Certo, non è proprio il momento migliore per parlare di cibo e per accostare la parola food a business. Eppure, ci sono delle “declinazioni” di questo settore che nel 2020, l’anno tragico della pandemia, hanno funzionato e anche bene, come il foodtech. Poi ci sono gli imprenditori del food, con storie di successo alle spalle e un futuro florido all’orizzonte.
L’anno che ci siamo – fortunatamente – lasciati alle spalle ha visto il settore food intraprendere percorsi che hanno seguito sia trend in ascesa che esigenze concrete delle persone, impossibilitate dal frequentare locali e ristoranti e desiderose comunque di non privarsi di cibo già cucinato e di prodotti che non possono essere trovati nei supermercati. Il 2020 è stato l’anno dell’esplosione del foodtech, i cui investimenti a livello mondiale sono arrivati a quota 17 miliardi di dollari.
Già a partire dal 2013, spiega Economyup, gli investimenti nelle società europee “Next Generation” del food-tech sono cresciuti del 36%, mentre a livello globale si contano 15,2 miliardi di euro in IPO. Diverse startup sono diventate unicorni nel giro di poco tempo e il loro valore è cresciuto, solo nel 2019, di 92 miliardi (+75%). A livello europeo, il valore degli unicorni della tech alimentare europea ha raggiunto i 43 miliardi di euro, con un incremento del 39% rispetto all’anno precedente. Anche le startup di food delivery dal 2019 hanno registrato un tasso di crescita del 56%, portando il fatturato a 566 milioni di euro. In espansione, inoltre, il comparto dell’healty food, anche a domicilio, soprattutto dopo che la pandemia ha rialzato l’interesse delle persone nel tutelare la propria salute. Ad ogni modo, quello del food è un settore che, tra alti e bassi, sta trovando il modo di risollevarsi e che, anche di recente, ha visto l’ascesa di alcuni giovani imprenditori che sono riusciti ad arrivare in poco tempo al successo.
Fra questi Giada Zhang, amministratrice unica di Mulan Group, azienda che rifornisce di prodotti cinesi i supermercati italiani, e Nicolò Moschella, prodigio della pasticceria. Entrambi sono stati tra i 100 talenti under 30 scelti da Forbes. Vediamo le loro storie.
Giada Zhang: come far diventare la propria “diversità” la strada per il successo
“Ero l’unica con gli occhi a mandorla e mi prendevano di mira per la mia pronuncia scorretta”. Inizia così la storia di Giada, che lì per lì potrebbe sembrare la “banale” storia di una ragazza nata in Italia da genitori immigrati dalla Cina, ma che alla fine si traduce in una storia di impegno e sacrifici, che non sono mai banali. Classe 1995, Giada veniva presa in giro dai compagni di classe per la sua “diversità”, per il fatto di essere straniera e di non parlare bene l’italiano, ma una volta uscita da scuola e terminati gli studi – è laureata con il massimo dei voti in international economics and management presso la Bocconi di Milano – ha capito come rendere proprio la diversità la sua ricchezza più grande. Insieme ai valori del lavoro e del sacrificio che le hanno trasmesso i suoi genitori, titolari di un ristorante cinese di Cremona, la città dove Giada è nata e cresciuta.
Con 5 lingue e diverse esperienze lavorative in Gran Bretagna, Usa e Asia nel cv, Giada ha basato il suo (oggi) solido business proprio sulla diversità e l’incontro: il suo obiettivo era e continua ad essere creare un ponte tra la Cina e l’Italia, in modo tale che queste due culture potessero “abbracciarsi” e valorizzarsi reciprocamente. A soli 23 anni è diventata amministratrice delegata dell’azienda familiare Mulan Group, la prima azienda ad aver portato piatti pronti orientali made in Italy – quindi realizzati con materie prime italiane – nelle maggiori catene di supermercati in 15 regioni. Si tratta di una realtà che produce due milioni di piatti all’anno di pietanze tipiche come involtini primavera, pollo alle mandorle, spaghetti di soia con verdure e che permette al consumatore di scegliere tra piatti freschi e surgelati che vengono confezioni in in un impianto industriale di 4mila metri quadrati alle porte di Cremona.
Ambiziosa e tenace, Giada ha raggiunto la vetta del successo per quanto riguarda il suo business dedicandogli lo stesso impegno che ha messo durante l’infanzia e l’adolescenza per imparare perfettamente la nostra lingua e prendere il suo primo 10 in italiano e latino. “I miei genitori mi dicevano sempre che per raggiungere grandi obiettivi nella vita avrei dovuto impegnarmi più duramente rispetto a tutti gli altri”, ha raccontato Giada. Proprio dal loro successo, comunque, è nata l’azienda che porta il nome dell’eroina del celebre film Disney, Mulan: il ristorante di papà Ge Zhang e mamma Ge JianZhen, infatti, riscuoteva parecchio successo e così chiesero ad un supermercato, l’Iper, se fosse interessato a rivendere le loro pietanze asiatiche.
Da quel momento, vista la fila di persone che volevano consumare le loro pietanze, il business si è allargato a macchia d’olio: si sono fatti avanti Coop, Conad, Auchan, Carrefour, Il Gigante e oggi la Mulan Group è diventata una realtà omnichannel che nel 2018 segnava un fatturato da 3 milioni di euro. Le mire future di questa giovane imprenditrice under 30 sono l’espansione imprenditoriale in tutta Europa; in particolare, Giada guarda ad Austria, Francia e Germania edi recente – visti gli ultimi trend in ascesa – ha curato e sviluppato l’area e-commerce e delivery.
Nicolò Moschella: dal talento al coraggio fino all’eccellenza
Restando sempre in Lombardia, un’altra storia di successo imprenditoriale è quella di Niccolò Moschella, considerato uno dei grandi talenti della pasticceria italiana visto che a 26 anni è alla guida di un grande laboratorio da cui escono vere e proprie opere d’arte. Allievo di uno dei più nostri maestri pasticceri del Belpaese, Igino Massari, Moschella è originario di Cornaredo, a Milano.
“Galeotto” fu proprio l’acquisto, qualche anno fa, della prima edizione di Non solo zucchero, libro di ricette di Iginio Massari: è da quel momento che per Niccolò un interesse per la pasticceria si è tramutato in una vera e propria storia d’amore. Dopo il diploma al corso di alta pasticceria al Cast Alimenti di Brescia, Nicolò ha cercato in tutti i modi di entrare in contatto con Massari per ricevere i suoi insegnamenti, arrivando a scrivergli un messaggio su Facebook. “Mi ha invitato ad andarlo a trovare durante una pausa pranzo e mi ha preso sulla fiducia. Sono stati sei mesi impegnativi, diceva sempre: ‘Le cose buone le fanno tutti, io le voglio perfette’. Ma è un fenomeno, indistruttibile sul lavoro: mai fermo, alla perenne ricerca del miglioramento. E dà una grande fiducia ai giovani che si impegnano”, ha raccontato Nicolò del suo Maestro.
Dopo essere cresciuto professionalmente, Nicolò è tornato a casa e ha iniziato a lavorare con i fratelli Comaschi della Pasticceria Martesana per poi prendere una decisione importante e coraggiosa: quella di mettersi in proprio. A soli 22 anni, infatti, ha aperto a Cornaredo con suo fratello un laboratorio di pasticceria di oltre 500 metri quadrati dove lavorano dieci persone. I suoi dolci – anzi, vere e proprie creazioni che spaziano dalle torte alle monoporzioni alle creazioni in cioccolata fino ai mignon – servono ben 150 locali in Lombardia. Ha uno stile minimalista “ereditato” dal Maestro ma che evidenzia, ben netta, la sua impronta.
“Per me la pasticceria racchiude tecnica, matematica ed estetica. Non ho una passione maggiore per una tipologia di prodotto rispetto a un’altra. Quello che mi esalta è la possibilità di tradurre un’idea in un dolce”, ha spiegato Nicolò.
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