Il pianeta ha bisogno del nostro aiuto e la tecnologia può essere un’arma importantissima per combattere la battaglia dei cambiamenti climatici. L’innovazione può aiutare la sostenibilità, dando il proprio contributo alla svolta ambientalista. Ma in che modo e con quali risorse? In che modo potremmo avvicinarci ad un’economia più green?
La tecnologia può aiutare l’ambiente e dare un forte contributo alla sostenibilità. Quella che fino a qualche anno fa è stata valutata come un’ipotesi, oggi sta diventando sempre più una realtà concreta e il merito va alla comunità scientifica. Di anno in anno, il supporto della tecnologia ci ha permesso di progredire, e allora perché non utilizzare l’innovazione per sostenere quella svolta green così indispensabile per il nostro pianeta? Come sentiamo dire sempre più spesso, non esiste un pianeta B: questo è quello che abbiamo e che dobbiamo salvaguardare in modo tale da lasciare il migliore dei mondi possibili alle generazioni future. Sono tante le azioni, singole o collettive, che possiamo mettere in pratica per aiutare l’ambiente: ad esempio anche acquistando – o producendo – oggetti ecosostenibili.
Innovazione e sostenibilità: cosa sono le climate tech
I cambiamenti climatici sono diventati una priorità mondiale e sta all’uomo scegliere in quale modo agire. La comunità scientifica e l’evoluzione tecnologica potrebbero essere un’arma intelligente da sfruttare in questa battaglia dove a perderci è la natura tanto quanto l’uomo. È quindi importante comprendere come la tecnologia può aiutare a costruire nuovi modelli di consumo e di business che non vadano ad intaccare il benessere del pianeta.
Diverse realtà hanno avviato operazioni più green, così come sono nate molte startup del climate tech, volte quindi ad applicare la tecnologia al clima. A cosa servono? In parole povere a decarbonizzare l’economia mondiale, ovvero a raggiungere emissioni zero entro il 2050. Cosa si intende per emissioni zero? Significa che quel determinato prodotto o servizio non deve produrre emissioni di CO2 e di gas serra, il che rende nullo l’impatto sul riscaldamento globale. Ad oggi le aziende che hanno adottato un approccio ecosostenibile sono ancora troppo poche, ma è pur sempre un piccolo passo verso un mondo più green.
Accessori tecnologici più sostenibili
Quanti oggetti elettronici abbiamo in casa? E quanti di questi non utilizziamo più? Quanti altri invece abbiamo gettato via senza pensare a quanto tempo avrebbero impiegato per essere smaltiti? Ogni anno, secondo le statistiche dell’ONU, vengono prodotti circa 50 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, primi fra tutti smartphone e laptop. Si tratta di dispositivi di cui oggi non potremmo fare a meno e che, al tempo stesso, per via del rapidissimo incedere dell’innovazione, diventano obsoleti in pochissimo tempo, il che ci spinge non solo ad acquistarne di nuovi, ma anche a produrre ulteriori rifiuti alimentando così lo spreco. Per questo alcune aziende hanno intrapreso il percorso di una produzione più green, realizzando dispositivi che rispettino l’ambiente a partire dalle materie prime utilizzate.
Ad esempio, parlando di accessori da ufficio, l’azienda milanese Mans ha realizzato un kit in bamboo composto da calcolatrice (che si alimenta con la luce solare), una tastiera e un mouse. Si tratta di accessori utili, sicuramente utilizzati a casa come in ufficio, ma realizzati con materie prime naturali o di riciclo. Chi invece è abituato a lavorare con un laptop anche sul divano o beatamente disteso a letto potrebbe trovare interessante la proposta di Grovemade: l’azienda americana ha realizzato diversi accessori da ufficio fra cui un supporto per laptop in legno e sughero.
Custodia per Airpod e auricolari in legno
Un altro esempio di tecnologia e sostenibilità riguarda gli auricolari, che Woodbuds ha realizzato in legno di noce con confezione riciclabile. Lavorati rigorosamente a mano e realizzati nel Regno Unito, questi auricolari sono disponibili in sei colori diversi e sono compatibili con diversi brand.
Un’altra proposta di tecnologia green riguarda la custodia per Airpod, realizzata da Pela utilizzando semplicemente le piante. Oltre a proteggere le proprie cuffie, chi sceglie di acquistare questa custodia in un certo senso protegge anche il pianeta. L’imballaggio è privo di rifiuti: il brand utilizza carta riciclata ecologica, eliminando del tutto la plastica. In più, nel momento in cui l’acquirente non vuole più utilizzare la custodia per Airpod, può semplicemente metterla in un compost oppure rispedirla all’azienda che si occuperà poi del compostaggio.
Connubio fra tecnologia e sostenibilità: smartphone più green
La tecnologia può e deve essere d’aiuto per la sostenibilità ed un esempio eclatante in campo smartphone è quello di Fairphone. Definito lo smartphone più sostenibile di sempre, il modello 4 è stato progettato per durare. Cosa significa? In poche parole, la sua fortuna è l’utilizzo di materiali riciclati provenienti da fonti responsabili. La cover posteriore, ad esempio, è stata realizzata in plastica riciclata al 100%. Come spiega l’azienda, ogni Fairphone 4 nasce dalle ceneri di smartphone precedenti. Riciclando in modo responsabile, il brand sceglie di dare nuova vita ad un vecchio telefono, evitando sprechi.

Anche Apple ha dato una marcia in più ai suoi dispositivi mobili. Questo perché l’azienda si è prefissata l’obiettivo di essere a impatto zero entro il 2030. L’iPhone 12, ad esempio, è nato con un occhio di riguardo nei confronti dei materiali utilizzati: “iPhone è bello e riciclato dentro”, è infatti uno dei più recenti slogan del colosso della mela morsicata. Inoltre il brand ha rimosso già da tempo gli alimentatori ed EarPods all’interno del packaging. Una scelta utile perché riduce la quantità di rifiuti elettronici nel corso del tempo e consente all’azienda di diminuire anche l’utilizzo di plastica e carta per il packaging finale. L’obiettivo futuro è realizzare un iPhone totalmente ecosostenibile, utilizzando esclusivamente materiali riciclati. Un progetto d’inestimabile valore che avvicinerebbe l’azienda fondata da Steve Jobs verso un mondo più green e rappresenta appieno l’idea di tecnologia a supporto della sostenibilità.
Risparmio d’energia: l’interruttore di Witty
Risparmiare energia e al tempo stesso ridurre il tasso d’inquinamento è un tema caro a moltissime aziende. Nello specifico, parlando di produzione e smaltimento delle batterie a litio, c’è Witty Power, un’azienda il cui potere sta tutto in un semplice interruttore. Realizzato a forma di pennetta USB, quest’interruttore si posiziona fra il caricabatterie e il filo dell’alimentatore dei dispositivi (come può essere un caricabatterie per smartphone). A cosa serve? A risparmiare energia.
Quando il sensore all’interno dell’interruttore si rende conto che la batteria è ormai carica al 100%, interrompe il flusso di corrente. Questo evita quindi di stressare inutilmente la batteria, di deteriorarla (perché questo accade nel tempo) e agisce come se avessimo staccato fisicamente il caricatore dalla presa di corrente. L’azienda, che segue il motto “fasciamoci la testa prima di romperla”, preferisce quindi agire per tempo e salvaguardare non soltanto lo status della batteria, ma anche evitare sprechi. Secondo uno studio condotto dall’azienda, con l’utilizzo di questo interruttore la vita di una batteria per smartphone può passare da 2 a 4 anni di utilizzo. Ad inventarlo sono stati tre giovani ingegneri dell’Università La Sapienza di Roma, i quali hanno anche brevettato il sensore ASO al suo interno. Inoltre, tenendo sempre presente la salvaguardia dell’ambiente, la custodia è realizzata in plastica riciclata.

La fiducia per un pianeta più green va quindi alla scienza, all’innovazione tecnologica ma anche all’uomo, perché tutti noi possiamo fare la differenza dando il nostro contributo attraverso piccoli gesti quotidiani, rispettosi dell’ambiente e consapevoli di quanto sia importante garantire un futuro a tutto ciò che ci circonda. L’unione anche in questo caso fa (e deve fare) la forza.
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