L’ultima moda in fatto di lounge bar e locali è un connubio di segretezza, mixology e atmosfera anni Venti. Gli speakeasy sono la tendenza del momento
Avete mai sentito parlare degli speakeasy? Sono i locali più alla moda del momento e prendono ispirazione dal periodo del Proibizionismo americano, di cui ricalcano l’atmosfera di segretezza ed esclusività. Si tratta di veri e propri locali segreti, il cui ingresso è riservato a pochissime persone e che ripropongono ai propri clienti menù, atmosfera e regole riprese dai vecchi bar clandestini nati tra gli anni Venti e Trenta negli Stati Uniti.
Un po’ di storia
Nel 1920 la legge americana vietò il commercio e il consumo di alcool in tutti gli Stati Uniti. Iniziò così l’epoca conosciuta con il nome di Proibizionismo, che vide la nascita di numerosi locali segreti che aggiravano la legge vendendo alcolici clandestinamente.
Si trattava dei primi speakeasy della storia, bar nascosti nei retrobottega di negozi, macellerie, barbershop e perfino all’interno di abitazioni private. Il nome, secondo la leggenda, deriva da un episodio avvenuto in un saloon illegale della Pennsylvania nel 1888, quando la proprietaria intimò ai clienti di abbassare la voce per non far scoprire la sua attività illegale, dicendo appunto “Speak easy, boys!”.
Ovviamente, trattandosi di locali segreti e illegali, l’accesso non era aperto a tutti, anzi! Erano in pochi (almeno in teoria) a conoscere questi posti e per entrarvi avevano bisogno di una parola d’ordine, oltre che delle giuste conoscenze. In realtà ben presto quello dei bar segreti divenne un fenomeno così comune da essere conosciuto da moltissime persone. Basti pensare che nel 1920 a New York erano presenti ben 32.000 speakeasy!
Come aprirli, come trovarli e come entrare
Oggi questi locali non sono illegali, naturalmente, ma conservano quel fascino proibito dei vecchi bar americani degli anni Venti e sono locali estremamente alla moda. Hanno mantenuto, inoltre, un alone di mistero che li rende ancora così intriganti. La prima regola, infatti, è la segretezza. Certo, non ci sono più leggi da aggirare o agenti di polizia da cui scappare, ma i secret bar devono restare segreti!
Ecco perché per aprire uno speakeasy è importante seguire delle regole ben precise. In primis bisogna scegliere un luogo che sia segreto e accessibile ad un pubblico ristretto e selezionato. Ecco perché in molti optano per seminterrati o locali nascosti dietro altre attività. Altro aspetto da curare sarà l’arredamento e naturalmente le proposte del menù, che dovranno ricalcare lo stile del periodo proibizionista. Bisogna affidarsi a barman esperti e scegliere con cura i cocktail, creando un’offerta ricercata, di qualità e adatta al tipo di clientela.
Infine, per comunicare un secret bar sarà fondamentale mantenere quell’aura di segretezza, che è alla base di qualsiasi speakeasy: le informazioni pubbliche dovranno essere, dunque, indicative, specialmente per quanto riguarda l’indirizzo preciso e la parola d’ordine per entrare. Tali informazioni saranno rese note, al cliente singolo, solo al momento della prenotazione effettiva.
Ci si dovrà attenere a regole specifiche anche per entrare nei locali segreti. Di solito li si conosce attraverso il passaparola o amicizie varie, ma nel mondo digitale il web e i social network possono semplificare la vostra ricerca. Eppure, anche questo non basta per guadagnarsi l’ingresso.
Occorre sempre la prenotazione e l’immancabile parola d’ordine, oltre che superare una rigida selezione all’ingresso. Una volta entrati, poi, gli speakeasy sono un trionfo di segretezza, cocktail di alto livello e atmosfere anni Venti.
La componente “alcolica” poi rappresenta un fattore fondamentale per il successo di questi locali. La moderna mixology nasce proprio dal periodo storico del Proibizionismo, e tutte le bevande servite nei secret bar riprendono antiche ricette provenienti da questa epoca d’oro dei cocktail.
Molti locali speakeasy propongono i classici drink americani realizzati con ingredienti selezionati, e poi arricchiscono i menù con proposte non convenzionali, anche ideati di sana pianta dai barman del posto.
I migliori speakeasy d’Italia
Negli ultimi anni il panorama italiano si è arricchito di numerosi locali segreti, tutti ispirati al periodo del Proibizionismo americano ma ognuno con delle proprie peculiarità.
A Milano, ad esempio, c’è il 1930 Cocktail Bar, il locale più inaccessibile del capoluogo lombardo. Vi si accede tramite una porta all’interno di un locale anonimo, e ovviamente solo dietro invito. Per questo speakeasy di Milano la parola d’ordine è conoscenze, perché solo tramite conoscenze e passaparola puoi guadagnarti l’ingresso, ed esclusività. Gli arredamenti richiamano lo stile dell’America anni 30, così come i cocktail preparati dai barman: ingredienti ricercati, abbinamenti unici nel loro genere e presentazione a dir poco sopra le righe. C’è, inoltre, la possibilità di fumare all’interno del locale, anche per dissuadere i clienti dall’uscire in continuazione, e per mantenere la segretezza non è consentito utilizzare telefoni e scattare foto (anche se qualcuno prova ad aggirare il divieto).
Sempre a Milano troviamo il White Rabbit: situato nel quartiere Isola, questo speakeasy si nasconde dietro una vetrina che non lascia intravedere nulla al suo interno, ma se la luce è accesa significa che potrete provare a entrare nel locale. Vi basterà suonare il campanello e, naturalmente, pronunciare la parola d’ordine.
Spostiamoci nella Capitale, dove la moda dei secret bar ha preso piede ormai da anni. Tra i locali degni di nota segnaliamo il Club Derriere, lo speakeasy dentro l’armadio. Per accedere al Club dovrete entrare nel noto ristorante del centro Osteria delle Coppelle e proseguire fino alla sala in fondo. Lì si trova un armadio attraverso il quale sarà possibile accedere ad un locale parallelo, la cui sala principale è dominata da un bancone all’interno di un’ampia vetrata. Qui le tecniche di “shakeramento” richiamano in tutto e per tutto quelle del Proibizionismo e non si bevono vino o birra, ma appunto solo i drink preparati dalle mani esperte dei barman.
Ma, come dicevamo prima, Roma brulica di speakeasy. Tra i più celebri ricordiamo The Barber Shop, locale posto nel seminterrato di un barber shop (appunto) che riprende le atmosfere degli speakeasy americani e propone una selezione di cocktail che prendono i nomi dai tagli del barbiere.
E ancora citiamo il Jerry Thomas, che prende il nome dall’autore di The Bar-Tender’s Guide, il primo libro sui cocktail pubblicato negli USA. E questo locale è considerato il pioniere dei secret bar capitolini, amatissimo dai romani e divenuto ormai una vera istituzione. Anche se l’esclusività e l’utilizzo della parola d’ordine la fanno ancora da padrone.
Se saliamo un po’ e arriviamo a Genova, troveremo due locali molto interessanti: il Malkovich, posto nei sotterranei di un’hamburgeria, e il Locksmith. Per accedere al locale è fondamentale chiamare il numero presente sulla pagina Facebook: da qui sarà possibile conoscere l’indirizzo preciso del locale e la parola chiave. Una volta arrivati, però, l’attesa potrebbe essere lunga e la selezione all’ingresso è molto rigida.
Invece il Locksmith si presenta come il primo secret bar di Genova, un luogo di cui non esiste un indirizzo pubblico ma che viaggia e viene conosciuto attraverso il passaparola. La passione per i cocktail anche qui è una parte fondamentale, ma i barman fanno anche spazio ai clienti, dando loro la possibilità di sperimentare accostamenti inediti e nuovi drink.
Concludiamo con altri due locali speakeasy, uno a Torino e uno a Napoli. Il torinese The Mad Dog Social Club è un club privato a cui si può accedere solo conoscendo la parola d’ordine quotidiana: ogni giorno, sul sito del locale viene proposto un quesito e chi sa la risposta potrà ottenere l’accesso al bar (ovviamente, previa selezione all’ingresso). Inoltre, i proprietari regalano ai clienti abituali e amici delle fiches rosse o nere, che permettono l’ingresso singolo o in coppia.
Infine, il partenopeo L’Antiquario è uno degli ultimi locali stile speakeasy aperti in Italia: bartender in giacca bianca, atmosfera elegante e musica jazz accompagnano una particolare selezione di drink pensati per gli amanti della mixology. Un tributo al Proibizionismo con un tocco di innovazione e la sempre presente cordialità dello staff.