Sulla scia delle tendenze ecofriendly degli ultimi anni, sono sempre di più i negozi ecosostenibili che fanno del green la loro nuova filosofia. Lo scorso marzo Benetton ha rivoluzionato la sua impresa aprendo sia un concept store ecosostenibile, sia modificando la sua collezione

Con la sostenibilità che è ormai diventata una priorità per tantissime aziende, anche il mondo del retail si orienta verso una filosofia più green, e lo fa con l’apertura di nuovi negozi ecosostenibili a basso impatto ambientale e che fanno del riciclo e dell’etica il loro punto di forza.

I negozi, infatti, sono i locali non residenziali con il maggior tasso di consumi energetici, divisi tra aria condizionata, illuminazione ed elettricità in generale, che sono fattori determinanti per le emissioni totali delle aziende. In realtà la svolta ecologica non si rivela vincente soltanto per l’impatto ambientale, ma contribuisce anche alla diminuzione dei costi.

Per questo motivo, investire in negozi ecosostenibili ha effetti positivi sul profitto, sulle persone e sul pianeta, può influire sulle spese legate all’energia e può dare un nuovo volto al negozio e all’azienda, aumentandone la reputation.

Non tutte le aziende, però, sanno come avvicinarsi al mondo della sostenibilità e temono sia un percorso eccessivamente difficile. Nulla di più sbagliato, soprattutto perché la conversione al mondo green si può fare in tanti modi diversi e soprattutto può avvenire gradualmente.

Si può iniziare con piccole iniziative, che servono anche per testare la risposta del pubblico e contemporaneamente abituarlo alle novità. In seguito ci si potrà muovere verso iniziative più impegnative e durature, che cambieranno il volto dello store e daranno una svolta all’azienda.

H&M

Sulla scia della tradizione nordeuropea, il colosso svedese del fast fashion ha lanciato iniziative volte a rendere la sua produzione e distribuzione più etica. Le due iniziative principali sono state il lancio della collezione Conscious, realizzata con tessuti riciclati o sostenibili, e del Garment Collecting Program.

Quest’ultimo è un progetto che invita i clienti del brand a consegnare i propri vestiti usati in store così da poterli riciclare come abiti di seconda mano, convertire in altri prodotti o riutilizzare come fibre tessili. Insomma, H&M si impegna a dare nuova vita ad abiti che, altrimenti, finirebbero nei rifiuti comuni e verrebbero smaltiti in tempi molto lunghi.

Ikea

Nel 2019 Ikea ha inaugurato a Greenwich un negozio sostenibile realizzato esclusivamente con materiali rinnovabili. Il tetto è ricoperto per il 75% con pannelli solari che danno energia allo store, mentre attraverso un sistema di raccoglimento dell’acqua piovana i consumi del negozio sono stati ridotti del 50%.

Inoltre, il negozio ha ottenuto la certificazione BREEAM “Outstanding”, che è il maggior riconoscimento dedicato alle costruzioni sostenibili.

Lush

Il brand cosmetico LUSH è rinomato per la sua attenzione a tematiche etiche, soprattutto per quanto riguarda l’impatto ambientale dei suoi prodotti.

Da sempre l’azienda si è battuta per una produzione e distribuzione sostenibile, che non danneggi l’ambiente e le persone, e ha convertito alcuni dei suoi punti vendita in negozi plastic free: si tratta dei cosiddetti “naked stores” in cui il packaging è stato eliminato quasi del tutto, dando ampio spazio ai prodotti solidi che non necessitano di confezioni.

Invece, per quei prodotti che non possono essere distribuiti senza confezioni esiste un programma volto alla raccolta e riciclaggio dei contenitori di plastica che, altrimenti, risulterebbero molto difficili da smaltire.

Stella McCartney: anche la moda punta sui negozi ecosostenibili

Tra i negozi ecosostenibili degni di nota non possiamo non citare il flagship store di Stella McCartney a Londra. La stilista britannica è celebre in tutto il mondo per il suo continuo impegno a favore di una moda etica e i suoi negozi ne sono un esempio lampante.

In particolare, lo store di Londra è realizzato con materiali di scarto (ad esempio schiuma riciclata e carta straccia rigenerata), presenta dei manichini completamente biodegradabili e ha un sistema di areazione che contribuisce anche a sanificare l’aria e ridurre l’inquinamento.

All’inaugurazione, la designer ha affermato che si trattava di un progetto a cui teneva particolarmente perché rispecchia il suo mondo e il suo desiderio di una moda più sostenibile.

Starbucks

Da qualche anno ormai Starbucks si sta impegnando strenuamente nella costruzione di store certificati LEED (sigla che sta per Leadership in Energy and Environmental Design).

Questi negozi sostenibili usano luci LED, piastrelle riciclate per la pavimentazione e prodotti di legno sostenibili, inoltre molti locali utilizzano energie rinnovabili al 100%.

Ad oggi Starbucks conta più di 1.600 punti vendita certificati LEED, ma vuole arrivare a 10.000 entro il 2025, andando inoltre a risparmiare circa 50 milioni in dieci anni e riducendo in maniera rilevante l’impatto ambientale.

Benetton

A marzo di quest’anno a Firenze, di fronte la stazione Santa Maria Novella, Benetton ha aperto un nuovo concept store a basso impatto ambientale. Materiali riciclati ed ecologici, tecnologia all’avanguardia per la gestione dell’energia, capi ecosostenibili, il nuovo negozio è parte del progetto di sostenibilità aziendale che ha l’obiettivo di far diventare Benetton un modello in Italia e nel mondo per quanto riguarda la moda sostenibile.

In particolare, il punto vendita si sviluppa su 160 mq, realizzati con materiali naturali di recupero. Inoltre, i consumi energetici sono ridotti del 20% rispetto a quelli di un negozio standard, merito di una sofisticata tecnologia che massimizza l’efficienza energetica, gestendo gli impianti in base all’afflusso di persone.

Anche le nuove vetrine, dotate di schermi trasparenti a LED, sono all’insegna della sostenibilità, come del resto le ultime collezioni proposte: capi in cotone biologico, riciclato o BCI (Better Cotton Initiative), nylon rigenerato e fibre naturali. Stessa filosofia green per le shopper di cotone biologico, lavabili e riciclabili all’infinito, o di carta proveniente da foreste FSC (Forest Stewardship Council).