Avviare un’attività imprenditoriale solida comporta molteplici incognite. Per ovviare ai rischi, si può ricorrere a incubatori di startup: realtà ormai diffuse nel territorio, create con l’obiettivo di accompagnare le prime delicatissime fasi dello sviluppo di un’azienda. In che modo? Mettendo a disposizione le risorse necessarie al suo ingresso sul mercato.
Un incubatore è il luogo (fisico e virtuale) in cui una nuova impresa può trasformarsi da semplice progetto in una realtà produttiva a tutti gli effetti. Stando alla Commissione europea, si tratta di “un’organizzazione che accelera e rende sistematico il processo di creazione di nuove imprese”. Con un’unica clausola: la startup può usufruire dei benefici di un incubatore per non più di 36 mesi.
Cosa sono e a che servono gli incubatori di startup?
Gli incubatori d’impresa nascono alla fine degli anni Settanta come strumento volto a contrastare la tendenza recessiva e a favorire l’occupazione. Oggi operano principalmente come propulsori delle imprese innovative ad alto valore tecnologico.
Con la loro proliferazione si è reso necessario poter distinguere tra realtà più e meno affidabili. A questo scopo, il nostro Paese ha introdotto la nozione di incubatore certificato (normativa di riferimento: art. 25, comma 5 del DL 179/2012): si tratta di una società di capitali – costituita anche in forma cooperativa – che non si limita a offrire servizi per sostenere lo sviluppo di startup innovative, ma è anche in possesso di specifici requisiti, stabiliti dal Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 22 dicembre 2016:
- disporre di strutture, anche immobiliari, adeguate ad accogliere startup innovative, quali spazi riservati per poter installare attrezzature di prova, test, verifica o ricerca;
- disporre di attrezzature adeguate all’attività delle startup innovative, quali sistemi di accesso in banda ultra-larga alla rete internet, sale riunioni, macchinari per test, prove o prototipi;
- essere amministrato o diretto da persone di riconosciuta competenza in materia di impresa e innovazione e avere a disposizione una struttura tecnica e di consulenza manageriale permanente;
- avere regolari rapporti di collaborazione con università, centri di ricerca, istituzioni pubbliche e partner finanziari che svolgono attività e progetti collegati a startup innovative;
- avere adeguata e comprovata esperienza nell’attività di sostegno a startup innovative.
Le imprese che possiedono questi requisiti possono accedere allo status di incubatore certificato tramite autocertificazione del legale rappresentante. Tutti gli incubatori certificati sono elencati nelle banche dati del Registro delle Imprese.
Quali risorse offre un incubatore a una startup?
Un incubatore di startup può offrire risorse tangibili e intangibili. Rientrano tra le prime i servizi che forniscono l’accesso ad infrastrutture, spazi fisici, apparecchiature tecnologiche e macchinari. Mettere a disposizione una risorsa tangibile può voler dire anche procurare del capitale oppure mettere in contatto le startup con imprenditori interessati a investire nel progetto (ad esempio, Business Angel e Venture Capital).
Tra le risorse intangibili si annoverano invece il know-how, il business modelling e le strategie di marketing. In altre parole, un incubatore può mettere a disposizione servizi di trasferimento di competenze di base (riguardanti gli aspetti legali e fiscali), servizi di consulenza manageriale, di commercializzazione dei prodotti o di supporto al recruiting. Gli incubatori possono operare anche attraverso il trasferimento di competenze specifiche alla singola idea di business, di una rete di contatti (networking) e di personale già qualificato.
Un discorso a parte va fatto per le risorse esterne, ossia per tutte le competenze che non rientrano sotto la stretta direzione degli incubatori, ma svolgono un ruolo fondamentale nel decretare il successo di un nuovo business. In questi casi, la funzione dell’incubatore consiste nell’inserire la startup all’interno di una rete produttiva, consentendole di intrecciare relazioni strategiche con imprese più solide, potenziali finanziatori, partner tecnologici, consulenti, fornitori e possibili contatti commerciali.
Leggi anche >> Startup e PMI innovative, novità per gli investitori: il Mise lancia un nuovo incentivo
Tutti i tipi di incubatori di startup
Nel corso degli anni sono nate diverse tipologie di incubatori, a seconda delle esigenze economiche e dei profili d’impresa richiesti dal mercato:
- Incubatori pubblici e universitari (BIC e UBI): Tra le principali tipologie pubbliche troviamo i BIC (Business Innovation Centers) e gli UBI (University Business Incubator), la cui attività di incubazione prevedeva la fornitura di servizi di base alle imprese (fornitura di spazi, infrastrutture, canali di comunicazione).
- Incubatori d’impresa privati (IPI e CPI): Nel corso del tempo, i cambiamenti di mercato e la diffusione di nuove tecnologie hanno generato nuovi bisogni, portando alla nascita di incubatori privati che potessero intervenire a supporto delle nuove realtà imprenditoriali: tra queste troviamo le IPI (Independent Private Incubators) e i CPI (Corporate Private Incubators). La loro funzione è quella di facilitare il rapido sviluppo delle imprese offrendo sia risorse nelle prime fasi di creazione e della definizione del modello di business, sia durante tutto il loro processo di formazione ed evoluzione.
- No-profit: a questa categoria appartengono BIC e UBI, fondati da enti pubblici, a sostegno di politiche di sviluppo economico locale.
- Profit: IPI e CBI sono costituiti da soggetti privati con l’obiettivo di realizzare un profitto.
Qual è la differenza tra un incubatore e un acceleratore di startup?
Nulla vieta a un operatore economico di essere sia l’uno che l’altro. Tuttavia, bisogna avere chiaro in mente che un incubatore di startup non è sovrapponibile a un acceleratore. La differenza principale risiede nel target di riferimento.
Gli incubatori indirizzano le proprie risorse verso giovani imprenditori desiderosi di avviare un progetto d’impresa: i mentor che svolgono le attività di incubazione (imprenditori esperti) aiutano gli startupper a testare le loro idee grazie a strumenti come Business Model Canvas, Sales Pitch o Minimum Viable Product.
Gli acceleratori si rivolgono prevalentemente a realtà già solide o in uno stadio avanzato di sviluppo. Le sessioni, in questo caso, risultano essere più brevi e più intense rispetto a quelle degli incubatori; il loro obiettivo è trasmettere competenze mirate ad uno specifico bisogno, così da supportare una crescita rapida dell’impresa.
Detto altrimenti, l’incubatore fornisce uno spazio fisico in cui lavorare, l’accesso a un limitato numero di servizi (sale conferenze e connessione internet) e opportunità di networking. L’acceleratore, invece, offre servizi professionali di consulenza strategica che vanno dalla definizione del business alla costituzione del team, dalla racconta fondi alla gestione di eventuali pivot fino al lancio del prodotto sul mercato.
I migliori incubatori di startup a Roma e a Milano
I 5 migliori incubatori di startup a Roma sono
- Digital Magics, è la quarta sede di Digital Magics in Italia, business incubator quotato sul mercato AIM Italia di Borsa Italiana (simbolo: DM), affianca le startup digitali del Lazio e del Centro Italia. L’incubatore della capitale è all’interno di Talent Garden Poste Italiane, campus di coworking dedicato all’innovazione, nato dall’accordo di Open Innovation fra Poste Italiane e Digital Magics, che monitora costantemente startup e soluzioni innovative per i processi e servizi interni di Poste Italiane.
- Spazio attivo Roma Casilina, situato in una sezione del complesso immobiliare ex Pastificio Pantanella, accoglie progetti imprenditoriali e talenti che operano prevalentemente nella filiera della moda e del design. È sede del FabLab Lazio, di spazi di TalentWorking e per lo startupping, di sale riunioni ed aule formazione. È sede dello Sportello Donna Forza 8.
- TecnoPolo Tiburtino, è l’incubatore per la creazione e lo sviluppo di nuove imprese ad alto contenuto tecnologico. Dal 2006 è sede dell’Incubatore ESA BIC Lazio nato dall’accordo tra Regione Lazio, Agenzia Spaziale Europea (ESA) e Agenzia Spaziale Italiana (ASI), all’interno del Programma di Trasferimento Tecnologico (TTP) dell’Agenzia Spaziale Europea. Il suo obiettivo è facilitare l’utilizzo di tecnologie e sistemi spaziali per applicazioni (prodotti e/o servizi) innovative commerciali.
- Startupbootcamp FoodTech, incubatore e acceleratore di imprese innovative del settore agroalimentare, promuove attività ad alto valore tecnologico lungo tutta la filiera del cibo (dall’agricoltura ai ristoranti, fino ai rivenditori).
- Parco Scientifico romano, Hub tra ricerca e impresa con lo scopo di valorizzare i risultati della ricerca (spin out) e individuare i prodotti e i processi innovativi, favorendo la nascita di nuove unità produttive in partnership con le PMI (spin in). I servizi avanzati di supporto all’innovazione forniti dalla Società offrono, attraverso la realizzazione di laboratori condivisi, la possibilità di accedere al know-how tecnologico necessario per sostenere le attività di ricerca industriale e di sviluppo prototipale di nuovi prodotti e servizi.
I 5 migliori incubatori di startup a Milano
- dPixel, advisor esclusivo del Fondo Barcamper Venture, offre un percorso di accelerazione focalizzato alla finanziabilità attraverso formazione, tutorship e coaching individuale. L’expertise maturata a fianco del Fondo ha permesso di organizzare percorsi adatti allo sviluppo d’impresa.
- PoliHub, è l’Innovation District & Startup Accelerator del Politecnico di Milano, 5° Incubatore universitario al mondo e 2° in Europa (UBI Index 2015). La sua missione è supportare startup altamente innovative con modelli di business scalabili e spingere i processi di cross-fertilizzazione tra l’Università, le diverse startup e le aziende consolidate attente all’innovazione.
- ImpactHub, è uno Spazio di Coworking ed Eventi, una Community e un Incubatore Certificato che fa parte di un network internazionale di più di 100 spazi e oltre 15.000 imprenditori e innovatori accomunati dall’interesse per progetti e imprese con impatto sociale, ambientale o culturale.
- Fondazione Filarete, è il centro di trasferimento delle conoscenze dell’Università degli Studi di Milano. L’incubatore offre servizi di accelerazione per passare dall’idea all’impresa a realtà con connotazione sia HW che SW, in un ampio spettro di discipline.
- Supernova Hub, è uno dei 35 incubatori certificati in Italia ad avere un focus internazionale grazie a Itlm-Group. Specializzato nel campo dell’e-commerce e della logistica di ultima generazione, con uno sguardo attento a obiettivi sostenibili di lungo termine.
- Bio4Dreams, incubatore certificato di startup a capitale totalmente privato, dedicato alle Scienze della vita. Dal 2018, ricercatori e scienziati sviluppano e valorizzano la propria idea imprenditoriale in un contesto scientifico e gestionale in cui dialogano la ricerca, l’industria e il mercato.