Avanza la ricerca e molte aziende si preparano a valutare questa nuova tecnologia che riguarda gli aerei a idrogeno: i team di valutazione hanno individuato diversi aspetti positivi, ma non mancano le criticità. Nel frattempo, sono già partiti importanti investimenti da parte delle major dell’aria: ecco tutte le sfide, dall’approvvigionamento alla forza motore
Qualche anno fa, l’idea delle automobili a idrogeno aveva un certo appeal. Con questo carburante pulito, si favoleggiava di poter costruire delle vetture che avrebbero potuto fare la loro parte nell’abbattimento delle emissioni. Ma lo sviluppo della tecnologia ci ha mostrato che questo tipo di soluzione poteva essere estesa anche ad altri veicoli: ecco perché l’ultima frontiera raggiunta dall’uomo è la possibilità di creare degli aeroplani a idrogeno.
Un aeromobile è un mezzo molto più complesso di un veicolo a quattro ruote e – va detto – l’industria del volo appare in grado di implementare e sostenere gli ingenti investimenti rispetto alle aziende automobilistiche, che hanno ancora qualche difficoltà con l’inserimento dell’H2 nel motore.
Aeroplani a idrogeno: la sperimentazione
Il gigante del volo Airbus ha già fatto partire la sua sperimentazione per tre aerei di nuova generazione che vedranno la luce nel 2035. La British Airways, invece, ha chiesto a un’azienda, la ZeroAvia, di studiare soluzioni a idrogeno e ha staccato un assegno da 24 milioni di dollari. Anche Toyota, insieme ad alcune aziende sorelle, ha versato altri 21 milioni di dollari su questo tipo di sviluppo, che potrebbe comportare un dimezzamento delle emissioni entro il 2050: un obiettivo “a malapena in linea con gli accordi di Parigi del 2016” sul cambiamento climatico.
Il futuro dell’idrogeno come carburante pulito
“Per decenni, l’idrogeno è apparso come un futuro promettente per le auto da passeggero”, ha scritto di recente il Wall Stret Journal: “Ora i fabbricanti di veicoli leggeri preferiscono le batterie, mentre l’idrogeno cerca una nuova casa fra treni ed aerei”.
“Al primo sguardo”, ha scritto la BBC, “l’idrogeno sembra la scelta giusta per affrontare la sfida del volo, con un occhio di riguardo verso i temi della sostenibilità: sia che l’idrogeno sia usato per dare energia a una cella a combustibile per generare elettricità, sia che venga direttamente bruciato per ottenere effettiva forza motore, l’unico elemento a venir consumato è acqua”.
Vi sono poi dei punti di forza di natura ingegneristica: “L’idrogeno emette grandi quantità di energia per unità di massa – tre volte il carburante convenzionale per jet e più di cento volte rispetto alle batterie a ioni di litio”.
I punti deboli
Tuttavia è bene ricordare che l’idrogeno non è immune ai problemi: “Il gas deve essere compresso e reso liquido, raffreddandolo fino a temperature molto basse (-253 gradi celsius) se deve essere conservato in quantità sufficienti”, spiega ancora la BBC, aggiungendo che i contenitori per l’idrogeno sono “complessi e pesanti”.
Ancora, la densità energetica dell’idrogeno liquido è un quarto del combustibile tradizionale, il che significa che per erogare la stessa quantità di spinta ha bisogno di una capacità di stoccaggio quattro volte maggiore, il che non potrà che comportare una ridotta capacità di carico passeggeri. Non è tutto: l’idrogeno si produce dall’acqua per elettrolisi, che è un processo possibile, ma lento e costoso anche in termini energetici.
Il parere degli esperti
I costruttori comunque sono positivi: “L’idrogeno è una delle tecnologie più promettenti che permetterà alla mobilità di continuare a soddisfare le più basilari esigenze di mobilità, in un contesto di armonia con il nostro ambiente”, dicono da Airbus. Per contro dalla Boing asseriscono: “Crediamo che servirà del tempo prima che tutte le tecnologie e gli elementi della propulsione a idrogeno siano ben assestati e condotti a uso commerciale”.
Ma invece dell’idrogeno, è possibile pensare ad altri carburanti biologici? Possono essere un’opzione, se non fosse che per produrre i biofuel servono ingenti quantità di terra coltivata. Ciò che è più probabile, allora, è che l’idrogeno potrà giocare un ruolo chiave in un contesto più ampio di revisione dei carburanti per aeroplani, che siano civili o commerciali.