Spesso accade che idee vincenti siano frutto di fortunate coincidenze. Così è nato Airbnb, il colosso degli affitti brevi da poco sbarcato anche a Wall Street
I suoi fondatori non avevano certo in mente di dar vita ad un business milionario, eppure con una semplice idea e un pizzico di fortuna hanno creato un’azienda conosciuta e apprezzata in tutto il mondo. Parliamo di Airbnb, colosso statunitense degli affitti brevi.
Il portale (per quei pochi che non lo sapessero) mette in contatto persone in cerca di un alloggio o di una camera per brevi periodi, con persone che dispongono di uno spazio extra da affittare, generalmente privati.
Com’è iniziata l’avventura di Airbnb?
La storia di Airbnb ha inizio a San Francisco nel 2007. In quel periodo la Industrial Design Society of America organizzava la propria conferenza annuale, e la disponibilità di camere negli hotel era ormai esaurita. Brian Chesky e Joe Gebbia, due coinquilini che non erano più in grado di pagare il proprio affitto, decisero di affittare parte del loro loft ad alcune persone interessate a partecipare alla conferenza.
Comprarono tre materassi gonfiabili (in Inglese airbed), sistemandoli al meglio in una stanza e pubblicando l’annuncio su un sito internet e offrendo anche la colazione la mattina successiva: l’operazione venne battezzata Airbed & Breakfast e non faticò ad incontrare una richiesta da parte della clientela.
All’inizio, Chesky e Gebbia offrivano alloggi di livello base e si aspettavano che il concept avrebbe attirato solo giovani con pochi soldi da spendere per gli hotel. Tuttavia tra i primi clienti arrivarono anche una donna di 38 anni che lavorava presso Razorfish e un designer industriale da Salt Lake City.
Questa prima esperienza, insieme alla semplicità dell’iniziativa, convinse Brian e Joe che quella poteva essere un’idea vincente. Decisero quindi di chiedere aiuto ad un amico informatico, Nathan Blecharczyk, per avviare la prima piattaforma online.
Insomma, l’idea c’era. Mancava la liquidità! I tre fondatori escogitarono, così, un modo davvero particolare per guadagnare denaro, facendo affidamento su un’altra coincidenza fortunata: le elezioni presidenziali americane. Per sostenere il finanziamento del sito, Brian, Joe e Nathan crearono e misero in vendita delle scatole di cereali per la prima colazione, che riportavano le immagini in caricatura dei due candidati Barack Obama e John McCain: in due mesi ne vendettero 800 a 40 dollari ciascuna riuscendo a guadagnare più di 30.000 dollari, utili per avviare l’impresa.0
Nasceva così airbedandbreakfast.com.
I primi cambiamenti
Dopo poco tempo entrò in gioco un nuovo partner che garantì ulteriore liquidità. Eppure il sito faceva fatica a ingranare, soprattutto quando si parlava di generare utili: restava, infatti, fermo ad un guadagno medio di 200 dollari a settimana.
Ma qual era il problema? Potrà sembrare assurdo, ma queste difficoltà erano legate non al servizio ma alle foto delle stanze, che erano di bassa qualità. Si optò quindi per una soluzione forse un po’ impegnativa, ma che si sarebbe rivelata vincente: andare personalmente in ogni stanza in affitto per fare delle foto che potessero attirare i potenziali clienti. Questo accorgimento fu sufficiente per raddoppiare gli introiti e dare il via ad un circolo virtuoso grazie al quale Airbnb attirò un numero sempre più elevato di clienti e investitori.
Nella primavera del 2009 Airbed & Breakfast cambiò il nome e il logo, trasformandosi ufficialmente in Airbnb.
Per la fine dell’anno l’ufficio contava 18 persone al lavoro, e ben presto arrivarono anche nuove implementazioni dei protocolli riguardati le inserzioni, la pulizia delle stanze e, soprattutto, la gestione delle tariffe e dei guadagni in percentuale del sito.
In questo modo, nel 2011 Airbnb ha varcato la soglia del milione di notti prenotate attraverso la propria piattaforma, confermando la validità della proposta commerciale e del suo modello di business.
Il successo e le acquisizioni
Nel corso degli anni Airbnb ha acquisito alcune società per ampliare e diversificare il suo business. Si inizia con Accoleo e Crashpadder nel 2011, per passare poi a Luxury Retreats International, una società canadese di noleggio di ville, e Tilt.com, una startup di pagamento sociale. E ancora nel novembre 2017 la società ha acquisito Accomable, una startup focalizzata sull’accessibilità al viaggio.
Nel 2018, inoltre, la società ha annunciato Airbnb Plus, una collezione di case che sono state controllate per la qualità dei servizi, comfort e design, e Beyond by Airbnb, che offre affitti per vacanze di lusso.
Infine, nel marzo 2019 la società ha acquisito HotelTonight, un sito web per la prenotazione di camere d’albergo dell’ultimo minuto.
La quotazione in borsa
Nel 2020 Airbnb sbarca a Wall Street. Nonostante le difficoltà legate alla pandemia nei mesi primaverili, l’azienda è riuscita a registrare un incoraggiante rimbalzo.
Inizialmente Airbnb ha, infatti, registrato una flessione del 90% delle prenotazioni. Ma nel terzo trimestre l’utile netto è stato positivo a 219 milioni di dollari e nell’ultimo periodo l’azienda ha ricevuto un boom di prenotazioni.
La società si è detta pronta a investire i proventi derivanti dal debutto in Borsa sul rilancio delle attività. Il 1 dicembre ha presentato un prospetto con i dettagli sulla sua tanto attesa Ipo, mirando a vendere circa 3 miliardi di dollari di azioni. Se all’inizio la valutazione si aggirava da 44 a 50 dollari per azione, il crescente entusiasmo sulla quotazione del gigante tech ha spinto i vertici della società a rivedere al rialzo il prezzo delle azioni, che è salito a 56-60 dollari per poi assestarsi a 68 dollari.