Spesso si tende a considerare il campo delle invenzioni e dei brevetti una prerogativa maschile e non femminile. Nel corso del secolo scorso, invece, sono state moltissime le donne che hanno rivoluzionato il campo dell’innovazione
Chi avrebbe mai pensato a una lavatrice o una lavastoviglie se non una donna? E ancora, il giubbotto salva-gente, la sedia a rotelle, il primo lampione pubblico a gas e persino la scatola della pizza.
Questi sono solo pochi esempi di genio femminile e di come alcune grandi invenzioni siano nate dalla mente creativa di una donna che – com’è abituata a fare nel quotidiano – ha cercato di trovare una soluzione pratica ai problemi: e così, elettrodomestici come la lavatrice da sempre aiutano le donne nella gestione della casa, i lampioni sono utili alle ragazze che camminano da sole per strada a tarda sera, il giubbotto salva-gente sono una protezione per i più piccoli. Ma quali sono le 10 scoperte che sono passate alla storia come invenzioni rivoluzionarie?
1. Il primo computer di Ada Lovelace Byron
Ada Lovelace Byron è l’emblema della scienza al femminile: figlia di George Gordon Byron e Anne Isabella Milbanke, è considerata la madre dell’odierno computer, anche se sono in pochi a saperlo. A 17 anni, l’incontro con Charles Babbage le cambiò la vita. Infatti, il 42enne stava lavorando al difference engine, un marchingegno meccanico in grado di fare calcoli automaticamente: in pratica si inserivano i numeri da una parte, si giravano degli ingranaggi e dall’altra parte si otteneva il risultato, in modo da eseguire in automatico somme e sottrazioni.
Elaborando le idee di Babbage, Ada intuì le straordinarie potenzialità della Macchina Analitica: tra i suoi appunti si rintraccia anche un algoritmo per generare i numeri di Bernoulli, considerato come il primo algoritmo espressamente inteso per essere elaborato da una macchina, tanto che Ada Lovelace è spesso ricordata come la prima programmatrice di computer al mondo.
Nel 1979 il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha dato il nome di ADA ad un linguaggio di programmazione agevole ed efficiente.
2. La lavastoviglie di Josephine Cochrane
“Se nessuno ha ancora inventato una macchina per lavare i piatti, lo farò io stessa!”. Il 28 dicembre 1886, Josephine Cochrane si rivolge così ai suoi ospiti, dopo l’ennesima cena organizzata nella sua villa a Shelbyville.
Nasce così l’idea di brevettare la prima lavastoviglie, un’apparecchiatura che proiettava getti d’acqua e sapone sulle stoviglie, attraverso un sistema di pompe azionato manualmente.
Il primo prototipo fu mostrato al World’s Columbian Exposition di Chicago nel 1893 e nel 1897 Josephine aprì la sua fabbrica, la Garis-Cochran Dish-Washing Machine Company, ora di proprietà della Whirlpool Corporation.
3. L’estro femminile nel reggiseno di Caresse Crosby
Nel 1910 Mary Phelps Jacob, newyorkese, conosciuta come editrice e scrittrice con lo pseudonimo di Caresse Crosby, mentre si preparava a partecipare a un ballo scolastico, si rese conto che il suo corsetto avrebbe rovinato il fascino del suo abito: prese dei lacci rosa, dei fazzoletti di tessuto, ago, filo e spilla, e creò un valido sostituto.
Nel 1914 fece richiesta di brevetto allo U.S. Patent Office, che glielo concesse nello stesso anno. Da lì, l’innovazione è decollata. I reggiseni di oggi possono essere ad aria o ad olio, termici, invisibili, per fino intelligenti e hi-tech.
In Giappone c’è un modello della Triumph che opportunamente ripiegato si trasforma in un sacchetto per la spesa e, tra quelli hi-tech, c’è un reggiseno in grado di aumentare la misura del seno tramite un leggero ma costante meccanismo di “trazione” dei tessuti.
4. Il tergicristalli di Mary Anderson
Alcune invenzioni al femminile sono nate anche durante una bufera di neve, come quelle di New York nel 1903 quando Mary Anderson si rese conto che le macchine facevano molta fatica a percorrere le strade, tanto da costringere molti conducenti a fermare le auto, in attesa che il tempo migliorasse.
La Anderson iniziò allora a pensare a una soluzione che consentisse di avere un parabrezza pulito, rimanendo al caldo nell’abitacolo. Disegnò, così, il primo modello di tergicristalli che consisteva in una leva interna all’auto, vicino al volante, che muoveva una stecca di gomma all’esterno sul parabrezza.
Il brevetto fu depositato nel 1917 per poi essere modificato, ancora una volta, da una donna: Charlotte Bridgwood, che inventò i primi tergicristalli automatici.
5. La nascita della prima connessione wireless di Hedy Lamarr
Molti ricordano Hedy Lamarr come una delle prime attrici ad interpretare una scena di nudo nel film Estasi del regista cecoslovacco Gustav Machaty. Pochi sanno, però, che Lamarr oltre ad essere stata una bellissima attrice, è stata anche una grande scienziata.
A lei si deve l’invenzione, nella prima metà degli anni ‘30, di un sistema di modulazione per codifica d’informazioni da trasmettere su frequenze radio, che avrebbe consentito di comandare a distanza siluri e mezzi navali.
Lamarr ha brevettato il sistema insieme a un amico, il compositore George Antheil, suscitando subito l’interesse di servizi segreti e apparati militari, e ponendo le basi non soltanto della crittografia, ma anche della telefonia mobile e dei sistemi informatici wireless.
6. I Baci Perugina (e il welfare) di Luisa Spagnoli
Sì, Luisa Spagnoli non è solo un brand di abbigliamento ma è il nome di un’imprenditrice innovativa che si è distinta nel primo Novecento.
Nata a Perugia nel 1877, Luisa Sargentini a vent’anni incontrò e sposò Annibale Spagnoli, con cui rilevò una drogheria del centro. Dal 1909, diventò il laboratorio della Perugina, fondata in società con Francesco Buitoni.
Allo scoppio della guerra, aprì la fabbrica alle donne e introdusse la nursery e il diritto all’allattamento. Nel 1922, ebbe una delle più grandi intuizioni: Luisa inventò un cioccolatino fatto con il cioccolato e la granella di nocciole avanzati (e solitamente buttati), con un cuore di gianduia. Il cosiddetto “Cazzotto”, simile alla nocca di una mano, che Giovanni Buitoni ribattezzò “Bacio Perugina”.
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7. La nascita dei sistemi di ricerca di Karen Spärck Jones
Karen Spärck Jones è una delle figure principali nella storia dello sviluppo dei search engine e se abbiamo i motori di ricerca – come li conosciamo oggi – li dobbiamo anche a questa donna.
Nata nello Yorkshire, in Gran Bretagna, nel 1972 ha pubblicato “A statistical interpretation of term specificity and its application in retrieval” che introduce il concetto di inverse document frequency.
Si tratta in pratica di uno dei principali componenti della classifica degli algoritmi per ricavare automaticamente un testo da un indice di documenti. All’epoca era solo una teoria statistica, nel 1994 è stata usata da Mike Burrows per dare origine al motore di ricerca Alta Vista.
8. Le prime missioni nello spazio grazie a Katherine Johnson
Nata nel 1918, già in età infantile Katherine Johnson è stata considerata il genio femminile della matematica. Diplomata alle scuole superiori a soli 14 anni, fu notata da un docente della sua università, la West Virginia State University, che la invitò a seguire corsi avanzati di matematica analitica ideati su misura per lei.
Assunta come matematico alla Nasa, ha contribuito al calcolo della traiettoria del volo spaziale Alan Shepard, il primo lanciato nello spazio dagli statunitensi nel 1959. Si è inoltre occupata della verifica dei calcoli matematici relativi all’orbita intorno alla terra di John Glenn nel 1962 e ha calcolato la traiettoria di volo dell’Apollo 11 nel suo primo volo sulla luna nel 1969.
9. I primi microprocessori per smartphone di Sophie Wilson
Nella storia della scienza al femminile c’è anche Sophie Wilson. Nata a Leeds, in Gran Bretagna, ha studiato informatica a Cambridge e, durante la sua prima vacanza estiva, ha sviluppato un cow-feeder automatico. In seguito ha disegnato l’Acorn System 1, un microcomputer da 8-bit per hobbisti, poi prodotto e messo in commercio dall’azienda britannica Acorn Computers a partire dal 1979.
Insieme al collega Steve Furber ha impiegato meno di una settimana per disegnare e implementare il prototipo di quello che è diventato il BBC Microcomputer. Successivamente Wilson e Furber hanno realizzato altre soluzioni innovative, tra cui il processore Arm, oggi utilizzato da cellulari, tablet, televisioni digitali e videogames.
10. Samantha Cristoforetti, la prima astronauta italiana nello spazio
Originaria di Trento, nata a Milano e laureata in Ingegneria meccanica a Monaco di Baviera, Samantha Cristoforetti – o come la chiamano i più, AstroSamantha – è tra i volti simbolo del nostro Paese.
Innovatrice per definizione, è stata la prima donna italiana (e la terza europea) ad andare nello spazio. Durante la missione ha condotto esperimenti di fisiologia umana, analisi biologiche e sperimentato la stampa di oggetti 3D in assenza di peso, progettata dalle aziende italiane Altran e Thales Alesia Space.
Tornerà sulla Stazione Spaziale Internazionale nella primavera del 2022 con un nuovo intenso programma che prevedrà, fra l’altro, esperimenti di riproduzioni di parti metalliche grazie a stampanti in 3D spaziali.