Parlando del femminicidio Cecchettin, focalizzarsi sull’immigrazione irregolare rischia di essere fuorviante
“Occorre anche non far finta di non vedere che l’incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale”.
Così il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara in un videomessaggio durante la presentazione alla Camera dei Deputati della Fondazione Giulia Cecchettin, nata in memoria dell’omonima studentessa 22enne, uccisa dall’ex ragazzo, l’italiano Filippo Turetta. Ma perché?
Analizzando le diverse cause che possono condurre a fenomeni di violenza contro le donne, quanto alle violenze sessuali il Ministro Valditara ha integrato l’immigrazione irregolare. Il punto è che non c’è alcuna correlazione tra i due fenomeni.
Questi sono soltanto i casi che la polizia ha denunciato all’autorità giudiziaria, ma non ci dicono tutta la storia. Stando all’Indagine sulla sicurezza delle donne Istat del 2014, solo il 16% di coloro che hanno subito violenza sessuale ha denunciato. Oggi forse c’è più consapevolezza, visto anche il numero delle denunce in aumento, ma il dato ci dice che gran parte degli uomini violenti finisce per restare impunito. E questo vale soprattutto per gli italiani. Secondo uno studio Istat del 2017, infatti, se una donna subisce uno stupro o un tentato stupro da uno straniero è circa sei volte più probabile che lo denunci.
Denuncia stupro: 4,4% se autore italiano, 24,7% se autore straniero
Denuncia tentato stupro: 2,2% se autore italiano, 17,8% se autore straniero.
C’è un dato, però, che potrebbe dare ragione al Ministro Valditara. Sempre stando ai dati Istat, nel 2022 il 42,2% degli autori di violenza sessuale denunciati o arrestati era straniero. Un dato importante. Il punto è: cosa c’entra l’immigrazione irregolare? Straniero può voler dire qualunque cosa, visto anche che non abbiamo a disposizione dati in grado di dirci se gli autori fossero immigrati irregolari in “marginalità e devianza” o meno.
Dunque si è trattato di propaganda politica? Non ci spingiamo così in là da parlare di propaganda politica all’interno di un contesto così delicato come l’analisi delle problematiche di natura sociale che portano alla violenza contro le donne. Tuttavia, vista l’estraneità di tutto questo dall’omicidio Cecchettin e vista anche la vaghezza dei dati, parlare di immigrazione illegale in questi termini non è stata probabilmente la migliore delle scelte possibili.