall’aspirapolvere senza filo ai micro asciugacapelli agli ioni, Dyson fa parte della rivoluzione tecnologica, ma oggi non avrebbe raggiunto il podio senza gli sforzi dell’uomo dietro la macchina.
Inserito nella classifica degli uomini più ricchi al mondo da Bloomberg (almeno nel 2020 figurava al 66esimo posto), James Dyson ha dimostrato una certa affinità con le invenzioni creative. Sin dall’ultimo anno di college, ha messo a punto alcune invenzioni. La prima con il suo nome è stata il Ballbarrow, un’innovativa carriola in plastica che ha vinto il premio Building Design Innovation del 1977. Successivamente ha creato il Trolleyball, carrello utile a immettere le barche in mare. E questo è stato soltanto l’inizio, perché il meglio doveva ancora arrivare.
Cosa ha inventato esattamente James Dyson?
La grande idea arriva verso la fine degli Anni ’70. Nota che il filtro dell’aria della Ballbarrow è ostruito dalla polvere, così cerca una soluzione che lo avvicina a quello che poi sarà la sua grande invenzione. Realizza una torretta ciclonica industriale che elimina le particelle di polvere attraverso spinte centrifughe. A quel punto Dyson pensa: perché non adattare lo stesso principio ad un aspirapolvere? Seguiranno cinque anni di tentativi e circa 5 mila prototipi scartati prima di arrivare alla perfezione. James Dyson riesce così a creare la sua prima aspirapolvere senza sacchetto, il Dual Cyclone, messa a punto nel garage di casa. Gli anni successivi vedono l’inventore girare l’Europa alla ricerca di un’azienda che possa produrlo, ma tutti mostrano un certo scetticismo nei suoi confronti. Soltanto in Giappone trova qualcuno interessato al progetto, così le prime aspirapolveri G-Force arrivano sul mercato. Soddisfatto del risultato, Dyson a quel punto capisce di voler lanciare un prototipo con il suo cognome e il suo brand, uno step importante concretizzatosi nel 1993.
È stato il primo a inventare l’aspirapolvere senza sacchetto e ha mostrato al mondo intero il suo primo DC01 firmato Dyson. Ed è soltanto l’inizio. L’inventore non si ferma e, supportato da un validissimo team, prosegue la conquista del mercato tanto che, nel 2014, presenta di persona a Tokyo una nuova aspirapolvere robotica, il 360 Eye, che include anche un’interfaccia utente per iOS e Android.
Non solo aspirapolvere: i must have Dyson
In molti l’hanno paragonato allo Steve Jobs delle aspirapolveri, ma James Dyson ha allargato l’offerta del suo brand includendo anche altri prodotti, come ad esempio un’asciugamani veloce detta Dyson Airblade. Nata nel 2006, questa attrezzatura solitamente utilizzata nelle strutture ricettive consente un’asciugatura più rapida utilizzando meno energia. Nel 2000, invece, ha presentato la sua prima lavatrice, ContraRotator, anche se non ha riscontrato particolare successo: infatti oggi non è più in commercio.
Ciò che invece ha garantito a Dyson di prosperare è tutta la gamma accessori per capelli come il Dyson Supersonic, un asciugacapelli dotato di un motore più piccolo che si adatta alle dimensioni ridotte dell’intero attrezzo. O ancora l’Airwrap, accessorio per capelli che permette di catturare le ciocche in un flusso d’aria realizzando qualsiasi tipologia di piega. Non a caso, gli styler per capelli Dyson ad oggi sono i più ammirati sul mercato.
A chi è destinata l’eredità di James Dyson
Cosa aspettarsi dal futuro Dyson? Il founder aveva intenzione di realizzare un’automobile elettrica, un progetto ambizioso che è andato incontro ad un muro di realtà. A Vanity Fair, l’inventore ha spiegato perché il progetto è stato bloccato in produzione:
Per anni ci siamo impegnati a fare una macchina elettrica e certo è stata una decisione difficile quella di abbandonare l’idea, ma le condizioni, rispetto a quando abbiamo iniziato a studiarla, sono cambiate completamente. Eravamo ambiziosi, tanto più che volevamo fare tutto da soli. Peccato che, nel frattempo, molte case automobilistiche abbiano deciso di buttarsi sull’elettrico e noi saremmo usciti sul mercato con un prodotto poco competitivo dal punto di vista commerciale.
Pare quindi che la concorrenza l’abbia battuto sul tempo. L’eredità Dyson è destinata ai suoi tre figli, anche se soltanto uno di loro – Jake – lavora nell’azienda di famiglia come designer. Certo è che, come ha raccontato a Vanity Fair, il founder non ha intenzione di ritirarsi, o almeno non ancora. Ma la sua eredità è destinata anche a tutto il mondo. Perché i prodotti Dyson sono diventati parte della vita quotidiana di chi li acquista, ed è parte del motivo che ha spinto James Dyson verso quest’avventura insidiosa quanto soddisfacente: rendere semplice ciò che non lo è.
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