Sono eleganti, green e fanno bene alle grandi città, ecco perché l’Italia sta puntando sempre più sulle vie pedonali

Un ritorno al passato che strizza l’occhio ad un futuro green, le vie pedonali sono fra i trend urban del momento. Rispondono alla richiesta sempre più urgente di città pulite ed ecologiche, restituiscono spazio alla popolazione e rendono i nostri quartieri più eleganti e, soprattutto, vivibili. Insomma, le aree pedonali sembrano essere la soluzione a molti problemi delle città italiane (ma non solo), e al contempo rientrano in quel programma di rigenerazione urbana che punta a dare nuova vita a centri storici e alle vie dello shopping.

Un po’ di storia

Ma quando sono nate le prime aree pedonali in Italia? Nel Dopoguerra, con la crescita del numero di automobili, le città italiane vengono invase dal flusso e dalla sosta di auto. Perfino le piazze storiche sono coinvolte e spesso diventano enormi parcheggi. In seguito, però, si comprende che la situazione è davvero insostenibile, soprattutto perché va a ledere la bellezza e il patrimonio storico-monumentale italiano, nonché la stessa integrità delle città. Le amministrazioni comunali iniziano dunque a pianificare le prime aree pedonali in Italia, partendo proprio dalle piazze storiche. Si inizia con Siena e la sua Piazza del Campo nel 1962 e con Piazza Maggiore e via D’Azeglio a Bologna nel 1967-68. Negli stessi anni tutte le principali città italiane si dotano di piazze e strade pedonali: Como, Milano, Cremona, Roma, Verona, Trento, Novara e Reggio Emilia. Sempre in questo periodo si afferma anche la cultura del recupero e risanamento dei centri storici, evitando gli sventramenti e le demolizioni che avevano caratterizzato il periodo fascista ed anche i primi anni Cinquanta.

Anche le città medie iniziano a dotarsi di vie pedonali e a valorizzare il loro patrimonio culturale, puntando soprattutto sulla riduzione delle auto in sosta e in circolazione: citiamo, ad esempio, Mantova, Lucca, Bolzano, Orvieto, Parma, Pisa e Siracusa. Si tratta, tuttavia, di un processo lento e pieno di polemiche, specie perché i commercianti erano quasi sempre ostili a questi cambiamenti. Essi, infatti, vedevano nel passaggio delle automobili la chiave del successo delle loro attività commerciali, e non volevano assolutamente rinunciarvi. Basti pensare che a Napoli è soltanto nel 1994 che si procede alla pedonalizzazione di Piazza del Plebiscito.

Le città italiane con più vie pedonali

Nonostante le difficoltà, la situazione attuale è nettamente migliorata e le città italiane stanno puntando sempre di più sulle vie pedonali, spesso poste al centro di importanti progetti di sviluppo e rivalutazione urbana. La città con il maggior numero di aree pedonali è Venezia, con più di 198 km percorribili a piedi (circa il 34% della superficie totale della città lagunare). C’è da dire che, per ovvie ragioni, spostarsi in auto a Venezia è impossibile, ma è proprio questo uno dei motivi per cui i turisti di tutto il mondo adorano il capoluogo veneto. A seguire troviamo Genova con 137,5 km di vie pedonali (che rappresentano il 19% della sua superficie), Firenze con 35,5 km (8,8%) e Trieste con 15,7 km (8,7%).

Torino conta ben 46,4 km di aree pedonali (che però rappresentano solo l’8,1% della sua estensione): la città dell’automobile si può visitare a piedi, perdendosi tra le sue piazze e le principali strade commerciali, e ammirando i suoi edifici in stile barocco.

Proseguiamo con Messina e i suoi 25,7 km di vie pedonali (7,5%), città portuale che offre numerosi spunti per un percorso a piedi tra monumenti e bellezze paesaggistiche. Se saliamo (molto) più su, invece, troviamo Bolzano con 4,5 km di aree percorribili a piedi. Sembrano pochi, in effetti, ma rappresentano il 6,9% della superficie totale della città. Ancora, c’è Livorno che conta 10,4 km di vie pedonali (6,8%): qui il percorso si snoda tra il lungomare, il porto e Piazza della Repubblica, la piazza-ponte più grande d’Europa.

Terminiamo con due capoluoghi di regione. Milano offre circa 53 km di strade pedonali (6,5%) che danno la possibilità di muoversi tra vie dello shopping, parchi e monumenti, lontano dal caos della città meneghina. Infine abbiamo Napoli e i suoi 40,3 km (che rappresentano solo il 6,2% della sua area totale):  il percorso perfetto inizia da Piazza del Plebiscito, prosegue verso il Palazzo reale e il famoso Teatro di San Carlo, e arriva alla maestosa Galleria Umberto I; ma ci sono anche tantissimi vicoli e stradine nascoste che possono regalare piacevoli sorprese.

I vantaggi per il commercio e il turismo

Ma tutte queste vie pedonali non rappresentano solo un modo per visitare le città italiane in tranquillità e godendosi il panorama, ma hanno anche la capacità di rilanciare il turismo e il commercio. Le strade libere dalle auto e dal traffico sono più accessibili e facilmente percorribili, attirano sia i turisti che i cittadini e favoriscono la nascita di nuovi servizi. Dal punto di vista turistico, ad esempio, le aree pedonali stimolano la curiosità dei viaggiatori, invitandoli a soffermarsi per ammirare i monumenti. Invece, le vie dello shopping pedonali risultano più che utili per stimolare il commercio: puntano sulla customer experience, spronano il cliente (anche potenziale) a passeggiare secondo i propri ritmi, senza lo stress del traffico cittadino, e offrono un’esperienza intima e invitante. Questo è il motivo per cui sono le preferite dai brand di lusso.