Quello del “mettersi in proprio” nel mondo del lavoro è un passo a volte radicale, perché coinvolge non solo la sfera lavorativa, ma condiziona la nostra vita a tutto tondo. Nel momento in cui si decide di avviare un’attività è necessario non solo valutare le opportunità, ma anche i rischi a breve e lungo termine
Il cambiamento, si sa, si realizza nel momento in cui si prende una decisione consapevole su come metterlo in atto. Abbandonando o rinunciando a un ruolo da dipendente, infatti, cambia l’approccio al proprio impiego, la gestione del tempo e il punto di vista sul proprio futuro: da un lato, si conquista maggiore flessibilità nell’organizzare le proprie attività – lavorative e non – ma dall’altro, ci si assume il rischio di fallire nella propria impresa personale.
È bene, quindi, compiere la scelta dopo aver valutato pro e contro; ma soprattutto bisogna sapere quali errori si possono evitare durante questo cammino (soprattutto per non renderlo tortuoso!).
Primo errore da evitare: ragionare da lavoratore dipendente
Certamente è sbagliato impostare il proprio lavoro da autonomo pensando che la Partita Iva sia di fatto solo uno strumento per poter fatturare ed essere pagati. Dietro a quel codice si nasconde infatti un vero e proprio stile di vita. L’errore più banale ed evidente è pensare alla propria condizione lavorativa come se si fosse ancora dipendenti.
Chi lavora in proprio non ha pause, ferie e weekend. O meglio: ha tutto quello che vuole ma deve essere in grado di cercare un equilibrio tra il lavoro e la vita privata. Inizialmente non sarà facile, spesso si commettono molti errori di valutazione che rischiano di tramutarsi in burn out o in ansia da prestazione. Il consiglio più semplice da seguire?
Parlare con altre Partite Iva, farsi consigliare, imitare stili di vita e orari di lavoro finché non si sarà in grado di poter prendere delle decisioni in totale autonomia, in linea con quella che è la propria mission. In altre parole: siate flessibili. La flessibilità è spesso la chiave del successo di un progetto di business. La vostra capacità di adattamento sarà il più grande alleato che potrete avere in questa nuova avventura. La rigidità, al contrario, potrebbe creare solo isolamento.
Secondo errore del mettersi in proprio: restare ancorati al concetto di stipendio
Magari lavorare in proprio conviene e le fatture iniziano a girare con una certa frequenza. Ma una fattura emessa non equivale a un incasso immediato. Anzi, la maggior parte delle volte non è così. Ci potranno essere dei mesi in cui il neo lavoratore in proprio incasserà tante fatture e mesi più “magri” in cui le fatture saranno di meno.
Bisogna ragionare al di fuori del canonico concetto dello stipendio mensile e pensare ai propri incassi in maniera più organizzata e su base annuale. L’imprenditorialità e il mettersi in proprio più in generale comportano dei rischi che sono innanzitutto finanziari. Essere capi di sé stessi significa innanzitutto pianificare il proprio business dal punto di vista finanziario.
Le piccole Partite Iva, ad esempio, non devono dimenticare l’appuntamento con le tasse che avviene una o due volte l’anno. Chi lavora in proprio deve essere bravo a gestire continuamente entrate e uscite. E magari farlo anche prima di iniziare.
Per costruire il capitale iniziale si può sfruttare proprio il periodo in cui si è dipendenti.
Terzo: non crederci fino in fondo
Spesso il lavoratore autonomo vive la sua condizione come una pena dentro la quale si è ritrovato e dimentica l’entusiasmo del momento in cui ha deciso di mettersi in proprio.
In questi casi l’errore più comune (e forse il più grave di tutti) che si può commettere è quello di non credere fino in fondo nel proprio progetto che per esteso significherebbe non credere fino in fondo in sé stessi.
Spesso molti lavoratori indipendenti smettono di tenere in primo piano il proprio obiettivo e si lasciano travolgere dalle altrui emozioni come la promozione di un amico, l’aumento in busta pagato, la settimana di ferie da vivere totalmente disconnessi.
Insomma il posto di lavoro del vicino è sempre più bello e vacillare è umano davanti a momenti del genere, ma chi crede davvero nella propria vita professionale saprà cogliere la felicità dei propri cari per il raggiungimento di un importante traguardo da dipendenti.
E anzi quella sarà la benzina da mettere nel proprio motore per procedere spediti verso i propri successi.